Quando descriviamo a un dottore i sintomi di un disturbo, di un disagio, di una sofferenza, veniamo interrotti, di solito, dopo diciotto secondi. Un intervallo di tempo molto breve, forse troppo, pochi istanti durante i quali il medico formula un'ipotesi sull'origine dei nostri problemi e prova a stabilire una cura. Ma possiamo davvero fidarci di una decisione raggiunta così rapidamente? Quali sono i processi mentali che hanno portato il medico verso una determinata conclusione? E per quale ragione ha scartato invece il ventaglio di tutte le possibili alternative? Jerome Groopman ci mostra come in realtà la pratica clinica sia molto simile a una forma d'arte. Anche se a poco a poco ci siamo abituati a pensare alla medicina come a una vera e propria scienza, supportata da mezzi diagnostici sempre più potenti e accurati, la verità è che essa si basa ancora su una sorta di capacità "artigianale", che per tentativi ed errori arriva a mettere a punto un quadro clinico che è sempre possibile rimettere in discussione. Questo non significa certo che non ci si debba o possa fidare dei dottori. Ma un buon medico deve saper ascoltare senza pregiudizi il proprio paziente, perché è solo attraverso un attento dialogo che si può trovare una cura efficace.
Come pensano i dottori
| Titolo | Come pensano i dottori |
| Autore | Jerome Groopman |
| Collana | Strade blu. Non Fiction |
| Editore | Mondadori |
| Formato |
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| Pagine | 349 |
| Pubblicazione | 04/2008 |
| ISBN | 9788804577683 |

