Casa Editrice il Filo di Arianna

"Meraviglioso InCanto. Poesie atomiche" è una raccolta di poesie con il messaggio di essenzialità e meraviglia, valori importanti su cui riflettere. Il percorso poetico si snoda in sei settori dal mondo delle emozioni e dei sentimenti a ciò che ci circonda per ritornare con ritrovata leggerezza sui temi esposti. I versi coinvolgono il lettore con l'invito di porsi con rinnovato entusiasmo di fronte al mondo, valorizzando la parola poetica come mezzo di purificazione e libertà.

Come definire la realtà? Il presente della vita? Esiste il momento presente per se stesso, oppure è figlio di un passato mai davvero passato? Per i famigliari di Andrea, il protagonista, il tempo si arresta in un fermo immagine di attesa, palude esistenziale che avvolge i due piani temporali in cui vengono narrate le vicende. Il tempo si ricompone nel momento della scelta di Andrea. Accetterà la realtà della vita vera, o si abbandonerà al fascino della lontananza dove l'immaginazione rende possibile la perfetta felicità?

The first literary attempt shows an attachment to the Augustan era, with chivalrous reminiscences, a rediscovered manuscript and the work divided into five chapters like the acts of Greek tragedies. The other novels are more daring, with narrative techniques that improve - such as "stories within stories" - and with an ever clearer detachment from the Roman Catholic Church, seen by some authors as based on suffering, on external appearance and associated with Inquisition. The last book represents the journey par excellence, through the figure of the Wandering Jew, forced to wander and tell his story, in a fatal clash between Culture and Nature.

Quando il dialetto si propone all’ascolto, allora appare evidente la natura del suo legame con la poesia. L’intimo intreccio fra dialetto e poesia delinea percorsi molto più limpidi di quanto possa fare una riflessione, perché il dialetto propone nelle «parole nutrite di terra» la consapevolezza del suo spaesamento. Insomma, il dialetto ci mette di fronte a un “altrove” che parla di mancanze. Così Ubaldo Mazzini, giovanissimo cronista, si serve del dialetto spezzino per componimenti poetici brillanti e arguti che terminano con lo scherno e il dileggio che i versi in lingua italiana non possono esprimere. Nell’attuale edizione critica dei componimenti poetici dialettali di Mazzini, il curatore Pier Giorgio Cavallini propone per la grafia testi coerenti con quello che è venuto definendosi come «spezzino letterario», con l’adozione di norme ortografiche da lui intrapresa e portata avanti nel tempo. I testi sono corredati da una traduzione letterale fruibile e da un apparato di note storiche e linguistiche.

Il rifiuto ad indossare la camicia nera delle SS, durante la Repubblica di Salò, è costato a Lioce Raffaele, militare della guardia di Finanza, l’internamento nel campo di lavoro di Bitterfield, località a 5 km da Lipsia. Si tratta della Seconda Resistenza di cui si parla troppo poco, come osserva con perspicacia il giornalista Bruno Vespa. Urbano Bucci è stato protagonista di un rastrellamento, avvenuto nel marzo 1945 a Cuneo, per fortuna finito bene, grazie alla conoscenza della lingua tedesca. Nel 2015 il giornale “La Guida” di Cuneo ha pubblicato come Ricerca il fatto, purtroppo senza esito. Il viaggio di ritorno di Raffaele, con la tradotta dei 40 giorni, assomiglia molto a quello narrato da Primo Levi nella Tregua.

La presente opera descrive e valorizza la vita contadina delle origini: in una contrada di campagna dominata dalla noia e dal grigiore della quotidianità, l’autore rimane impressionato dalla visione del mondo e dalla semplicità dei contadini, dalla loro tenacia nello svolgimento dell’attività agricola di sussistenza, dalla dignità della miseria e dallo stridulo contrasto tra le loro condizioni di vita e la nobile reazione alle stesse. La pace del luogo mista ai colori ed agli odori dei campi agricoli minuziosamente coltivati hanno ispirato allo scrivente una tipologia di testo che, in prosieguo di tempo, è andata trasformandosi in un’opera avente natura mista: in parte è stata conservata una struttura narrativa, in parte è stata aggiunta una struttura espositiva al fine di portare alla luce determinati argomenti, informarne il lettore e sollevare relative questioni. Esso nasce, infatti, come un romanzo e si scontra successivamente con la realtà agreste del luogo di ambientazione la quale diventa fonte di ispirazione per numerose riflessioni sui temi trattati.

Una creazione teorico/pratica dell’autrice, conseguente i suoi studi di cristalloterapia. La dimostrazione di come le energie sottili dei cristalli, interagiscono con il benessere psicofisico dell’essere umano. “La danza della vita”, rispecchia un po' la mia personalità colorata, viva, energica, sognatrice, creativa ma altrettanto solida, luminosa e profonda come l’anima di un cristallo. Le pietre sono mie amiche; le adoro, amo guardarle, toccarle, ascoltarle. Sono sempre con me. Da circa vent’anni, da quando ho avuto modo di avere le prime esperienze con loro, ai miei primi approcci in cristalloterapia, ho sempre un cesto di pietre e cristalli nella casa dove vivo. Quando vado al mare preferisco la roccia, i sassi così m’incanto a guardarli mentre le onde del mare li coccola, si bagnano e il loro colore prende forma, emettendo un energia, una vibrazione di gioia e di benessere.

La storia di Roma attraverso le leggende a noi tramandate. Dalla fondazione di Lavinium da parte di Enea, alla nascita dei due gemelli Romolo e Remo, la fondazione della città le guerre e le battaglie, la Repubblica, fino all’invasione dei Galli scacciati da Furio Camillo.

Andrea, il protagonista, è meschino, cinico, anaffettivo e opportunista: il romanzo comincia con il suo risveglio dal coma a causa di un grave incidente d’auto che gli ha procurato la perdita della memoria; il conducente dell’altra auto si è dileguato nel nulla, è stata aperta un’inchiesta ma, dopo un mese di indagini, la polizia continua a brancolare nel buio. Andrea, la sua ragazza Maria e il fratellastro Abel (boliviano, adottato dai genitori di Andrea), sono gli eredi di un cospicuo patrimonio: negli anni ’90 il padre di Abel, Luis Vargas, sapendo di essere in pericolo di vita aveva chiesto alla madre di Andrea, sua cara amica e militante assieme a lui in una missione umanitaria a La Paz, di adottare suo figlio facendogli cambiare identità, crescerlo e proteggerlo. In cambio anche Andrea sarebbe stato beneficiario dell’eredità dei Vargas. La minaccia alla vita di Luis arrivava proprio dalla sua famiglia: la sorella Ana Lucia (madre di Maria), attivista in un gruppo di estremisti ed esclusa dall’eredità, era decisa ad ottenere la sua vendetta…

«La cozza» è una montagna russa di emozioni: in una pagina si parla di depressione e in quella successiva, a tradimento, di mutande. Si inizia con il "teorema della cozza" e si arriva alla "vocina di merda". Attraverso gli occhi della protagonista, che racconta in prima persona, si fa una riflessione sulla vita, in chiave umoristica, partendo da un singolo, sinistro alimento: le cozze. "Raccontando alcuni aneddoti della mia vita, oscillo tra leggerezza e "male di vivere", nella speranza di afferrare meglio il concetto di cozza, in tutte le sue sfaccettature. Vorrei che il lettore mi prendesse per mano e si lasciasse accompagnare nelle mie riflessioni, nei miei ragionamenti contorti e nelle mie esperienze imbarazzanti, facendo un percorso che non lo faccia mai sentire solo e che, si spera, possa farlo sorridere a cuor leggero. «La cozza» non nasce come libro motivazionale, né vuole esserlo. Gli argomenti trattati vanno dalla depressione alla sessualità, dalla religione al bullismo, dall'autodistruzione alla volontà di guarire. Per leggere, si consiglia di armarsi di: basse aspettative, tanta pazienza e un pizzico di autoironia. Come nella vita."

Il giorno dopo la Grande Tempesta, un nuovo edificio appare improvvisamente nel mezzo del Villaggio dei Corvi. Si chiama la Scuola Oscura, un collegio per tutti i bambini che vivono al Villaggio dei Corvi. Nessuno vuole ascoltare il dodicenne Quinten, che è l'unico a giurare che nel suo villaggio sta succedendo qualcosa di strano. Anche suo padre e i suoi migliori amici credono fermamente che Bertus e Colette Zwart, i presidi della scuola, abbiano buone intenzioni con loro. Ma poi i bambini scompaiono uno per uno. Età di lettura: da 10 anni.

Questo libro offre una presentazione di Neuroartes; sono appunti (filosofici, neuroscientifici, sociologici, artistici) riproposti come saggi, che a volte possono sembrare audaci, compromettenti e perfino sovversivi. Eppure l’obiettivo è, semplicemente, quello di oltrepassare i confini delle diverse discipline – filosofia, psicologia, neuroscienza, neuromusicologia, neuroestetica, poiché senza il pensiero filosofico la scienza è incompleta -. È anche rifiutare il conformismo istituzionale, allontanarsi dalla massa e prendere le distanze dalla filosofia accademica. Soprattutto, si cerca di aprire porte, di porre domande senza necessariamente dare risposte definitive – in filosofia tutto è provvisorio -. Si aspira a disegnare una costellazione attraverso una serie di domande e ipotesi. Domande che provocano, che suscitano nuove riflessioni, e che esortano ad attuare interventi sociali così necessari nella società di oggi.