DeriveApprodi: Alfabeta. Materiali
Elogio dello spettatore. Teatro, musica, cinema, arti visive
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2019
pagine: 185
Dal punto di vista empirico, estetico e politico la figura dello spettatore pone domande cruciali per il teatro, il cinema, la musica e l'arte contemporanea, ma è anche un rivelatore della condizione politica dell'individuo nella società. Chiedersi quali ruoli l'arte di una società assegna allo spettatore significa anche domandarsi quale ruolo quella società assegna o vorrebbe assegnare all'individuo, significa indagare i modi in cui quella società declina le possibilità di partecipazione alla vita pubblica. Il volume si confronta con tali questioni spaziando in ambiti diversi, dalle arti per-formative al nuovo teatro musicale, a un cinema che si trasforma assumendo forme interattive nello spazio digitale. Prospettive metodologiche e saperi differenti — la critica genealogica e l'antropologia storica, la filosofia e la teoria della perfomance, ma anche la fotografia, oppure l'esperienza scenica di un testimone d'eccezione come Giorgio Barberio Corsetti — vengono mobilitati per interrogare le molteplici figure spettatoriali che le arti hanno prodotto o implicato, le loro dimensioni estetiche, come pure la loro valenza storica e politica. I ruoli che l'arte assegna allo spettatore, la «libertà» che gli concede, la possibilità dell'imprevisto che lascia aperta sono sempre sintomi o indici rivelatori della condizione etica e politica di una società, della sua capacità di criticarsi e di guardare oltre se stessa.
Il '68 sociale, politico, culturale
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2018
pagine: 200
"Ecco un altro anniversario. Dopo il 2017 che ci ha ricordato la rivoluzione d'ottobre e il movimento del '77 nelle università italiane, è la volta di ricordare i cinquant'anni dal fatidico 1968. C'eravamo? Sì, c'eravamo, mezzi partecipanti e mezzi spettatori, perché la nostra generazione aveva iniziato prima, sei-sette anni prima o anche dieci, quando la rivolta di Ungheria aveva cominciato a spargere qualche dubbio sul rapporto tra classe operaia e comunismo."

