Diabasis: Pandora comunicazione. Cinema
L'abito necessario. Fili, trame e costumi nel cinema e nella televisione
Sara Martin
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2022
pagine: 241
Perché l'uomo non mostra il corpo naturale, non vestito, nudo, per rivelarsi a un proprio simile? Qual è il ruolo che occupa l'abito per un uomo? Di conseguenza, qual è il ruolo che occupa il costume del personaggio? Interrogarsi sul costume di un personaggio cinematografico, e sul lavoro di colui che lo crea, significa comprendere ciò che quel personaggio finzionale vuole comunicare. Il testo propone tre livelli di studio dell'abito nel cinema e nella televisione: un percorso teorico multidisciplinare, alcuni casi di analisi specifici, alcune "istantanee", ove l'abito cinematografico non comunica più soltanto un personaggio ma un intero immaginario complesso e stratificato.
Stanley Kubrick. 2001: Odissea nello spazio. Percorsi dentro, attorno e oltre il film
Libro: Copertina morbida
editore: Diabasis
anno edizione: 2021
pagine: 220
L'opera di Kubrick funziona come una struttura perturbante che, nell'intensità della sua presenza, emette segnali che liberano una incontrollabile forza speculativa. A più di cinquant'anni dalla sua uscita e a venti esatti da quel futuristico e ormai passato 2001, il testo analizza questa sua «turbolenta energia», ancora capace oggi di sconvolgere la mente dello spettatore.
Le belle donne ci piacciono. E come! Cinema nuovo, cultura comunista e modelli di mascolinità (1952 -1958)
Elisa Mandelli, Valentina Re
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2021
pagine: 162
Di impianto sostanzialmente storicista, il progetto ha indagato i rapporti tra la questione sessuale ampiamente intesa e il cinema, nello scenario conflittuale a mutevole dell’Italia del secondo dopoguerra.
Atti critici in luoghi pubblici. Scrivere di cinema, tv e media dal dopoguerra al web
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2019
pagine: 647
Ripensare il ruolo, gli spazi e le funzioni della critica cinematografica italiana dal secondo dopoguerra ai giorni nostri significa tornare a discutere l’esistenza stessa di un pensiero critico italiano nel Novecento e nei primi anni del Duemila. Il libro attraversa fasi storiche, sociali, culturali, economiche e politiche che hanno profondamente inciso sul modo di intendere, amare e analizzare il cinema e restituisce, grazie a casi di studio capaci di mettere in comunicazione il particolare e l’universale, il complesso contesto intellettuale e produttivo entro cui si è mossa la critica cinematografica italiana degli ultimi settant'anni.
Il discorso e lo sguardo. Forme della critica e pratica e pratiche della cinefilia
Roy Menarini
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2018
pagine: 191
"Il discorso e lo sguardo" traccia un atlante cinematografico in forma scritta. I film non sono solo i testi audiovisivi che siamo abituati a vedere in sala e a casa nostra, ma anche luoghi di discussione ed elaborazione culturale. La critica si incarica di analizzarli e di determinare un giudizio di valore estetico. La cinefilia, invece, assume il cinema come oggetto di passione e pratica la relazione con i film come se si trattasse di rapporti sentimentali, fatti di amore, desiderio, lite, odio, e ancora ritorno di fiamma e riappacificazione. Per raccontare questo mondo, sconvolto per di più dalle trasformazioni dei media e del consumo dei film nell'era digitale, il volume assume diversi punti di vista: dallo spirito letterario al piglio storico, dall'analisi del film al confronto intellettuale con i maestri. Ogni aspetto della cultura cinematografica, scritta e vissuta, viene di volta in volta affrontato: le recensioni, i festival, il divismo, i blockbuster, il cinema d'autore, la teoria, e le nuove forme di consumo, dai blog alle serie televisive.
Bellissima. Tra scrittura e metacinema
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2018
pagine: 358
Prima del film Bellissima di Luchino Visconti del 1951, prima della direzione degli attori sul set, le riprese e il lavoro di montaggio, vengono i soggetti stesi in numerose varianti, circa dieci anni prima, da Cesare Zavattini. Il suo soggetto finale diventerà, nelle mani di Visconti e di Suso Cecchi D'Amico e Francesco Rosi, un lungo trattamento, molte scalette e diverse versioni di sceneggiatura stesi - a volte - a ridosso delle riprese. La ricerca raccolta in questo volume, condotta tra l'Archivio Cesare Zavattini di Reggio Emilia e il Fondo Luchino Visconti (presso la Fondazione Gramsci di Roma), muove da una giornata di studi dedicata a "Bellissima: scrittura, metacinema, teoria" organizzata presso il Dipartimento di Comunicazione ed Economia dell'Università di Modena e Reggio Emilia, per approdare a un nuovo lavoro di analisi dei materiali d'archivio condiviso dai curatori, Nicola Dusi e Lorenza Di Francesco, con gli autori presenti nel volume: Gualtiero De Santi, Stefania Parigi, Augusto Sainati, Cristina Jandelli, Paolo Noto, Anna Masecchia, Federico Ruozzi, Monica Campanini, Silvia Pagni. Le carte relative a Bellissima vengono lette sia in una prospettiva storico-filologica (già ben delineata dal saggio di Lino Micciché riportato in Appendice), sia con un'ipotesi genetica attenta ai processi di creazione e di produzione del film. Le varie fasi della scrittura che portano al film di Visconti si intrecciano così ad un più ampio meccanismo culturale, interpretativo e traduttivo, storico e socio-semiotico, di cui diamo conto nei molti interventi del volume e nei diversi approcci metodologici. Il volume contiene una Appendice di materiali in gran parte inediti come i diversi soggetti di Zavattini legati alla genesi di Bellissima e gli estratti della scaletta definitiva del film.
L'evidenza del mondo. Cinema contemporaneo e angoscia geografica
Giorgio Avezzù
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2017
pagine: 319
Qualcosa accomuna, dall'origine, geografia e cinema: l'intento di descrivere, di dare un senso al mondo rappresentandolo per immagini, di dargli forma, di archiviarlo, di renderlo visibile nella sua interezza, appropriabile in termini intellettuali, se non proprio materiali. Il cinema contemporaneo mostra di considerare in modo più problematico questa propria "geograficità". Sembra talvolta essersi accorto (o essersi convinto) che il proprio ruolo è cambiato, che non può più – forse non deve – guardare "in un certo modo", e che come dispositivo ha dei limiti fondamentali: i limiti della propria logica, del proprio modo di pensare il mondo.
Invenzioni dal vero. Discorsi sul neorealismo
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2016
pagine: 336
La realtà e l'illusione, l'identità e il mito, il viaggio e il confine, la libertà e il canone; il neorealismo oggi ci appare come un prisma attraverso il quale è possibile scorgere le diverse rifrazioni della nostra tradizione culturale e le ricerche formali e narrative del nostro cinema. Anni di dibattiti e di disseminazioni estetiche ne hanno sancito la rilevanza, la vitalità e la capacità di incidere la storia. Alcuni dei maggiori studiosi del cinema italiano tornano, in questo volume, a discutere di neorealismo, offrendo spunti nuovi di riflessione e dimostrando quanto ampie e varie sono le zone di pertinenza del fenomeno neorealista.
Immagini-corpo. Cinema, natura, emozioni
Torben Grodal
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2015
pagine: XVII-407
Torben Grodal propone ormai da diversi anni una teoria del cinema aperta al confronto con le scienze, al cui centro si ritrova la naturalità dell'esperienza dello spettatore e l'universalità dei temi che hanno caratterizzato il cinema dalla sua nascita e ne hanno sancito il successo di massa. Immagini-corpo perfeziona tale teoria, concentrandosi nella prima parte su un approccio evoluzionista ai generi cinematografici e nella seconda su un'analisi dello stile e della narrazione filmica ispirata dalle neuroscienze cognitive. Temi quali l'amore e il desiderio, la moralità e la paura, o reazioni quali il pianto o la risata che hanno fatto la fortuna del cinema e costituito un elemento di forza e fascinazione imprescindibile vengono analizzati all'interno di un progetto ambizioso di ridefinizione delle pratiche culturali tipiche degli esseri umani. Grodal illumina da nuove prospettive alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema e nello stesso tempo lascia emergere il valore culturale della produzione commerciale e dei generi minori, senza rinunciare allo studio del cinema d'autore o delle questioni relative alla soggettività presupposta dal film.
L'arte di fare film
Victor O. Freeburg
Libro: Copertina morbida
editore: Diabasis
anno edizione: 2014
pagine: 236
Negli anni della definitiva esplosione del fenomeno cinematografico negli Stati Uniti e del primo interessamento delle università americane verso questa nuova forma di espressione, "L'arte di fare film" di Victor Oscar Freeburg appare come un'opera in grado di mediare le diverse posizioni teoriche e pragmatiche richieste dal cinema. Freeburg intende il film come una nuova forma d'arte che esercita uno straordinario potere sulla mente degli spettatori, una forma d'arte che è in grado di modellare e riconfigurare il concetto stesso di pubblico. L'attenzione prestata alla "magia" del cinema e lo studio dei processi immaginativi che è in grado di favorire, sono sostenuti dall'analisi dei procedimenti compositivi, della costruzione drammatica e dei personaggi, nonché da un primo studio delle esigenze commerciali connaturate all'industria cinematografica. Tra teoria e didattica, tra indagini tecniche e psicologiche, L'arte di fare film si presenta come uno dei contributi più originali di inizio Novecento, ancora capace di offrire spunti di riflessione a studiosi e semplici appassionati.