Ianieri: I quaderni di gioia
Dacia Maraini in scena con Marianna, Veronica, Camille e le altre
Angela Matassa, Gioconda Marinelli
Libro
editore: Ianieri
anno edizione: 2008
pagine: 88
Questo volume offre un quadro sintetico ma significativo della produzione teatrale della Maraini, che ha trattato con forza e passione il difficile percorso delle donne di ogni luogo, tempo e condizione. È una straordinaria e attenta osservatrice del ricco e inafferrabile universo femminile e delle dinamiche psicologiche che lo contraddistinguono. Nei suoi scritti e nei suoi testi teatrali esplodono sentimenti dalle tinte forti, conflitti struggenti, messi in scena talvolta anche in forma esasperata, ma che arrivano con immediatezza e vigore al lettore o allo spettatore, grazie allo spirito comunicativo che caratterizza tutta la sua attività di scrittrice, drammaturga, docente. Racconta storie di tutti i tempi in un teatro d'impegno e di denuncia per accompagnare le donne emarginate, negate, violate nella lotta per l'emancipazione, per l'affermazione della propria identità, che nonostante tutto sono vitali, combattive, sempre desiderose di non essere sconfitte. Personaggi tormentati, inquietanti, contraddittori, vittime o carnefici, isolate, private della libertà, in conflitto con se stesse e con il mondo. Per coglierli e rappresentarli, ha scelto luoghi difficili, palpitanti di dolore e sangue: le carceri, la strada, le cantine in cui ha portato personalmente la sua testimonianza e il desiderio di farsi portavoce delle istanze di chi non viene ascoltato.
Sabina Santilli. Figlia della notte silenziosa
Elena Doni
Libro: Libro in brossura
editore: Ianieri
anno edizione: 2005
pagine: 80
All'età di sette anni, aveva perso la vista e l'udito in seguito a una meningite. Ha voluto vivere, agire, imparare, lavorare, invece di spegnersi a poco a poco come accade spesso a chi è colpito da menomazioni terribili, e dare coraggio ad altri ciechi e sordi come lei; e ad altri, ancora più sfortunati, che ciechi e sordi dalla nascita non avevano neppure imparato a parlare. "Aveva la luce dentro". Venne a conoscenza di un istituto che accoglieva e faceva studiare i bambini ciechi: era il Regina Margherita di Savoia, appena aperto per l'instancabile insistenza di una straordinaria figura di educatore cieco, il prof. Augusto Romagnoli. Con Romagnoli, Sabina aveva imparato il francese, in seguito volle imparare l'esperanto, l'inglese e il tedesco. Un prezioso contatto con il mondo fu costituito per Sabina dalle tante riviste alle quali era abbonata. Aveva imparato bene la dattilografia e la corrispondenza di Sabina si era fatta sempre più intensa: lei rispondeva puntualmente a tutti, offrendo il suo sostegno. Venne così a conoscenza del fatto che molti di loro erano abbandonati al Cottolengo e qualche volta anche in manicomio. Per il confronto tra quanto si faceva all'estero ed il quasi nulla che c'era in Italia, prese forma in Sabina l'idea di farsi lei stessa promotrice di un'iniziativa nazionale a favore dei sordo-ciechi. Nacque così nel 1964 la Lega del Filo d'Oro.
Mia divina Eleonora
Daniela Musini
Libro
editore: Ianieri
anno edizione: 2008
pagine: 96
Eleonora Duse. Un'attrice. Una donna. Una leggenda. Così, semplicemente, si potrebbe sintetizzare lo straordinario percorso esistenziale ed artistico della più acclamata interprete teatrale di tutti i tempi. Il testo è un omaggio alla sua vita, costellata di successi e di eccessi, di gioie accecanti ed amarezze struggenti, ma soprattutto alla sua anima di donna appassionata e fragile, volitiva e vulnerabile. La vicenda si svolge in una stanza d'albergo a Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove la Divina si trovava per una tourneé, che sarebbe stata l'ultima della sua sfolgorante carriera. Il percorso temporale si snoda a partire proprio dal suo ultimo giorno di Vita, il 21 Aprile 1924, attraverso il racconto evocativo e suggestivo della propria vicenda professionale e privata, che la Duse stessa consegna a Madeleine, sua governante-dama di compagnia. Si assiste, pertanto, a continui slittamenti temporali, e all'avvicendarsi sulla scena di altri personaggi: Arrigo Boito (poeta e librettista di Verdi), suo grande amore, Sarah Bernhardt, sua fascinosa rivale, e Gabriele d'Annunzio, con il quale costituì un vitalissimo sodalizio artistico e visse, come s'è detto, una struggente storia d'amore. Ma la protagonista assoluta è lei, solo lei: Eleonora Duse.
Francesco Ippoliti. Un anarchico abruzzese agli inizi del Novecento
Oliviero La Stella
Libro
editore: Ianieri
anno edizione: 2007
pagine: 64
Francesco Ippoliti, era nato il 12 febbraio 1865 da Silverio Ippoliti, un piccolo proprietario terriero, e da Rachele Ottavi. Compì gli studi a Napoli dove si laureò in Medicina e Chirurgia. Qui si formò in un'atmosfera repubblicana e positivista, per abbracciare successivamente la dottrina anarchica del socialismo, manifestando idee anarchiche in corrispondenza col noto anarchico di Roma Temistocle Ponticelli. Determinante, per la sua formazione politica, fu il rapporto con Monticelli, figura di rilievo nella storia del movimento anarchico italiano e il marchigiano Ottorino Manni con il quale strinse amicizia. Divenne "il medico dei poveri". Si dedicò infatti ad assistere soprattutto la povera gente, dalla quale non pretendeva alcun pagamento. Il Principe Torlonia, prosciugando il Fucino, il terzo lago italiano quanto a grandezza, strappò dalle acque fece 16.000 ettari di terreni da coltivare, istituendo un suo feudo e governato secondo regole medievali, sostenuto dal clero e dalle forze dell'ordine corrotte. Ippoliti, rappresentò il vero spirito della rivolta, incitando i contadini alla ribellione del "regime feudale" nei movimenti di lotta contro lo sfruttamento del loro lavoro. Francesco Ippoliti, morì solo e dimenticato il 7 gennaio del 1938. Abbracciò l'anarchia e fu francescano al tempo stesso, anche se non uomo di fede. Decise di spogliarsi di ogni bene, per essere coerente con la sua scelta: "Povero fra i poveri, per non essere complice".