L'Oceano nell'Anima: Icaro

Cosa spinge una persona a scrivere tante pagine così minuziosamente avvitate sulla storia della propria famiglia, e dei compagni di rione. C’è una concezione forte, davvero profonda del proprio spaccato familiare e degli amici che rimangono sempre perché la famiglia e i fedeli seguaci di gioventù sono destinati a ritornare puntualmente nel nostro presente per agitare il cassetto della memoria dove si intrecciano i ricordi, le emozioni, i dolori, le gioie, le passioni, gli amori, tutto quanto, nel bene e nel male, che continua a scorrere in quel fiume lungo e tortuoso che è la vita.

"Davvero avvincenti sono i racconti che ci vengono proposti, dai quali si avverte un inconfondibile ritmo catarchico, carezzevole, magico e tanto simile a quella maliosa sinfonia creata dai racconti dei nostri nonni, all’argenteo chiarore delle notti di plenilunio col sottofondo dei canti delle cicale e i voli di lucciole ubriache di sogni. Ci si ritrova immersi in una quieta, avvolgente sinfonia di vita e non di morte, d’amore e non di odio, di verità e non di menzogne, di luci e non di ombre, di speranza e non di disillusioni, di resurrezioni e non di irrisolti drammi esistenziali perché la vita non è altro che uno spettacolo da vivere anche per i figli del cuculo e per gli invisibili e ognuno di noi deve esser pronto a recitare al meglio la propria parte… poiché non è ammessa alcuna replica. È un ritmo soave che si irradia ed evoca il contagio del cuore e il moltiplicarsi di emozioni positive, inneggianti alla vera essenza della vita."

È un romanzo sospeso tra cronaca, saggistica e letteratura. Un libro che celebra il legame emozionale del protagonista, Peppino, con la propria terra natìa, con la memoria del passato, i luoghi in cui è cresciuto, con gli affetti a lui più cari.

Antonio Daddario, scrittore, poeta dialettale, ha di certo tracciato un solco che lascerà impronte da ripercorrere al di là del “borgo natio”, così tanto amato, perché la lingua parlata appartenente ai luoghi è pura espressione dell’anima di un popolo a difesa delle specificità etniche e culturali per preservarne la memoria in ogni sua sfaccettatura.

L'autore di questo racconto evidenzia una notevole, precisa e significativa vena descrittiva. L’ambientazione iniziale già rivela i tratti caratteriali ed emotivi del protagonista, Michele, ormai vecchio, in prigione al 41-bis, che si circonda nostalgicamente delle piccole cose e dei ricordi di un’età felice e lontana, quando era circondato dall’affetto dei suoi cari, della sua famiglia.

"E… una sana spinta a cercare oltre se stessi, è quell'energia che, se ben coltivata, darà buoni frutti perché, come diceva mia nonna, 'Chi non risica non rosica'. E a volte occorre impegnarsi a fondo per ottenere un risultato che sembra irraggiungibile e l’esito tanto atteso sarà più appagante del previsto. E lei per anni ha trovato solo porte chiuse e muri; poi con un pizzico d’incoscienza ha ripreso in mano la sua vita, non ha più ascoltato le voci che la frenavano ma solo la voce del suo cuore e con forza di volontà e sacrificio è riuscita a dare una svolta definitiva alla sua vita trovando in sé le risorse che le hanno permesso finalmente di 'vivere'."

Il secondo volume di "In diretta da passato" nasce dalla continua indagine e riscoperta delle innumerevoli vicende storiche che hanno costellato la vita degli uomini in cui, fatti e accadimenti sempre diversi, misteri, fenomeni naturali, religiosità, guerre, si intrecciano in un labirinto emotivo che si ripete nel tempo

Questa raccolta, sebbene venga presentata in cartaceo, nasce e si propone come un… Neo-Decameron 2020 digitale drammatizzato. Non, però, dieci giornate, cento novelle e dieci giovani, né, per fortuna, in corso di un'epidemia di peste nera, come avvenne nella Firenze del 1348, ma, nel caso nostro: un periodo di settantotto giorni di preparazione, per trentacinque monologhi, con l'impegno di trenta attori, al tempo della pandemia di Covid-19. Una trovata escogitata da un gruppo di amanti del Teatro, i quali decidono, perdurando la fase delle restrizioni con abolizione dei contatti diretti, di incontrarsi, non in un giardino fuori città, come per il primitivo Decameron immaginato da Giovanni Boccaccio, ma in “quello digitale” di Skype, più modestamente organizzato da Walter Scudero, allo scopo di poter continuare a mettere in scena qualcosa di nuovo, pur nella contingenza della diffusione del contagio.

È un percorso complesso quello che dovremmo compiere ogni giorno, nel quale anche chi ci ama davvero gioca un ruolo fondamentale. In cui anche delle frasi sentite in tv possono essere importanti. Come accade a Daniela, che un giorno, per caso, sente le parole del Papa e percepisce che, in mezzo al fango nel quale si trova, qualcosa dentro di lei sta cambiando.

Due studenti di archelogia, durante uno scavo, ritrovano una sacca contente un rotolo di pergamene. Il documento, fa riferimento a fatti storici avvenuti nei primi anni del 1300. Si tratta del diario di viaggio, redatto da un frate francescano, Giacomo da Fiorenza, un viaggio che non è solo geografico. Il giovane frate è testimone involontario della congiura ordita dal Duca di Calabria e da Accursio Bonfantini, Inquisitore di Firenze, ai danni dello scienziato Francesco Stabili, meglio conosciuto come Cecco d’Ascoli. Giacomo diventerà suo confessore e accoglierà l’invito a mettersi in viaggio per conoscere la realtà di un mondo assai diverso dalla quiete di studio e preghiera di un convento.