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Palermo requiem. Lo Stato, Cosa Nostra, la lunga ferita di un tradimento. Una storia vera

Palermo requiem. Lo Stato, Cosa Nostra, la lunga ferita di un tradimento. Una storia vera
Titolo Palermo requiem. Lo Stato, Cosa Nostra, la lunga ferita di un tradimento. Una storia vera
Autore
Argomento Biografie e storie vere Storie vere
Collana Al limite, 1
Editore Marlin (Cava de' Tirreni)
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 192
Pubblicazione 10/2025
ISBN 9788860432315
 
16,90

 
0 copie disponibili
presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
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presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
Ordinabile
Negli anni Ottanta c’è un ragazzone che gira per Palermo in moto, con una scimmia sulla spalla e un pitone al braccio. Si chiama Emanuele Piazza e fra i suoi amici ci sono bravi picciotti e chiodi storti. Piazza si arruola in polizia ed entra nella scorta del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Poi arriva il reclutamento nei servizi segreti, e, inesorabile, il primo ingaggio: dare la caccia ai latitanti di mafia. È così che riaggancia un amico di infanzia, Gaetano Genova, un vigile del fuoco la cui famiglia ha un legame col boss Tommaso Buscetta. Emanuele e Gaetano si imbarcano nella loro pericolosissima missione, che però dura poco: Cosa nostra li fa uccidere. Sullo sfondo, il fallito attentato all’Addaura, nel giugno 1989, al giudice Giovanni Falcone, e il ruolo misterioso di un altro poliziotto palermitano, Antonino Agostino, che ugualmente finirà male. Questo libro, una navigazione controcorrente rispetto all’ostracismo dei servizi segreti italiani e di una parte delle forze dell'ordine, offre gli elementi per ricostruire una verità che pare un film e che, invece, è un capitolo cruciale nelle tenebre dei misteri d’Italia. Nel groviglio di tradimenti, deviazioni politiche, depistaggi, silenzi di Stato e urla d’aiuto inascoltate, Palermo Requiem è un’opera corale – in cui si muovono parenti, amici, giornalisti, investigatori e criminali – che apre lo scrigno insanguinato di vicende che hanno condizionato la vita di questo Paese. C’entrano le lettere di un anonimo, soprannominato il Corvo, sulle strane manovre del palazzo di giustizia di Palermo, e il ritorno clandestino in Sicilia del pentito Salvatore Contorno, gestito da apparati istituzionali, probabilmente per assassinare il capo della mafia Totò Riina, allora latitante.
 
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