Lindau: Piccolo karma
L'erede di Montezuma
Carlo Coccioli
Libro: Copertina morbida
editore: Lindau
anno edizione: 2020
pagine: 520
«Io Cuauhtemoc, figlio di Ahuizotl, io Aquila-che-Cade, colui che parla, re di Tenotichlan, capo della Triplice Alleanza, imperatore, undicesimo e ultimo signore del Messico, capo degli uomini...». Chi parla è l'erede di Montezuma. Aspettando la morte per mano degli spagnoli, l'indomito re, nudo ma avvolto da una divina luce verde che è «pace e gioia», chiama a raccolta le forze e la memoria per narrare la sua vita e il dramma di cui è attore e testimone: il crollo della società azteca. Sfilano i ricordi: le durezze dell'infanzia e del collegio, le figure carismatiche della madre e del maestro; i sacerdoti e i potenti con le loro manovre, le feste e le solennità; l'eleganza delle vesti e degli ornamenti, lo splendore dei palazzi, dei templi, dei canali; le guerre «fiorite» e i sacrifici umani; le voci, i versi, le canzoni, le luci e le ombre, i foschi presagi e le crepe nell'edificio politico prima dell'arrivo dei bianchi, colpo di scena della storia. E si rincorrono le domande: perché tutto cade come un castello di carte sotto l'urto di un manipolo di barbari? È una fatale coincidenza quella dell'antica profezia che annunciava il ritorno degli dei esiliati da Oriente con lo sbarco degli Esseri - volgari, infidi, rapaci, affamati d'oro - sui lidi degli uomini? E la spettrale inerzia di Montezuma, «malato di Dio»? Era scritto, o c'è dell'altro? Nel suo volo d'addio l'Aquila azteca rivede ogni cosa al ralenti per cogliere i più fini frammenti dell'enigma, planando ad ali distese verso il tragico finale. Con L'erede di Montezuma, Coccioli adotta l'ottica dell'indigeno - geniale esperimento copernicano - squaderna zone inesplorate di un universo meraviglioso. Infondendo vita e poesia ai sedimenti inerti della tradizione storico-antropologica, svela a sorpresa il volto innocente della maestosa civiltà degli Aztechi.
Requiem per un cane
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2023
pagine: 144
«La morte d’un cane non altera l’universo. Continuano a ruotare i pianeti e gli elettroni. Questo pomeriggio, pioverà. […] Tuttavia son convinto, e non smetterò d’esserlo, che il mio cane morto era una forma splendida della vita: grave, nobile, amorosa, e pura». Così Carlo Coccioli scrive di Fiorello, compagno di vita per «quindici lunghissimi anni», e protagonista di queste pagine dolorose e dolci. Un lamento, quello dell’autore, che a tratti si interrompe per raccontare le minuzie della quotidianità, su cui si fondano l’amore e la fiducia che si sviluppano tra lui e il suo cane. "Requiem per un cane" è però anche il requiem per la nostra condizione di esseri mortali, sempre in bilico sul crinale tra la vita e la morte. Per questo, per provare a contrastare l’inesorabile scorrere del tempo, Coccioli si abbandona alla profondità delle sue riflessioni metafisiche e al racconto affettuoso dei ricordi più belli. Un canto d’amore per il cane perduto si trasforma così in una illuminante elegia sulla nostra precarietà.
La casa di Tacubaya
Carlo Coccioli
Libro: Copertina morbida
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 260
Il tormentato itinerario religioso di Carlo Coccioli, attraverso il cattolicesimo, l'ebraismo e l'induismo, è la linea sottile che corre nelle pagine di questo monologo narrativo, scandito in versetti: autobiografia spirituale, che è a un tempo rivisitazione delle «care memorie» familiari sullo sfondo della megalopoli messicana, dove lo scrittore visse per decenni. La casa di Tacubaya è il centro degli Hare Krishna a Città del Messico, a cui il protagonista approda dopo aver letto un opuscolo che un gruppo di ragazzi con la testa rapata e le vesti color zafferano gli hanno venduto all'angolo di una strada. E qui, finalmente, trova la risposta a una domanda che lo ha accompagnato angosciosamente nella sua «cerca»: come si può conciliare il dolore che colpisce anche esseri innocenti con l'infinita bontà di Dio? In una scrittura concitata, che accumula autoanalisi e meditazione, riflessione teologica e illuminazione mistica, cronaca quotidiana e rievocazione del tempo ritrovato, Coccioli tenta disperatamente di penetrare nei territori del Mistero, coniugando Oriente e Occidente, monoteismo e «politeismo», abbracciando i raggi della Grande Ruota, che convergono tutti nel centro immobile e unificante. Sicché "La casa di Tacubaya", che non ha riscontro in altre opere della nostra letteratura, diventa Romanzo della Conoscenza in epoca postmoderna.
Un suicidio
Carlo Coccioli
Libro: Copertina morbida
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 256
Un libro che uccide. Una vittima innocente. Uno scrittore tormentato. Sono i perni di una vicenda ambientata in una città messicana nei primi anni '50 che mette in scena un ampio campionario antropologico - dal dotto professore-libraio al losco giornalista, dal potente governatore al saggio bambino lustrascarpe, ai patetici mariachis - e misteriose, elusive presenze. All'origine c'è il terribile annuncio dato dallo sconosciuto Ramón in una lettera a Fabio O., l'autore del romanzo inneggiante alla purezza che l'ha folgorato: «Quando si è coscienti della propria sporcizia, si va a lavarsi. Io vado a lavarmi; non voglio più vivere. Vivere sarebbe sporcarsi sempre di più...». Vana è la corsa di Fabio per fermarlo: al suo arrivo sulla scena, il teatrale martirio del ragazzo - circondato di fiori bianchi, un crocifisso sul petto - si è già compiuto. E subito inizia per lo scrittore un assillante rovello: come può accadere che, nelle mani di un ingenuo lettore, il limpido messaggio di virtù e ordine del suo libro venga stravolto così, che un'opera intesa al Bene causi direttamente il Male, concretato nella morte fisica? È inspiegabile. A meno che qualcuno trami nell'ombra... Ma perché? Cui prodest? Seguendo il filo contorto di un insensato ricatto, tra una moltitudine di segni ambigui, strani incontri e apparenti divagazioni, Fabio riuscirà a condurre in porto la sua indagine, fino a una duplice spiazzante soluzione. Geometrico e allusivo come un film noir dell'epoca, "Un suicidio" adombra - trascendendola in un immaginario giallo filosofico - la vera e dolorosa storia degli eventi legati alla pubblicazione dello «scandaloso» Fabrizio Lupo, il romanzo di Carlo Coccioli che osò rivendicare la dignità dell'amore omosessuale. I brani del suo Journal, presentati in appendice in traduzione italiana, ne illuminano gli oscuri retroscena omofobici.
Omeyotl. Diario messicano
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 292
Il Messico patinato dei dépliant, del folklore normalizzato a uso dei turisti e del kitsch merceologico: niente è più lontano dal Messico di Carlo Coccioli. Per un debito di verità e di gratitudine, lo scrittore ha raccolto in questo libro i preziosi elzeviri scritti nei secondi anni ’50 per vari quotidiani italiani, componendo uno speciale vademecum per una conoscenza autentica e profonda, «affrancata dal tempo», di quel paese, sua seconda patria, che replica infinitamente la natura duale-ossimorica di Omeyotl, il principio divino azteco a un tempo maschile e femminile cui ancora s’informa ogni aspetto dell’ethos messicano. Qui i celebrati machos sono lacrimosi e molli, mentre le donne, asciutte e spesso eroiche, hanno dignità e forza di carattere; qui la brutalità si coniuga con la cerimoniosità, l’umiltà con l’arroganza, l’ignoranza con la pomposità, l’onestà con la corruzione, il silenzio coi clamori della fiesta; persino la morte è bella e, in forma di giocattolo o di dolcetto, rallegra grandi e piccini. E ovunque, in ogni gesto, si percepisce l’alitare di quella dimensione arcana in cui si stratificano e si intrecciano amorosamente, senza mai fondersi veramente nel melting pot della più vasta popolazione meticcia del mondo, spiritualità antiche e nuove, intrinsecamente diverse e teoricamente dissonanti.
Manuel il messicano
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 416
La Passione e molte altre passioni sono il motore di questo romanzo che si sviluppa attorno alla figura del giovane Manuel, crocefisso un Venerdì Santo nel villaggio di Tlaltenalco per impersonare Gesù Cristo, secondo un antico rituale che contamina religiosità azteca e ispano-cattolica, e per espiare, secondo la sentenza del pueblo, un delitto mai commesso. Oppure, chissà? «Ninguna cosa es segura», nessuna cosa è certa. Qui tutto è incerto, ambiguo, enigmatico, a partire dalla colpa di Manuel, il tentato (o riuscito) stupro di una ragazza. E la potente pulsione sensuale che pervade la vicenda non si sottrae alla regola: nel mondo di Manuel, così tenacemente arcaico e fieramente macho, l’attrazione omoerotica serpeggia segreta tra gli uomini e talvolta prorompe violenta, facendosi giustizia privata, resa dei conti, con una lunga scia di sangue. Non diversamente dalle vittime, però, persino gli autori di crimini cruenti sono spesso avvolti da un’aura di innocenza, di incolpevole passività – come fossero burattini manovrati da una congerie di dei e demoni in zuffa tra loro, alla maniera messicana – e alcuni rifulgono di commovente bellezza. Come l’indimenticabile protagonista.
Rapato a zero
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 240
"Rapato a zero" raccoglie una cinquantina di elzeviri pubblicati in terza pagina dal quotidiano «La Nazione» di Firenze agli inizi degli anni ’80. Scritti di getto e dettati per telefono dal Messico il giovedì mattina, conservano la scalpitante, affettuosa vivacità originaria e l’irriverenza caratteristica dello scrittore toscano, travagliato cittadino del mondo, insofferente di ogni diktat. Coccioli fustiga ridendo, con fondamentale bonomia, feticci culturali, vizi e vezzi di chiunque, compreso sé stesso. Qualunque sia l’argomento o lo spunto di un articolo – l’underground, i gatti, i Bronzi di Riace, gli Hare Krishna, Dio, l’amore, l’anima, gli alcolisti –, lo scrittore non parla mai dall’alto di un pulpito, ma, quasi a braccio, dal piano basso della realtà quotidiana, in mezzo al traffico delle presenze materiali e spirituali della sua vita. Rapato a zero è una sequenza di brevi cicloni narrativi che dissolvendosi in una coda di persistenti armonici deposita nelle nostre mani uno smagliante galateo morale e intellettuale.
Le case del lago
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 224
Nel suo buen retiro sulle rive di un lago messicano (il Lago degli Abissi), un maturo intellettuale, certo di essere destinato a morire presto, racconta a un enigmatico interlocutore una storia perturbante di sesso, amore e delitto. Al centro degli eventi è la piccola comunità che occupa le tre solitarie case di villeggiatura (la Senza Nome, la Pagoda, il Purgatorio): nella prima abita il narratore col suo giovane compagno «miracolato» Damaso, gli angelici cani Maximus e Minimus e l’arcaica domestica italica; nelle altre due è distribuita una numerosa famiglia americana di origine ebraica quasi al completo – dalla teatrale nonna Lia fino ai nipoti Pierce, hippy-«arancione», e Tadeusz, inquietante efebo tredicenne – con i nerissimi famigli e l’ospite Monsieur Cavalcantì, la cui misteriosa scomparsa è il motore della vicenda. Unico «giallo» nella produzione dell’autore, "Le case del lago" è un esperimento di grande audacia: il terso impianto alla Agatha Christie, contaminato dal paranormale e da morbose suggestioni erotiche che quasi lo trasfigurano in un arazzo gotico, e attraversato dalla fremente interrogazione esistenziale-escatologica del narratore, accoglie notazioni sapide e momenti di autentica poesia, che conferiscono al racconto un’assoluta originalità narrativa, in puro «stile Coccioli».
Uno e altri amori
Carlo Coccioli
Libro: Copertina morbida
editore: Lindau
anno edizione: 2020
pagine: 304
"Uno e altri amori" raccoglie una trentina di racconti, scritti lungo un ampio arco temporale a partire dagli anni '50. Brevi e folgoranti, o lunghi e densi con intrecci e sviluppi complessi degni di un vero romanzo, ci conducono attraverso una variopinta galleria di soggetti: piante malate d'amore, «simpatici» pesci-UFO, fantasmi pacificati, foschi ménages à trois, gatti melodiosi, insetti impervi alla compassione, amanti dell'uno e dell'altro sesso variamente impegnati in esperimenti erotici... Sono ritratti a volte straordinari, persino visionari, di figure colte per lo più in ambienti del tutto ordinari, circondate da oggetti consueti e banali - a Parigi come in Messico, in Toscana, o in Bolivia e nel Middle West americano -, ma capaci di insinuare l'inquietudine dell'assurdo e dell'inesplicabile nel quotidiano. Al termine di questo percorso sinuoso tra storie conturbanti, drammatiche, fantastiche, enigmatiche, a tratti esilaranti, l'unico sentimento che di certo scopriremo di non aver provato è la noia. Questa raccolta offre al lettore l'occasione di un approccio sostanziale al suo autore. Carlo Coccioli vi è presente per intero, con le sue ossessioni metafisiche, il tormentato rapporto con il sesso, l'amore empatico per le creature, l'eterno peregrinare. Con la sua strenua e proliferante immaginazione, alimentata da un occhio mai sazio del visibile e dell'invisibile che vi si annida, e, soprattutto, con quel suo stile inconfondibile, maturo fin dai primi anni e miracolosamente immune da invecchiamento.
Davide
Carlo Coccioli
Libro: Copertina morbida
editore: Lindau
anno edizione: 2020
pagine: 404
Davide, uno degli ultimi romanzi scritti da Carlo Coccioli, pubblicato per la prima volta nel 1976 da Rusconi e finalista al Premio Campiello, venne da più parti accostato, fin dalla sua uscita, alle Memorie di Adriano. Con il capolavoro della Yourcenar ha infatti molti tratti in comune: l'accuratezza storica, la profondità spirituale e psicologica e, più di tutto, la voce del protagonista, che ormai sente avvicinarsi la fine dei suoi giorni e passa in rassegna la propria esistenza. Se, però, nel libro della Yourcenar la narrazione prende la forma di una lettera al futuro imperatore Marco Aurelio, in Davide si tratta piuttosto di un monologo rivolto a Dio, di un'invocazione a quel Dio che il re di Israele ricercò e amò con passione. Come già ne "L'erede di Montezuma", Coccioli parla al lettore con la voce di un grande personaggio storico, rievocandone le battaglie e gli amori e indagandone i peccati e i desideri; alle ansie metafisiche del protagonista fanno però eco quelle dell'autore, che attraverso le parole di Davide racconta di sé stesso e della sua inesausta ricerca spirituale.
Documento 127. Ho incontrato il Dio di Israele
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2020
pagine: 376
Il 17 novembre 1967, nella casa di Città del Messico in cui vive da quindici anni, Carlo Coccioli inizia a scrivere un «libro-altra-cosa», come lo definisce lui stesso, un’opera diversa e molto lontana da tutte le altre: «Il [libro] più importante di tutti, il più aspro, il più consolante: il mio solo libro necessario». Documento 127 è un’autobiografia, è un saggio, è il resoconto di una ricerca spirituale, è l’esegesi di un mondo molto caro a Coccioli e centrale nel suo percorso: quello dell’ebraismo. Coccioli ha una conoscenza vastissima della religione e della cultura ebraica, che gli permette di sondare nel profondo la condizione di quel popolo da cui una parte della sua famiglia discende. «Il giudaismo è in primo luogo un destino» e poi «una vocazione», ma essere ebrei per Coccioli significa anche convivere con la dimensione dell’esilio e dell’attesa, in particolare quella del Messia.
Piccolo karma. Minutario di San Antonio, Texas
Carlo Coccioli
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2020
pagine: 248
Piccolo Karma è la cronaca delle semplici occupazioni quotidiane, riprese in brevi sequenze di minuti (da cui la definizione di «minutario»), della vita di Carlo Coccioli durante un mese trascorso nella casa di San Antonio in Texas nel 1987, quando lo scrittore decise di concedersi per la prima volta il respiro lieve del frammento. Questa tranche de vie, che si vuole umile e banale («noterelle») ed è invece universalmente riconosciuta come un suo capolavoro, scorre, ora gioiosa, ora malinconica, tra giardini fioriti e cieli sereni, piante, cani, uccelli e formichine, amici e vicini cordiali, shopping, telenovelas e ogni altra manifestazione di una modernità sobriamente familiare. Approdato alla prospettiva buddista, Coccioli osserva il gioco del karma con attenzione pura e gentile, spesso divertita, ma il nuovo abito mentale non spegne in lui l’antica ossessione teologica che lo spinge a cercare la mano di Dio ovunque, fin nelle cose più improbabili. Così, transitando per le proteste accorate contro la sofferenza e la morte e il sogno regressivo di un Dio-caramella capace di addolcire l’implacabile andirivieni karmico delle creature, il libro si chiude su una visione stupefacente: l’apoteosi di Disneyland, Eden artificiale per eccellenza, dove «tutto si mescola e non è male che ciò succeda visto che Tutto è Uno».

