Gattomerlino/Superstripes: Serie blu
Celebrazione
Leonardo Garet
Libro: Libro in brossura
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2011
pagine: 74
"Un lettore che volesse rendere giustizia alle poesie raccolte in Celebrazione dovrà anzitutto rinunciare alla tentazione di analizzarle, di classificarle o di darne una spiegazione. Perché ciò che qui incontrerà sono incroci, scenari verbali con cura disposti a produrre la scintilla, la rivelazione di quanto sta dietro le consuetudini percettive e sentimentali, di quel qualcosa di sfuggente, che non accetta di essere definito da parole-gabbia, perché si farebbe fossile, mentre può essere intravisto, può manifestarsi, quando è invocato con parole-uccello, e così può raggiungere il corpo e la voce di chi lo trova. Tutta l'opera di Leonardo Garet aspira, più o meno dichiaratamente, a uscire da sé, a straripare nelle mani del lettore, a coinvolgerlo intimamente nella danza universale di spostamenti e metamorfosi." (Dalla postfazione di Eloy Santos)
Una lettura eretica delle favole di La Fontaine
Piera Mattei
Libro: Libro in brossura
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2011
pagine: 55
"Non sembrerebbero esistere dubbi che le favole, nella loro grazia, stiano lì ad ammaestrare gli uomini attraverso i vizi e i comportamenti degli animali. Oppure queste favole siamo autorizzati a leggerle anche trascurando la morale, spesso pedantesca, spesso ristretta nei confini angusti del senso comune? È quello che mi sono proposta di fare. A un secolo e mezzo da Darwin, ho scelto di vederli accanto, uomo e gli altri animali, specie insieme diverse e affini. Più che additare una morale, nella mia lettura, queste favole studiano precisi comportamenti animali, altri li immaginano, componendo racconti indimenticabili. In questo modo ha avuto per me inizio la riscoperta."
La farfalla dell'irreversibilità
Maarja Kangro
Libro: Libro in brossura
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2011
pagine: 54
La voce di Maarja Kangro risuona in un paesaggio desolato. Il suo linguaggio aspro, esplicito, ironico, nel rendere il male palese e banale, intende esorcizzarlo. Intende esorcizzare la paura. Non è detto che un evento negativo sia appena avvenuto, non è detto che di lì a poco accadrà, e tuttavia la sua minaccia incombe, si approssima passo dopo passo, strofa dopo strofa. Come se prefigurando l'evento si potesse fermarlo, fermare il tempo, l'irreversibilità dell'accaduto. Forse ognuna di queste poesie di Maarja Kangro può essere letta come un sintetico, balenante trattato di filosofia pessimista. Un breve sorriso laterale commenta con lucida amarezza la non schivabile crudeltà dell'esistere. Non ce ne sono esplicite tracce, ma ugualmente ci colpisce come evidente, la risonanza di una categoria, in certo ambito, universale: ci sembra d'ascoltare una voce leopardiana. Non certo il Leopardi dei Canti, perché qui ogni liricità è assente, o meglio, per identificare il gesto che l'aggredisce, bruscamente spazzata via. Ma si avverte una affinità, in contesti che più di due secoli ci separano, con il Leopardi delle Operette.
Una briciola, una damigiana. Le metafore alimentari nella poesia di Emily Dickinson
Libro: Libro rilegato
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2010
pagine: 50
Nella poesia di Emily Dickinson viene sottolinato l'uso delle metafore alimentari. La parola "crumb", briciola, ad esempio, termine eminentemente dickinsoniano, ripetuta in contesti diversi, non è forse l'ironica traslazione dell'ostia, del piccolo frammento di pane che nutre per sempre? A Amherst, cittadina del Massachusetts, nell'economia e secondo l'etica puritana di una famiglia benestante come erano i Dickinson, era previsto che le donne della casa provvedessero a fare il pane, a cucinare, a riordinare, a cucire i vestiti. Lei detesta cucire e fare le pulizie ma si dedica con gioia e meraviglia all'orto e certo non sdegna l'ampia cucina soleggiata di Main Street. Nei versi della più grande poetessa americana la più acuta sensibilità non si discosta dal sensuale e sensitivo gusto per il cibo, parabola quasi ossessiva di più alto nutrimento.
Regina del silenzio
Libro: Libro in brossura
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2012
pagine: 52
«'Regina del silenzio' è un poemetto da cui altri critici potranno forse trarre significati nascosti, addirittura allusioni, allegorie. Qualcuno vi leggerà il gioco, il tentativo di seduzione. A noi piace presentarlo cosi, come un'effusione, un canto sincero, che ripete l'eco di letture e modelli letterari profondamente assimilati e amati. Modelli classici che l'Anonimo autore reinventa e rivive, nella propria originale, ribelle e persino, a tratti, scandalosa o scandalizzante, sensibilità, per dare parole a una gelosa e muta ferita. 'Regina del silenzio' si muove in un'atmosfera quasi atemporale : un'esaltazione amorosa, un sentimento forte, radicato nel corpo, nato da 'un nulla' nella chiara coscienza del nulla.» (Piera Mattei).
La quinta ruota di scorta
Kalju Kruusa
Libro: Copertina morbida
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2012
pagine: 681
"Forse la poesia è la coda perduta dell'uomo?" propone in un saggio Kalju Kruusa, indubbiamente una delle voci poetiche più originali, ingegnose e colte della poesia estone di oggi. Per presentarlo conviene iniziare dal nome: in realtà Kalju Kruusa esiste esclusivamente nel mondo letterario, è lo pseudonimo di Jaanus Valk. Caratteristico della sua poesia è che il gioco sfaccettato dei significati, i paradossi logici della vita o le analogie sorprendenti tra cose e fenomeni si rivelino nel quotidiano, nei dettagli apparentemente domestici e consueti.
Dicembre 1947 nella storia di un uomo, una data. Poesie di un anonimo scienziato
Libro: Libro in brossura
editore: Gattomerlino/Superstripes
anno edizione: 2011
«All'inizio dell'estate 2011 ho ricevuto dal suo autore questo piccolo tesoro custodito negli anni: la fotocopia di una copia a carta carbone di alcune poesie. Sulla prima pagina il titolo, Quaderno Inglese, e l'indice. Poi, in alto a destra, tracciata a penna, come chi a distanza di anni cercasse di fissare esattamente nel tempo quei fogli, una data: dicembre 1947. I caratteri dattiloscritti sono piccolissimi e la carta carbone spande un po'. Ho pensato che sarebbe stato bello poter conservare quei caratteri nella stampa del libro. Avrebbero restituito con la loro porosa impressione sulla materia-carta, la realtà di un salto temporale che direttamente ci porta a prima dell'invenzione dei computer. Dunque l'autore mi affidava quel manoscritto, ma univa a quel gesto la perentoria e contraddittoria richiesta di pubblicarlo anonimo. Nelle poesie, nella nuda, orfana, parola che esse enunciano, avverti che si tratta del disseppellimento di scritti e di emozioni, mai veramente dimenticati. Anzi la scrittura sembra riferirsi a esperienze che ancora bruciano, un "quaderno", appunto, messo da parte - senza mai l'intenzione di separarsene davvero» (Piera Mattei)

