L'Autore Libri Firenze: Biblioteca 80

"Ho iniziato la vita lontano dalla famiglia forse con troppa sicurezza, troppe aspettative. Le difficoltà di tutti i giorni, i rapporti non sempre facili con gli altri avevano già minato la mia spavalderia, fino all'incontro e alla convivenza con un bugiardo patologico, che hanno fatto crollare definitivamente la fiducia in me stessa, negli altri, nella vita. Dopo un primo momento di disorientamento totale, la ricostruzione lenta, mattone su mattone, durante la quale vivo più da spettatrice che da protagonista. Finché riscopro il valore dell'identità, dell'unicità di ognuno di noi". La solitudine e il dolore per l'abbandono possono indurre a perdere completamente la fiducia in se stessi, fino a smarrire la propria identità; ma forse è proprio attraverso questo percorso che si può imparare a conoscersi un po' di più, a essere più realisti, ad apprezzare di più le piccole cose e gli altri, al punto da ritenere ogni storia unica, mai banale.

Antonio è un uomo di successo, responsabile di una grande azienda che opera a Firenze. Individualismo, avidità ed egoismo sono i sentimenti del quotidiano di Antonio e del cosiddetto "Occidente civilizzato", nel quale l'odio imperversa e le guerre sono spesso combattute in nome di un Dio che divide anziché unire. Il sacrificio di Cristo sulla croce appare vano, cosicché il figlio di Dio, tornato sulla terra, prende atto del fallimento dell'uomo ed è sul punto di abbandonarlo al proprio destino di autodistruzione quando decide di compiere un estremo tentativo. Per farlo chiede aiuto agli dèi del pantheon nordico, relegati nell'oblio proprio dall'avvento del cristianesimo: una sorta di alleanza tra religioni, finalizzata a operare il bene. Sarà proprio Antonio a essere scelto dalle divinità quale possibile latore di un nuovo messaggio di salvezza. Egli dovrà attraversare territori ignoti e misteriosi, scendere negli abissi di se stesso e vivere incredibili esperienze per approdare a quel profondo cambiamento dell'io che prelude a una nuova nascita.

Quando tornò al mare l'acqua sembrava una terra azzurra di leggera aratura. Sulla riva il ragazzo suonava, nell'alba. Dallo strumento traeva accordi il cui puro suono si legava all'odore di salmastro, al rumore dei flutti, alla sua voce quando chiese: "Cosa cerchi?" "La verità... me stessa...".

Il racconto si snoda nell'arco di tutto il Novecento e ci fa conoscere tutti coloro che hanno lasciato un'impronta marcata nella vita del protagonista attraverso "ricordi nostrani, gradevoli come il vino fatto in casa, che sembra buono anche quando è un po' spunto, complice la genuinità". Un romanzo emozionante che racconta la storia di una vita attraverso giorni dell'infanzia, dell'adolescenza e della giovinezza per lasciare l'affresco di una meravigliosa terra nel mare.

Ho bussato alla porta di quell'affetto materno finché le nocche hanno resistito. Sognavo di entrare nel suo mondo irreale ma non ho trovato il sentiero, forse era coperto dalle sterpaglie del suo dolore, forse quell'ingresso era vietato proprio a me, alla mangianuvole che non le somigliava per nulla. Eravamo due estranee. Non poteva sentirmi figlia se non si sentiva madre, non potevo sentirla madre se non mi sentivo figlia. Giulia è una giovane scrittrice omosessuale che sopravvive nel presente nella speranza che, svoltato l'angolo del futuro, il destino le regali la vita, ma non riesce a liberarsi dei fantasmi "neri" del passato che la tormentano e la risucchiano. In un viaggio a ritroso nel tempo tenta di liberarsi del suo traumatico passato, ma deve dire addio all'unica donna che nonostante tutto ama e desidera rivedere.

La bellissima casa in collina dove Miranda Soffi abita con il marito ha già subito numerosi cambiamenti quando, per realizzare il suo ultimo desiderio, vi è in progetto di costruire in giardino due muri di contenzione in modo da sfruttare al meglio un terreno scosceso trasformandolo in due bei gradoni. "Qualcosa" sfugge di mano alla bella signora e quel terreno diventa scena di un efferato delitto...

"Mi chiamo Matteo Riva, e gli avvenimenti dei quali sto scrivendo iniziarono nel 2091. All'epoca dei fatti avevo ventotto anni, ero un giovane avvocato e abitavo in un grande e anonimo grattacielo. La mia città faceva parte di una confederazione di varie città-Stato, edoniste e ricche, regolate e suddivise in rigide distinzioni di casta. Progettate con uno stesso schema urbanistico che discriminava le differenze sociali e impediva il contatto degli appartenenti alle prime classi sociali con i più miserabili tra la popolazione, i cosiddetti diversi. Lo Stato sociale degli abitanti era ripartito in cinque classi, così come le zone residenziali. I diversi non appartenevano ad alcune classe, per il regime non esistevano...".

Il sonno e i sogni: fantasie della notte, immagini dell'inconscio, fantasmi del passato che si riaffacciano prepotenti alla mente nel momento della quiete e del riposo. La loro interpretazione ha creato indirizzi di studio, teorie, ipotesi e schemi a cui fare riferimento, insegnamenti, critiche e contro-critiche. Una testimonianza, è quella che leggiamo in queste pagine, che nasce da un'esperienza intima e personale, un tentativo di dare una spiegazione, una giustificazione, a situazioni, comportamenti, stati mentali e affettivi, dolori, sofferenze e condizioni paranormali che segnano una vita spesa a cercare: motivazioni, chiarimenti e perché.

Uno dei maggiori poeti dell'Ottocento italiano ci viene presentato in questa opera, a metà strada tra il romanzo e il saggio, come un giovane combattuto tra il desiderio di allontanarsi dalla noiosa vita di provincia, per allargare le proprie conoscenze letterarie e prendere dimestichezza col mondo, e la consapevolezza della propria inadeguatezza alle cose pratiche della vita. Un ritratto toccante e vivido di un grande scrittore e delle sue opere maggiori, ma anche di un ragazzo, costretto a elemosinare affetto e considerazione dal padre e dalla madre e a cui è preclusa la via dell'amore.

Fortunato è un giovane pigro e sognatore che trascorre gran parte dei pomeriggi estivi nella quiete del suo ovattato appartamento con la precisa intenzione di disintossicarsi da mesi di quotidiano logorio. La sua esistenza, volutamente monotona e abitudinaria, è costellata di insicurezze e piccole ossessioni, inclusa la convinzione di essere perseguitato da un destino ostile e imperscrutabile. Un sabato di settembre, seppur di malavoglia, si mette in viaggio in compagnia di un'avvenente vicina per un breve soggiorno in campagna presso un'anziana e facoltosa zia. È l'inizio di un vero e proprio incubo: tra auto sabotate, sassi che piovono dal cielo e incendi dagli esiti mortali, il protagonista diventa il fulcro intorno al quale orbitano complessi intrighi di provincia. Sullo sfondo del paesaggio appenninico di fine estate, caratterizzato da infinite sfumature di colori, si snoda una storia dai contorni surreali, che dimostra come in un lampo possano vacillare anche le più solide certezze.

Pagine "pungenti" sull'uomo, sulla vita, sulla morte. «Quando frequento l'uomo, sono l'amico di tutti. Quando parlo dell'uomo, non sono nemmeno l'amico di me stesso. Non ho mai posseduto delle verità, ho dovuto accontentarmi delle certezze. Se siete allergici alla correttezza e alla gioia di vivere, non leggete queste pagine. Come ne sconsiglio la lettura a tutti coloro che hanno l'intelligenza corta e la malafede lunga, la lucidità ridotta e il pregiudizio dilatato. Sono già tanti i libri che ci fanno rimpiangere di non essere analfabeti...»