Silele: Inside Yellow

A Ponte Annio, piccolo borgo montano della Valle Apuania, le vite di Piero, del fratello Paolo e della loro Osteria del Galletto Nero vengono sconvolte quando la ricerca di un misterioso reperto storico della Seconda Guerra Mondiale porta ad una serie di omicidi. Tra personaggi strampalati, false piste e astute indagini dell’Arma dei Carabinieri, Il Tesoro della Linea Gotica è un giallo misterioso e intricato con un retrogusto di buona cucina, ottimi vini, umorismo e musica d’autore.

Tutta la città era in uno stato di agitazione, sembrava di essere ritornati ai tempi del “mostro di Firenze”. I giornalisti, pur sapendo che l’omicidio di Laura era di natura completamente diversa, riportarono le congetture e le domande che l’opinione pubblica si faceva, permettendo, così, che lo stato di agitazione, già molto alto, si estendesse ancora di più. Intanto il professor Lippi, tormentato dai dubbi e dai ricordi, pensava a sua moglie e alle incomprensioni che c’erano state con lei, senza riuscire a trovare una risposta. Chi l’aveva uccisa? E perché? Forse era tutta colpa di quell’album e di quella “maschera”.

Durante una visita di cortesia ad un personaggio importante, il capitano Lan e l’affascinante maresciallo Dilva, famosi investigatori per aver risolto intrighi internazionali, vengono coinvolti in un furto con tentata violenza sulle donne, avvenuto nella villa di un ricco ricercatore farmaceutico che stava sperimentando un nuovo farmaco che avrebbe rivoluzionato la vita dell’intera umanità.

Un delitto che risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale e un trio di investigatori molto insolito impegnati a scoprirne la dinamica, il movente e l’assassino e che hanno la loro base operativa sui colli di Bergamo. Questi sono gli ingredienti di base del romanzo con venature di giallo e di nero, che muove i suoi passi a partire dalla scoperta casuale di uno scheletro, emerso durante i lavori di demolizione di una casa abbandonata a Carpi. All’inizio dell’indagine nessuno poteva sospettare che dietro un caso di difficile soluzione per il troppo tempo trascorso, si nascondesse invece qualcosa di ben peggiore, la cui malvagità scuoterà gli animi delle persone coinvolte nella ricerca della verità. Eventi che potevano rimanere sepolti per sempre con chi ne è stato testimone, riemergeranno invece con prepotenza.

In quei giorni di marzo, il sole sembrava essersi arreso, sopraffatto da una triplice alleanza fra pioggia, nuvole e una nebbia opprimente. A Ponte Annio, come su un tetro palcoscenico, un'orda di ombre inquietanti mette in scena un lugubre spettacolo, sfruttando i veli opalescenti della nebbia come drappi vellutati di un sipario, finché nella tranquillità di una domenica mattina, in mezzo a una soffocante foschia, due spari squarciano la vita del paese. Persi in quel grigiore, Piero, Paolo e il luogotenente Giulio Giordano si trovano a combattere nemici sfuggenti, personaggi subdoli, spettri di una storia mai davvero sepolta. Saranno ancora loro, in mezzo a quella nebbia, a inseguire ombre e fantasmi del passato. Saranno ancora loro, più che mai, a rischiare la vita per salvare gli amici, l'Osteria del Galletto Nero e il loro piccolo borgo montano.

Il giorno di Natale un nuovo incubo piomba sulla città di Firenze in seguito al ritrovamento del corpo di una donna in mezzo ai rifiuti. Chi è il colpevole di questo macabro omicidio, fin da subito apparso come un delitto impossibile? E soprattutto perché è stata uccisa Marta Ranieri? Che ne è stato di due ragazzine sparite nel nulla molti anni prima all’isola d’Elba? Ritornano il commissario Mattia Violino e i suoi fedeli compagni, in una storia crudele di amicizia, solitudine ed emarginazione. E se la verità è forse passata davanti agli occhi di Artù, un bambino appassionato dei cicli bretoni, per trovare la soluzione occorrerà seguire le tracce della follia, fino a scendere nel più profondo degli abissi e raggiungere un luogo misterioso, Avalon… Un’indagine serrata e un finale drammatico li aspetta, poi niente potrà più essere come prima.

Terzo aprilante, quaranta dì durante… L’antico proverbio toscano ci avverte: se piove il terzo giorno di aprile, avremo maltempo per almeno quaranta giorni. E il tre di aprile, a Firenze si scatena un temporale di dimensioni apocalittiche. Forse dovuto ai mutamenti climatici, forse all’ira degli dèi per la ostinata follia degli uomini, oppure a chissà che cosa. Sta di fatto che Travagli è costretto a investigare sotto una pioggia fastidiosa e continua che certo non giova alla sua anima perennemente tormentata dal dubbio. Oltre a questo, l’indagine è complessa e – potremmo dire - piuttosto affollata. Riguarda il rapimento di tre ragazzi giovanissimi e accidenti, somiglia maledettamente ad un cold case di quattro anni prima, divenuto tale nonostante le minuziose ricerche svolte dai carabinieri. Questa volta però, Travagli non è il solo a cercare di risolvere il caso. Qualcun altro vuole far luce sul mistero e per raggiungere lo scopo che si è prefissato, si lascia dietro una lunga scia di cadaveri.

Tre incidenti, uguali precisi, in pochi anni, in un paese come Carrù dove, nemmeno di quelli mortali d’auto ce n’erano stati così tanti, a sua memoria. Dopo aver scolato, tutta d’un fiato, la bottiglietta d’acqua, Colombo raccontò delle sue ricerche e dubbi al dottor Morabito che l’ascoltò con molta attenzione. Quei bestioni che ogni anno partecipavano alla Fiera del bue grasso non erano certo animali pacifici, ma potevano aver colpito mortalmente per tre volte?

Mezz'ora abbondante, nel bianco e nel buio appena rischiarato, nel silenzio dei respiri affannosi, nel gelo. Travagli procede lento e a tratti veloce, si china e si rialza, toglie gli occhiali e li rimette, scatta foto col cellulare sulle tracce di fuliggine che sporcano la neve. Poi, d'improvviso, rientra in casa. “Dovresti misurarti la temperatura, Francesco” dice Lela mentre spranga la porta. “Fra un momento.” “Hai scoperto qualcosa là fuori?” “Sì.” La foresta di Vallombrosa nasconde un terribile segreto. È lì che la belva ha fatto la sua tana, è lì che ha ucciso e mutilato i corpi delle sue vittime. Ma cos'è la belva? Un lupo? Un uomo? Oppure entrambe le cose?

Elvira è una giovane neolaureata che scrive sul giornale locale qualche notizia di cronaca e piccole interviste. Imbattutasi per caso in una realtà drammatica, riflette che gli eventi storici si ripetono con qualche variante aggiornata ai tempi. Questa sua indagine la mette in pericolo, ma le consente di risolvere i suoi problemi di solitudine, tristezza e pessimismo. La conclusione è quella in cui l’autrice crede: la mente ci porta a valutare fatti ed eventi, inconsciamente guidata da nostri dolori e desideri. Nei recessi della nostra interiorità ogni accadimento è deformato, come le immagini riflesse in una stanza degli specchi dei lunapark, vere e false, secondo le angolature. Di questo dovremmo tenere conto.

L’improvvisa scomparsa di un riservato imprenditore milanese proprietario della tv privata Rete Duomo getta nella disperazione tutti i suoi dipendenti e dà l’avvio a una serie di domande: una fuga, un suicidio, un rapimento? Oppure quale altro motivo si cela dietro la mancanza di sue notizie che si protrae ormai da giorni? E ancora: sarà in grado l’emittente, in crisi da anni, di sopravvivere in un mondo dove la concorrenza è sempre più spietata? Riuscirà infine un importante network inglese a risollevarne gli ascolti riportandola in utile? Le indagini dell’ispettore Guglielmo Gui gireranno a vuoto per mesi finché la verità verrà a galla - letteralmente - in modo inaspettato. Lodovico Moro, il protagonista del romanzo, è un uomo dalla personalità scontrosa e tormentata che vive nella discrezione più assoluta, circondato da una ristretta cerchia di collaboratori, e che trascorre le giornate tra impegno per il proprio lavoro e passione per la boxe. Un noir ambientato in una Milano che si trasforma di continuo, specchio di quel Paese a volte ingenuo, in altre occasioni grottesco, che smania alla ricerca di un solo obiettivo: ottenere il proprio quarto d’ora di celebrità.

In questo suo libro - ricco di suspense, dettagli intriganti e mistero - Alessandro Prisco affronta tematiche nuove e volge lo sguardo su alcuni nodi significativi della società contemporanea. Profondo conoscitore dei temi economici e attento osservatore delle dinamiche che coinvolgono il mondo del lavoro, ha voluto attirare l’attenzione su alcuni aspetti che fanno ormai parte dell’esperienza di ognuno. Il ruolo predominante della finanza, l’azzardo nelle scelte imprenditoriali legate esclusivamente all’utile - meglio se immediato e meglio ancora se non troppo vincolato a scrupoli morali - il successo estorto accanendosi su persone che godono di qualche notorietà (il famigerato gossip) e distruggendo la loro reputazione, la volontà esasperata di primeggiare su tutti, costi quel che costi. E poi i dipendenti sacrificati al sistema, costretti in un ambiente di lavoro disumano, in continuo conflitto con i colleghi, reciprocamente vittime e carnefici.