Susil Edizioni: Racconti e ricordi

Si chiederà qualcuno, o tanti, perché il mio modo di esprimermi sia così aspro e selvaggio, tanto da dovermi quasi vergognare. Niente paura, vi illustrerò con piacere, da cosa deriva questo mio modo di esprimermi. Non sono cresciuto in collegio ma nella bottega, e per bottega intendo quell'opificio gestito da esperti maestri, dove i più fortunati dei nati poveri avevano l’opportunità e l’ardimento di apprendere un mestiere. Chi aveva la fortuna di andare a bottega, per apprendere un mestiere, si trovava come in una scuola, cioè voglio dire, doveva integrarsi, doveva convergere con altri compagni di ogni risma, di ogni genia. Chiedo scusa anticipatamente, per le parole licenziose che ho scritto. Non potevo farne a meno, fanno parte della mia cultura, del mio stesso vivere. Si tratta comunque di una storia vera, contornata da un po' di fantasia.

Ogni emozione collega ogni dolore, pensiero e parola, attraversa l’animo dell’autrice che, in un susseguirsi di personaggi, situazioni, luoghi e vicende, riesce in questi dieci racconti a segnare un percorso che attraversa mondi e modi di affrontare e vivere le emozioni. Questo percorso di parole dona vita a un altalenarsi d’emozioni che collegano tra loro riflessioni sulla vita, sul modo di affrontare le paure e il tempo, le delusioni e le fragilità, sulla forma dei ricordi e sulla speranza del tempo che scorre portando con se ogni attimo vissuto, nostro malgrado, dalla vita stessa che senza permesso, come una spugna, assorbe ogni parte di noi.

"Quando si giunge ad una età nella quale la fine ineluttabile della vita si fa più vicina, diventa naturale volgersi indietro e guardare la lunga strada percorsa. Se questo sguardo all’indietro lo getto con le parole di un poeta come Kostantinos Kavafis, esso mi appare più giusto, più universale; anche più utile a chi ci ha conosciuto e voluto bene. “Stanno i giorni futuri innanzi a noi come una fila di candele accese, dorate, calde e vivide. Restano indietro i giorni del passato, penosa riga di candele spente: le più vicine danno fumo ancora, fredde, disfatte, e storte.” In questo volume ho voluto ripercorrere, con i miei ricordi talvolta vividi talvolta un poco offuscati, le mie esperienze di vita, nella famiglia, nella scuola e nei viaggi: un impegno per evitare di finire in una panchina del parco a criticare il mondo." (Vinicio Porta)

Storia della famiglia, dai primi anni del Novecento sino al termine di un periodo vissuto da due fratelli in un collegio per orfani, nella città di Cagliari. In quel luogo il silenzio era d'obbligo, ma la mente era libera; così hanno vissuto quel tempo. I genitori avevano avuto sei figli. Erano tre fratelli e tre sorelle. Questi sono i ricordi di due fratelli: Luigi che allora aveva sei anni e un mese e Edilio, che aveva otto anni quattro mesi e sei giorni.

Esistono persone che umanamente riescono a dare tutto se stessi al prossimo senza chiedere niente in cambio...

"Non so se si tratti di una moda o di una necessità dell'anima, se nasca da un desiderio di imitazione o da un bisogno a lungo represso che finalmente trova le condizioni per manifestarsi: certo è che in quest'ultimo decennio abbiamo assistito in Sardegna al fiorire di numerose creazioni letterarie al femminile, le quali si sono sovrapposte ad una precedente fioritura al maschile. La letteratura mondiale è ricca di presenze femminili di altissimo livello e quella italiana del Novecento raggiunge le vette più altre proprio per merito delle scrittrici: Grazia Deledda, Elsa Morante, Oriana Fallaci, Dacia Maraini, Natalia Ginzburg per citare solo le maggiori.(...)"

"Sulle Ali del Tempo" è un intreccio di momenti straordinari e quotidiani che l’autore ha vissuto con intensità e passione. Un mosaico di ricordi preziosi e indimenticabili, dipinti con pennellate vivide e dettagliate. Ogni episodio, intriso di nostalgia e dolcezza, riporta ad un mondo di innocenza e scoperta. Questo romanzo è un invito a celebrare la nostra umanità in tutte le sue sfaccettature, a trovare significato nei nostri percorsi e a riconoscere la straordinaria bellezza della vita quotidiana.

Questo libro nasce da una vicenda personale nella quale presente, passato e futuro si intrecciano e si snodano durante il racconto. Le pagine che si susseguono vogliono essere una riflessione sul significato dell’esistenza e nello stesso tempo la testimonianza che la morte non è la fine di tutto ma l’inizio di una nuova emozionante avventura e coloro che abbiamo amato e che continueremo ad amare ci saranno sempre vicini anche se in altra forma. La protagonista principale che avrà un ruolo determinante, è Camilla una dolcissima yorkina scesa sulla terra con una missione speciale che riuscirà a portare a termine nell’ultima parte della sua vita, con un ultimo grande straordinario gesto d'amore.

Nella vicenda di Lorca ho trovato i legami tra gli anni dell’innocenza e quelli della dura realtà, tra l’illusione e lo sconforto, i momenti di lotta per superare le difficoltà e la pace trovata nei luoghi prediletti, nei boschi, nei prati, davanti alla fioritura delle specie spontanee. Quando Lorca si trova davanti ai faraglioni di Nebida, ai suoi faraglioni con cui dialoga come fossero amici che rivede dopo tanto tempo; e ci parla con affetto, quasi con commozione, mi è sembrato che abbia raggiunto uno dei punti di massima ispirazione...

Adolescenza... una parola così semplice ma che racchiude in sé una miriade di sensazioni, problemi, sfide e gioie. Racconti che parlano di giovani, quelli che puoi incontrare per strada ogni giorno e in cui ti rispecchi, ricordando il passato non tanto lontano e le sfide che anche tu hai affrontato da giovane. Racconti amari, ricchi di sensazioni contrastanti tra loro. Racconti in cui l'autore dona tutto sé stesso, per cercare di dare un senso alla confusione e alla pressione di quegli anni. Racconti in cui le travagliate vite dei protagonisti si intrecciano e si scontrano.

La storia ha inizio nel 1942, in un paese arroccato sulle montagne della piana di Morgongiori, nell'Oristanese: parla di una famiglia povera, con un padre che lavorava nelle miniere di ossidiana e, per riuscire a mandare avanti la famiglia, terminato il lavoro in cava, pascolava dieci pecore e una coppia di asini attorno al suo piccolo podere. Una vita di sofferenze quella di Paolo che, per di più, a causa dell'invidia e della gelosia, venne accusato di omicidio e arrestato senza che nemmeno venissero fatte delle indagini accurate. I giudici durante il processo lo condannarono ai lavori forzati nelle cave di rame, nei pressi di una città del nord America. Dopo tante e inutili sofferenze Paolo riesce, con la forza delle vere amicizie, ad andare avanti e a rifarsi una vita: avere una famiglia unita era sempre stato il suo unico sogno. Ma i pensieri che tormentavano la mente di Paolo erano tanti. Dove poteva essere finito suo fratello? E la madre, sarà veramente morta quel fatidico giorno?