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Marcos y Marcos: Le ali

Maiser

Maiser

Fabiano Alborghetti

Libro: Copertina morbida

editore: Marcos y Marcos

anno edizione: 2017

pagine: 238

"E dicendo di quell'uno / di quanti altri avrai parlato?": si chiude così il romanzo in versi di Fabiano Alborghetti, che mette in scena la storia di un "uomo normale" (così l'incipit), di una "vasta famiglia", di una lunga porzione di secolo. Dall'uno agli altri, cioè dalla vicenda individuale alla storia collettiva, e un tempo si sarebbe potuto aggiungere dalla coscienza individuale a quella di classe, questo libro coraggioso prova a mettere al lavoro la poesia sul piano inclinato della narrazione sociale. Romanzo/poema in controtendenza, Maiser conduce allo spasimo la cifra di una scrittura già testimoniata dal precedente percorso del suo autore: da L'opposta riva (2006), con i suoi clandestini senza nome braccati dal destino, agli orrori quotidiani di Registro dei fragili (2009), Alborghetti ha sempre affondato i suoi strumenti poetici nella realtà più bruciante. Ora, un'identica ustione si prolunga nei decenni della storia italiana novecentesca, negli "sguardi lupeschi" e disperati degli emigranti del Sud. Come sempre, "dinanzi alla vita, anche quella più storta". (Fabio Pusterla)
18,00

Un giorno della vita

Un giorno della vita

Giorgio Orelli

Libro: Copertina morbida

editore: Marcos y Marcos

anno edizione: 2017

pagine: 221

"Ripubblicato a più di cinquant'anni dalla prima edizione, 'Un giorno della vita' ha un sapore letterario del tutto originale. Il titolo rinvia ai versi finali di una poesia di Mario Luzi, Come tu vuoi: 'È un giorno dell'inverno di quest'anno, / un giorno, un giorno della nostra vita'. Il suo senso profondo va tuttavia ben al di là della citazione-omaggio. In un'intervista del 2001, Orelli ricordò di aver sempre pensato che l'idea che si nasce, si vive, s'invecchia e poi si muore era troppo scontata e non confortava la sua mente. 'Inclino invece a pensare' diceva 'che ogni giorno in qualche modo contiene tutta la vita, e va dunque vissuto con attenzione a se stessi e alla realtà'. Raccontare 'un giorno della vita' avrà dunque voluto dire per Orelli concentrare in un breve spazio quanto accade di sperimentare, in gioie e dolori, nel corso di un'intera esistenza. La poesia di Orelli ha influenzato almeno un paio di generazioni dopo la sua e continua a essere letta e studiata. Ci si potrebbe chiedere allora quale sia stato l'influsso, visibile o sotto traccia, di questo tipo di racconto e soprattutto di questa sua scrittura 'gustosa, lievemente eccitata dal suo piacere inventivo, nitida e precisa e sempre imprevista' (Bilenchi e Luzi). Come che sia, 'Un giorno della vita', che Giorgio Orelli avrebbe voluto riscrivere e rielaborare, è oggi un libro ritrovato, e restituito ai suoi lettori, vecchi e nuovi. E questo è quello che più conta." (dalla postfazione di Pietro De Marchi)
18,00

Transito all'ombra

Transito all'ombra

Gianluca D'Andrea

Libro: Copertina morbida

editore: Marcos y Marcos

anno edizione: 2016

pagine: 110

Nervoso nella lingua e nello stile, nervoso nello sguardo che getta sulle cose, il 'Transito, all'ombra' di Gianluca D'Andrea procede lungo uno stretto crinale, lo spartiacque tra io e mondo, destino individuale e storia collettiva, estrema possibilità di rappresentare o narrare e verosimile impossibilità di trovare un senso, luce e buio, dovere di memoria e dimenticanza. Il Transito è movimento, divenire, talvolta persino epico, o pura caparbia vita che insiste e non vuole finire; ma l'ombra in cui avviene quella di un acquario in cui 'Passano le figure, inseguono gli eventi' e 'la giustizia si sposta nello stesso / luogo, si sgrana in tempi impercettibili'. Lo spazio e il tempo della raccolta hanno nomi e confini: l'Italia, tra Messina e Treviglio, il secondo Novecento e le sue crudeltà sottaciute; e tuttavia queste coordinate sfumano a tratti in altri tempi e in altri spazi più immani, biologici e geologici, se 'la terra è statica in milioni di anni senza noi, ci raggiunge e vomita'. È in un simile contesto tra disperazione e speranza, che la vicenda umana dantescamente 's'immilla'." (Fabio Pusterla)
16,00

Rubrica degli inverni

Rubrica degli inverni

Paolo Lanaro

Libro: Copertina morbida

editore: Marcos y Marcos

anno edizione: 2016

pagine: 101

"Perché la poesia è un modo di vedere, / prima che di parlare, questo libro di Paolo Lanaro, sorta di Ulisse contemporaneo, acuisce la nostra vista, e ci propone, illuminate da un raggio struggente e desolato, una miriade di scene della vita, colte come istantanee nell'oggi o richiamate da un passato distante, in arguto dialogo con grandi modelli poetici. Ogni fotogramma è nitido, quasi palpabile; e insieme inquietante, se invita a indagare l'oscuro retroscena di tutto questo. Così l'attimo sfuma nel pensiero dell'eternità, il mondo fisico si schiude in un'ansia, il tempo trasforma ogni volto, ogni oggetto, ogni sogno, mentre con insistenza ora gioiosa ora dolente, come un silenzio di fondo che accompagna la parola, cade la neve, in mòccoli, in fiocchi, in boccoli. La varietà delle scene si trasforma in varietà espressiva, dando vita a una poesia che sa essere affabile e sperimentale, mossa e ilare anche nella disperazione." (Fabio Pusterla)
16,00

E io che intanto parlo. Poesie 1990-2015

E io che intanto parlo. Poesie 1990-2015

Anna M. Carpi

Libro: Copertina morbida

editore: Marcos y Marcos

anno edizione: 2016

pagine: 238

"Il desiderio, e non la disperazione, sembra essere il motore della parola poetica. E il desiderio si configura prima di tutto in una sorti di nomadismo continuo, quasi picaresco: nomadismo spaziale e geografico, perché questa è anche una poesia in movimento, percorre l'Europa da Londra alle 'Fiandre fatali' a Mosca, oltrepassa gli Urali, si addentra nella Russia asiatica, giunge alla Siberia, nomadismo mai pago di nessuna meta e tutto teso al suo nervoso movimento di scoperte e ripartenze, delusioni e nuovi slanci; ma anche nomadismo temporale e culturale, che consente all'autrice di spostarsi velocemente dall'oggi al passato più o meno distante (dalla Guerra dei Trent'anni, poniamo, a Stalingrado), dialogando con personaggi scomparsi e con maestri defunti, e di chiamare a sé, come compagni di strada, i nomi più cari e più distanti. Però il nomadismo investe più sotterraneamente la stessa parola, il suo costante essere in movimento attraverso il ritmo e la sintassi: ritmo e sintassi piani, comprensibili, persino tradizionali (come il ricorso alle misure canoniche, alle rime), argini necessari e voluti per indirizzare il flusso del desiderio che percorre le sillabe, trasformando ogni singola parola in accampamento provvisorio, in 'parola-tenda', il 'Zelt-wort' di Paul Celan esplicitamente ricordato in 'Compagni corpi'." (dall'introduzione di Fabio Pusterla)
18,00

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