Edizioni di Pagina
La corte degli aranci
Antonella Albano
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 308
Due donne si innamorano della stessa casa, ma in epoche differenti: a distanza di decenni, una ragazza di tredici anni e una donna di trentasette abitano quella che una volta era una masseria nei pressi del mare, ormai immersa fra i palazzi, che custodisce un bellissimo giardino di agrumi. Arcangela, in una Taranto fascista e classista, vuole studiare e costruirsi un futuro migliore, anche se è povera, non ha mai conosciuto suo padre e sua madre è in carcere. Benché gli eventi mettano alla prova le sue aspirazioni e la stima che ha di sé, trova forza e consolazione negli alberi della sua corte, che continueranno a esistere grazie a lei e dopo di lei. Sabella eredita la casa e la corte dalla donna a cui è stata affidata come servetta sin dall’infanzia, una ricamatrice che le insegnerà il suo mestiere. Agli albori degli anni Settanta, quando l’emancipazione femminile è ancora una chimera, lei sceglie l’indipendenza e coltiva il sogno di produrre agrumi canditi per le pasticcerie del circondario. Sotto l’ombra del grande cedro, le due donne si riconosceranno anime affini e scopriranno che il proprio progetto di vita a volte pare fallisca, ma se si ama si giunge a compimento.
Il castello di Elsinore. Volume Vol. 90
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 136
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello.
Il Nuovo Teatro e l’avanguardia teatrale. Incontri e influenze oltre i confini (1948-1981)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 372
Questo volume raccoglie gli atti del convegno «The rise of New Theatre and the theatrical Avant-garde: meetings and influences across boundaries (1948-1981)», tenutosi presso l’Università di Verona nel maggio 2022 nel contesto del progetto europeo Marie Curie ‘MariBet’, afferente al Dipartimento di Culture e Civiltà della stessa università. Dall’incontro è emerso un approfondimento dei rapporti e delle collaborazioni intercorsi nell’ambito dell’Avanguardia teatrale tra gli anni Sessanta e Ottanta; un prezioso contributo all’avanzamento degli studi dedicati al movimento che ha riformato il teatro del secondo Novecento. Le relazioni sorte tra attori, danzatori, registi, musicisti, scenografi, fotografi, critici e studiosi di teatro hanno infatti segnato i percorsi e le poetiche dei protagonisti delle sperimentazioni teatrali di quegli anni. Lo studio che proponiamo di quei rapporti e di quei dialoghi, ma anche degli intrecci avvenuti tra le diverse culture, rivela quanto abbiano, da un lato, portato a nuove conoscenze di pratiche e tradizioni spettacolari, dall’altro, favorito lo scambio d’idee, incoraggiando la ricerca teatrale e influenzandone le produzioni.
Il castello di Elsinore. Volume Vol. 89
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 128
«Il castello di Elsinore» è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell'Università italiana. Nata nel 1988, la rivista raccoglie nel suo comitato scientifico quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. La rivista è articolata in tre sezioni (talvolta quattro): la prima, intitolata Saggi, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, Materiali, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, Spettacoli (e/o Libri), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l'intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell'Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello.
Čechov, la sofferenza delle donne
Roberto Alonge
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 148
Un Čechov femminista a sua insaputa che, attraverso i suoi quattro capolavori teatrali composti fra il 1895 e il 1903, canta la progressiva liberazione della donna dalla violenza maschile. Nel primo dramma (Il gabbiano) il rifiuto – a quattro voci – della funzione generatrice della donna. Da quel momento in avanti, solo donne che inseguono il proprio desiderio. La Elena diZio Vanja è svelta a riconoscerlo ma fatica a sbarazzarsi di un corteggiatore sessualmente molesto. La Maša diTre sorelle, invece, il suo desiderio lo cova da quattro anni di un infelice matrimonio, ed è fulminea a conquistarsi l’uomo del suo cuore e dei suoi sensi, senza nessun imbarazzo nei confronti dello squallido marito. La Ljubov’ delGiardino dei ciliegi, infine, conclude la lunga marcia splendidamente sola. Di uomini ne ha avuti, forse persino troppi, ma sono alle sue spalle: li ha dissipati come ha dissipato i rubli del proprio patrimonio. È la più scandalosa delle eroine čechoviane, la più libertina, ma non conosciamo nulla del suo eros; percepiamo benissimo la brama carnale di Elena e di Maša, ma Ljubov’ ci depista e quasi ci sbeffeggia con il suo profilo di crocerossina, di infermiera devota a un maschio egoista e crudele. Rispettiamo tuttavia la sottile perversione masochista che intuiamo in lei, testimonianza di una donna definitivamente affrancata da ogni subalternità, a figli fratelli mariti parenti, alla morale e alle istituzioni. I 4 capolavori teatrali di Čechov in un close reading provocatorio e intrigante che si legge con leggerezza, come fosse un racconto.
Musei diocesani in Puglia
Giacomo Annibaldis
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 200
Roba da sacrestia? Si tende a pensare che sia soltanto un patrimonio di rilevanza religiosa e devozionale quello conservato ed esposto nei musei diocesani (e nelle collezioni d'arte sacra). Invece no: tele, statue, rilievi, libri miniati, insieme ad arredi e paramenti liturgici sempre più si offrono a noi, anche laici, come "archivi" di storia del territorio. Nonché come oggetti di godimento estetico. È un'eredità culturale - ingiustamente considerata minore - fatta di opere d'arte spesso salvate dal naufragio delle "chiese chiuse", dalle sottrazioni indebite, dai mutamenti della liturgia e della religiosità che le hanno rese a volte desuete; eppure parlano un linguaggio che permea tutta la storia bimillenaria dell'Occidente. Come si può evincere da questo itinerario nei Musei diocesani di Puglia che, negli ultimi anni, stanno trovando - pur nelle immancabili difficoltà - adeguata e fruibile sistemazione espositiva. 27 musei (diocesani e d'arte sacra) raccontati da un insolito visitatore, curioso e attento alle "perle" nascoste nel ricco giacimento di tesori d'arte e documenti storici diffuso uniformemente sull'intero territorio della Puglia.
San Nicola nel folclore slavo orientale
Libro
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 176
Il presente volume raccoglie un’ampia scelta di favole e leggende in prosa del folclore russo, bielorusso, ucraino, in cui la figura di san Nicola emerge con un ruolo determinante: come personaggio “vivente”, come icona, spirito o altro simbolo. Attestata in numerose zone dell’ex impero russo, ma diffusasi anche nel folclore di fabbrica tipico dell’era sovietica, la popolarità del santo tra i popoli slavo-orientali si riflette nelle storie qui presentate, in cui l’ugodnik Nicola svolge una funzione sostanziale di ‘soccorso’ ai poveri, ai semplici e ai bisognosi di ogni tipo, spesso ponendosi in contrapposizione a figure più intransigenti e ieratiche, come Dio, Cristo e gli altri santi. Le storie qui raccolte aiutano a capire il motivo per cui i popoli slavo-orientali hanno per san Nicola una venerazione particolare, che li avvicina molto ai devoti del nostro Paese e al loro mondo spirituale.
Dalla vita alle scene (1888-1947)
Raffaele Viviani
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 308
Raffaele Viviani (1888-1950), attore, commediografo e poeta, pubblica nel 1928 «Dalla vita alle scene», la sua autobiografia, per poi riprenderla, continuarla e integrarla nel 1947, nella versione qui riproposta. Ad una lettura sommaria Viviani sembra troppo semplice e troppo napoletano. Ma basta ascoltare la musica nascosta nelle parole dei suoi testi e nei gesti che disegna per i suoi personaggi per scoprire in lui una delle rarità del teatro italiano della prima metà del Novecento. Viviani fu un "dialettale d'eccezione", parte di quella ristretta categoria di artisti italiani che, pur conservando la loro identità locale, sentirono la necessità di andare oltre i limiti imposti dalla tradizione. Del teatro aveva scoperto la vera ricchezza, e a quella si votò: fare il suo teatro, un teatro reinventato quasi di sana pianta, di cui fosse autore, regista, attore protagonista e maestro di attori. Un teatro fuori misura e fuori norma, un sapiente impasto di versi-prosa-musica-danza, che resterà nella memoria del teatro contemporaneo come un'eredità ancora da esplorare.
Rinascimento torbido e malioso. Il teatro del Cinquecento
Roberto Alonge
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: 184
Dei capolavori del teatro rinascimentale, i commediografi sono tutti uomini ma le donne sono il cuore pulsante della scena, fatale oggetto della violenza maschile: stupro di gruppo (dei soldati del Sacco di Roma) per l'adolescente Lelia degli «Ingannati» degli Accademici Intronati di Siena; tentato stupro e brutale ideologia maschilista per la Silvia di «Aminta» di Tasso; abusi sessuali sistematici da parte del proprio vecchio padrone di casa per la popolana della «Lena» di Ariosto. Epperò anche inaspettato soggetto vittorioso del proprio piacere erotico, dove curiosamente si congiungono gli estremi, le aristocratiche (le due protagoniste della «Veniexiana» e la Fulvia della «Calandria») e la disinvolta contadina Betìa della «Moschetta» di Ruzante, laddove resta prigioniera della moralità (che con qualche imprecisione chiamiamo "borghese") la repressa Lucrezia della «Mandragola» di Machiavelli, fedele - per i suoi primi sei anni di vita coniugale - a un marito probabilmente dai gusti omosessuali.
Il mito americano nel cinema italiano del Ventennio
Mario Galeotti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
pagine: XII-172
Nel nostro paese la pervasività del regime, nonostante la consapevolezza dell'importanza del medium cinematografico, era rimasta inerte nei confronti del settore, almeno per una decina d'anni a partire dalla sua affermazione politica del 1922. Successivamente, nei primi anni Trenta, il governo iniziò a occuparsene progressivamente attraverso l'emanazione di leggi a sostegno della produzione nazionale. È in questo contesto che si colloca quel rapporto ambivalente e contraddittorio tra il cinema italiano e quello d'oltreoceano che è al centro del volume di Mario Galeotti. Un rapporto innervato anche da immagini negative della civiltà americana che proprio i film contribuirono a creare. L'immaginario collettivo del nostro paese proponeva una cultura ricca di valori spirituali e un'evoluzione fatta di sedimentazioni storiche e tradizioni intrecciate tra loro, da contrapporre a una modernità americana senza passato, ormai appiattita su un materialismo livellatore di cui il fordismo era l'emblema. Nondimeno è anche vero che è difficile parlare di un unico atteggiamento in epoca fascista nei confronti dell'America e del cinema americano, mentre è possibile affermare che le rappresentazioni cinematografiche d'oltreoceano erano un formidabile strumento di diffusione del mito americano, soprattutto nell'ottica della vita materiale. Saranno le pagine che seguono a cogliere tutti gli sviluppi e la problematicità di questo travagliato rapporto. (dalla prefazione di Roberto Maccarini)
Tra Fumoso e Ruzante. Villani in scena
Anna Scannapieco
Libro
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2024
Tra il 2016 e il 2023 è stata realizzata la prima edizione critica e commentata del corpus teatrale di Salvestro cartaio detto il Fumoso, esponente di punta della senese Congrega dei Rozzi: si è trattato di un'operazione che avrebbe dovuto essere preliminare (come nel caso di Ruzante) a qualsiasi analisi storico-critica dei testi (e del teatro che essi presuppongono), e che tuttavia non era mai stata intrapresa, non che per il Fumoso, per nessuno dei Rozzi. I saggi qui raccolti sono stati concepiti parallelamente e a seguito dell'impresa editoriale, da essa appunto resi possibili: quelli scritti in itinere sono stati rivisitati e ampliati alla luce delle nuove acquisizioni che il compiersi del piano consentiva; gli altri tracciano una sorta di bilancio consuntivo su alcuni particolari aspetti della produzione teatrale del Fumoso o su problematiche che nell'edizione non sono state interamente illuminate. Chiude il volume un saggio interamente dedicato a un autore, Ruzante, che è ripetutamente evocato, et pour cause, in tutti i capitoli precedenti: parentele e divergenze nella rappresentazione del villano in area senese e in area pavana lo rendevano ineludibile. La "vicinanza" tra Ruzante e Fumoso, pur per tanti versi tanto lontani, si è rivelata nutrita di quella medesima capacità di rappresentare la diversità dello sguardo che entrambi attinsero dal "mondo altro" dei villani: un mondo altrove, dalla storia e dalla "civiltà", che della storia e della "civiltà" ancora oggi ci parlano, e ce ne mostrano la trama nascosta.
Hannah Arendt sulla «Critica del Giudizio». Con le lezioni inedite di Chicago del 1964
Suppa Serena
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2023
pagine: X-274
A partire dal 1957 alcuni scritti personali di Hannah Arendt testimoniano un crescente interesse verso la «Critica del Giudizio» di Kant. Si va formulando nella mente dell'autrice una singolare ipotesi interpretativa: la «Critica del Giudizio» è un'opera di filosofia politica, ad insaputa del suo stesso autore. È, anzi, l'unica vera filosofia politica che Kant abbia mai scritto. Comprendere questa tesi vuol dire inoltrarsi nella particolare concezione del politico che il pensiero arendtiano sostiene, e scoprirne la familiarità con alcune importanti nozioni "estetiche" kantiane: il giudizio riflettente, il bello - come ciò che piace universalmente senza concetto -, il senso comune, e l'idea stessa di "apparenza". Ma vuol dire anche imbattersi nei limiti e nelle criticità di quella che è stata considerata da molti studiosi un'appropriazione arbitraria, da parte della Arendt, e non del tutto priva di forzature. Il volume si propone di ricostruire il tema in questione nei vari aspetti che vi sono implicati e, nel fare questo, si avvale di un corso inedito di lezioni che Hannah Arendt svolse all'Università di Chicago nel 1964, pubblicate qui per la prima volta in traduzione italiana. Si tratta di una prima interessante versione delle più note «Lectures on Kant's Political Philosophy» del 1970.

