Edizioni di Archilet
Narrare per lettera. Racconto ed epistola amorosa nel Rinascimento
Ida Caiazza
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2024
pagine: 246
«Il volume dimostra che il Rinascimento italiano non è stato un fenomeno etichettabile sotto il cartello di un classicismo monolitico; invece, soprattutto dai tardi anni Trenta del '500, esso si è aperto alla sperimentazione, magari nella forma di una osmosi tra i generi letterarî. La lettera veniva considerato un genere che concedeva, oltre alla comunicazione tra pari, la confidenza e lo sfogo tra amici, ma allo stesso tempo si deplorava il fatto che esso si prestasse a incanalare le passioni più irrefrenabili, destinate fatalmente a incenerirsi. È appunto su quest'ultima tipologia di lettere che interviene il libro di Ida Caiazza, ben consapevole che tale tipologia (come del resto altre testimonianze epistolari che possono venir raggruppate sotto differenti insegne: lettere ai principi, lettere facete, lettere satiriche, lettere dei segretarî, ecc.) è forma per eccellenza permeabile ad accogliere disparati generi letterarî, primi tra tutti la novella e il dialogo, vale a dire due tra i maggiormente praticati nel '500. Lo spettro cronologico del volume è ampio, poiché copre gli anni che vanno dal 1527 (più di un decennio avanti il formidabile successo del primo libro di lettere di Aretino) al 1594» (dalla Prefazione di Renzo Bragantini).
Alessandro Paveri Fontana. Lettere famigliari
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2022
pagine: 206
Il volume porta all’attenzione dei lettori l’inedita raccolta epistolare allestita quasi in limine vitae dal marchese Alessandro Paveri Fontana (1603-1655). L’autore era stato uomo di corte dei duchi di Parma e di Piacenza. Coinvolto nella caduta in disgrazia del segretario di stato Giacomo Gaufrido e segnato nello stesso periodo da molte altre traversie, era stato poi costretto a un «volontario esilio» tra Roma e Bologna, tra il 1653 e il 1654, prima che un parziale ritorno in gratia principis gli consentisse il rientro in patria. La silloge si presenta con i caratteri formali tipici dei florilegi epistolari secenteschi, ma abbraccia un orizzonte tematico forse più vasto del consueto, anche in ragione della scarsa propensione dell’autore a sopprimere gli argomenti più scabrosi, che un letterato professionista avrebbe forse tenuto fuori dalla propria scelta. Ne emerge pertanto un quadro molto articolato dell’orizzonte mentale di un nobiluomo del XVII secolo, guidato da un lato da un forte sentimento religioso, ma anche sostenuto da un profondo senso della distinzione e da un’elastica morale, tale da concedergli ampia libertà di pensiero e di manovra per esempio in materia di provocato aborto, di monacazione forzata, di amore extraconiugale.
Metodi, problemi e prospettive nello studio degli epistolari. Atti del Convegno
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2022
pagine: 311
Il volume raccoglie un insieme di contributi volti a offrire una riflessione critica sulle principali questioni aperte dallo studio delle scritture epistolari, abbracciando una lunga arcata cronologica ed estendendosi su un ampio spettro geografico. La proposta di approcci metodologici e la sperimentazione di formule editoriali innovative, in relazione ai problemi posti dalle diverse tipologie di lettera e dai differenti contesti storico-culturali, intendono aprire un dialogo tra studiosi e giovani ricercatori per tracciare nuove prospettive di ricerca sull'epistolografia.
L'écriture épistolaire entre Renaissance et age baroque. Pratiques, enjeux, pistes de recherche
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2022
pagine: 398
Questo volume propone un gruppo di saggi sulla scrittura epistolare d’Ancien Régime, svolti in un’ottica franco-italiana. Esso è il risultato di un convegno internazionale organizzato dal CIRRI – Centre Interuniversitaire de Recherche sur la Renaissance Italienne (Université Sorbonne Nouvelle), in collaborazione con la Bibliothèque Mazarine di Parigi. Gli argomenti affrontati permettono di disegnare nuove prospettiva di ricerca: il rapporto tra la dimensione pubblica e quella privata degli scambi epistolari (Guicciardini, Ruscelli), lo stretto legame tra lo scambio per lettera e i circuiti artistici e letterari (Vasari, Marino, Mancini), la circolazione dei documenti autografi e il ruolo delle raccolte a stampa. Uno spazio importante è stato riservato ad alcuni progetti digitali dedicati ai corpora epistolari, tra i quali Archilet e EpistolART. Chiude il volume il catalogo di una mostra bibliografica tenutasi alla Bibliothèque Mazarine, consacrata ai «libri di lettere» tra Quattro e Seicento: vi si presentano tra l’altro numerosi esemplari provenienti dalla collezione del cardinale Mazarino e da quella di Jeannine Basso.
Oltre i «termini» della lettera. Pratiche di dissertazione nelle corrispondenze tra Quattro e Cinquecento
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2022
pagine: 198
Nel Cinquecento la radicale consapevolezza della complessità e della varietà intrinseche della scrittura epistolare conferma la lettera come strumento duttile, adatto anche all’elaborazione del pensiero teorico. Lo studio dei testi e delle prassi editoriali, tuttavia, induce a problematizzare il concetto di “duttilità” della lettera di Antico Regime e a domandarsi quanto pesi sulla sua definizione il filtro dell’osservatore odierno. Da qui, la necessità di indagare il rapporto formale e contenutistico tra il genere-lettera e la prosa “trattatistica”, analizzandolo su diverse direttrici di ricerca: le questioni di retorica (in particolare legate alle variazioni del codice delle lettere discorsive rispetto al “grado zero” della comunicazione familiare e privata); il modo in cui singoli autori affrontano uno stesso tema passando dalla prosa epistolare a opere di altro genere; i problemi editoriali derivanti dalla scelta dello strumento epistolare in contesto precettistico; le prassi esegetiche adatte a tale tipologia testuale, e le nuove prospettive per riproporle oggi. I casi di studio qui raccolti, distribuiti su un arco cronologico che dall’epistolografia umanistica quattrocentesca giunge fino al pieno Cinquecento, rispondono tanto all’esigenza di tentare uno studio che non trascuri l’eredità dei grandi carteggi umanistici (qui indagati da Cristiano Amendola e da Chiara Azzolini); quanto a quella di analizzare il dialogo tra il genere-lettera e le tipologie di fonti e modelli direttamente sui testi (come nei contributi di Daniele Manfredi per Cavalcanti, di Roberta De Noto per Aretino, di Giorgia Gallucci per Caro, di Michela Fantacci per Giovio, di Isabelle Gigli Cervi per Beccadelli, di Nicolò Magnani per Ruscelli, e infine di Francesco Amendola per Bembo e Fracastoro). La varietà di argomenti e di generi “di contatto” offerta dai saggi consente così non solo di sondare le diverse declinazioni di tale dialogo, ma anche di presentare alcune prime prove pratiche di analisi ecdotiche in continua tensione tra alta specificità dei materiali e teoresi.
Francesco Sansovino scrittore del mondo. Atti del Convegno internazionale di studi (Pisa, 5-6-7 dicembre 2018)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2020
pagine: 527
I venti studi raccolti in questo volume – cui hanno collaborato ricercatori di varia provenienza e formazione – offrono la prima indagine ad ampio raggio su Francesco Sansovino (1521-1583), figura centrale della cultura veneziana di pieno Rinascimento che solo negli ultimi anni ha iniziato a rivelarsi in tutta la sua complessità. Scrittore in proprio, traduttore, curatore editorale, plagiario, antologista e imprenditore tipografico, Sansovino incarna in maniera paradigmatica, anche grazie a una fitta rete di rapporti privilegiati con le più varie personalità, la turbolenta e appassionante stagione di promozione del volgare che fa seguito alle dispute sulla norma linguistica fiorite tra anni Venti e anni Cinquanta del Cinquecento (su questi aspetti si fermano i saggi di Andreani, Caiazza, Celaschi, Favaro, Guarna, Petrella, Procaccioli, Rando, Tomazzoli). Ma a differenza dei cosiddetti “poligrafi” della generazione precedente – in particolare Ludovico Dolce e Girolamo Ruscelli – Sansovino non limita il proprio attivismo agli àmbiti dell’alta letteratura, della grammatica e della pratica filologico-editoriale: da qui discende il larghissimo spettro dei suoi interessi, che includono tra l’altro il diritto, la medicina, la retorica e l’oratoria, la storia, la grammatica, la critica d’arte, la politica e l’utopia politica (temi questi indagati nei saggi di Burguet, Corsaro, D’Onghia, Lo Re, Maffei, Refini, Telve, Tomasi). Il centro ideale di un’attività tanto varia è costituito dal fortunatissimo trattato sul Secretario, pubblicato nel 1564 e destinato ad avere ben quattordici edizioni tra Cinque e Seicento, senza contare il riadattamento francese procurato da Gabriel Chappuys già nel 1588 (a questo testo sono dedicati i saggi di Mondin, Musto e Panzera): grazie al Secretario, che avrà poi numerose repliche e imitazioni, Sansovino fonda la moderna trattatistica sull’epistolografia volgare e si pone dunque a capo di una tradizione decisiva per comprendere a pieno l’Italia e l’Europa di Antico Regime.
«Testimoni dell'ingegno». Reti epistolari e libri di lettere nel Cinquecento e nel Seicento
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2020
pagine: 515
«Registrando i progressi recenti degli studi sull'epistolografia di Antico Regime, Paolo Procaccioli concludeva con un invito ad «assecondare un contesto tanto favorevole» e ad «arricchirlo con proposte di analisi che consentano una penetrazione sempre più consapevole - sempre più criticamente consapevole - dell'oggetto e del fenomeno». A neanche un anno di distanza dalla pubblicazione di queste parole, raccolgo qui una corposa e corale risposta a quell'invito: risposta di cui è bene illustrare storia, ragioni, modi. Il titolo, anzitutto: "Reti epistolari e libri di lettere", nella consapevolezza, ormai dato acquisito, che lo studio delle prime vada unito allo studio dei secondi. L'intento con cui è nata la base dati Archilet, quando ancora - almeno per l'epistolografia - le Digital Humanities erano ai primordi in Italia, era quello di rendere tracciabili i commerci epistolari, ricostruendone in rete la rete: così, lo studio di prima mano delle lettere ha offerto una messe di dati interrogabili in più direzioni, con un incremento decisivo per la conoscenza non solo e non tanto dei flussi epistolari, quanto dei contenuti e delle informazioni. La struttura della base dati, però, ha fatto sì che le singole unità epistolari venissero, appunto, 'singolarizzate', con l'esito di mettere in secondo piano tutta una serie di aspetti riconducibili all'originaria pertinenza delle unità individuali a un insieme collettivo, dotato di una struttura e di una sequenza, risultato di una selezione e di un'orchestrazione consapevoli. Il libro di lettere, insomma, dopo essere stato scorporato per analizzare una a una le singole missive, è tornato prepotentemente a farsi sentire, chiedendo di essere ricostruito e interpretato, di essere riconosciuto nel suo ruolo di portavoce di significati ulteriori, che sbalzano in rilievo non i contenuti ma le architetture, l'immagine da offrire ai nuovi destinatari - diversi e più numerosi di quelli cui in origine erano dirette le lettere -, il ruolo e l'immagine dell'architetto, sia egli l'autore o un curatore. [...]». (dalla Premessa)
L'epistolografia di antico regime. Convegno internazionale di studi (Viterbo, 15-16-17 febbraio 2018)
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni di Archilet
anno edizione: 2019
pagine: 351
"Il convegno del febbraio 2018 di cui si pubblicano qui gli atti ha visto riuniti a Viterbo studiosi italiani e europei interessati alla materia epistolare della prima età moderna, un patrimonio testuale e documentario prezioso che è insieme una chiave di penetrazione privilegiata della stagione rinascimentale e un'eredità per l'Europa del Barocco e dell'Illuminismo. Lo ha fatto su iniziativa di tre gruppi di ricerca che da qualche tempo si sono attivati sull'argomento ("Carteggi. Gruppo di Ricerca sull'epistolografia dei secoli XV-XVIII", "Archilet reti epistolari. Archivio delle Corrispondenze Letterarie di Età Moderna (secoli XVI-XVII)", "C.R.E.S. Centro di Ricerca sugli Epistolari del Settecento") e delle unità di ricerca raccolte nel progetto Prin 2015EYM3PR, «Repertorio Epistolare del Cinquecento. Teorie, lingua, pratiche di un genere» (unità che fanno capo alle Università di Bergamo, Milano Statale, Padova, Pisa SNS, Roma Sapienza, Siena Statale, Tuscia). Si è trattato del primo di una serie di incontri periodici che "Carteggi" intende destinare alla presa in carico della materia epistolare, in particolare della tradizione epistolare dei secoli XV-XVIII considerata sia come insieme di documenti sia come pratica formalizzata. Questo riconoscendo nella 'forma lettera' la modalità privilegiata di incontro e di dialogo tra i soggetti e tra le culture, e tra le società che quei soggetti a loro volta hanno espresso e dalle quali sono stati espressi. Il tutto allo scopo di recuperare uno dei momenti forti del dibattito culturale e civile della stagione fondativa della modernità e di restituire allo studioso (dei fatti storici, sociali, religiosi, artistici, economici, del servizio postale..., oltre che letterari e linguistici) uno strumento, la lettera, meno neutro e piattamente referenziale di quanto non sia apparso finora. Anche, allo scopo di muovere un passo significativo verso la ricostruzione di un processo - il dialogo dei dotti e quello tra i dotti e la società - nel quale riconosciamo uno dei fondamenti della stessa civiltà europea." (Dalla Premessa)