"C'è chi si perde nel deserto perché con il pensiero è rimasto nel mondo, e c'è chi si salva perché, pur essendo nel mondo, è nel deserto con il pensiero". Due sono gli alberi del giardino dell'Eden: l'albero della Conoscenza del Bene e del Male e l'albero dell'Inconoscenza. Adamo, prototipo dell'uomo, vuole conoscere come Dio, invece di consentire che Dio gli si riveli. Opta allora per una conoscenza separativa e oggettivante, dimentico d'essere fatto per la rivelazione diretta e non mediata. Ne consegue la cacciata dall'Eden, ma l'Eden è sempre lì, e possiamo farvi ritorno rinunciando a quel tipo di conoscenza per rientrare nel silenzio dell'inconoscenza. Quel silenzio, su cui gli esicasti si fondano, è un silenzio su Dio ma anche un silenzio sull'uomo, perché così come l'intelletto non può che limitare Dio nel tentativo di conoscerlo con i suoi mezzi, così finisce per limitare l'uomo quando tenta di scandagliare la profondità della sua natura, che è, appunto, ad immagine di Dio. Il silenzio e la rinuncia a un tipo di conoscenza sono qualità coltivabili nella visione dei Padri del deserto, e diventano terreno fertile per le rivelazioni di Dio.
La via del silenzio dei Padri del deserto
Titolo | La via del silenzio dei Padri del deserto |
Autore | Michel P. Laroche |
Collana | Saggezza giudaico-cristiana |
Editore | Amrita |
Formato |
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Pagine | 160 |
Pubblicazione | 10/2012 |
ISBN | 9788889382776 |