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Gli autonomi. Autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene. Volume Vol. 5

Gli autonomi. Autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene. Volume Vol. 5
Titolo Gli autonomi. Autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene. Volume Vol. 5
Volume Vol. 5
Autore
Argomento Società, scienze sociali e politica Politica e governo
Collana DeriveApprodi, 148
Editore DeriveApprodi
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 250
Pubblicazione 03/2019
ISBN 9788865482704
 
19,00

 
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presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
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presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
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Negli anni Settanta, grazie agli «autonomi», l'alto vicentino smette di essere il dormitorio all'ombra delle chiese del Veneto tradizionale. Il territorio cambia di segno e diventa un luogo dove si desidera e si pratica una vita diversa, ci si conosce e si creano legami di solidarietà che poi resisteranno anche a una dura repressione. Qui nascono i «Gruppi sociali», dove la militanza è amicizia e l'amicizia è militanza. E per tutte le ventiquattro ore della giornata si è militanti, in quelle periferie che invece di essere i luoghi della riproduzione dì una vita venduta alla fabbrica diventano i luoghi dove prendersi quello che serve a una vita degna di essere vissuta. Nella sostanza, si è trattato della prima generazione di giovani, e giovanissimi, che hanno scelto ogni mezzo utile a evitare il lavoro di fabbrica a cui i loro padri erano stati incatenati; la prima a dimostrare che si poteva essere comunisti senza passare per l'inferno della fabbrica. Tant'è che per sottrarsi al suo destino quei giovani «scansafatiche» e pieni dì desiderio, come migliaia e migliaia di loro coetanei in tutta Italia, arrivarono a imbracciare il fucile. Ma in quella scelta così radicale ci sono aspetti che meritano attenzione: nessuna deriva militarista e nessun «pentitismo». Perché non si è passato il confine della «porta stretta» dell'omicidio politico, ma soprattutto perché il radicamento sul territorio, i rapporti amicali, una militanza modulata sulla profonda conoscenza dei luoghi della lotta hanno permesso un'intelligenza dell'agire politico — caso unico — che è riuscita poi ad attraversare il secolo portando con sé la voglia di continuare a lottare.
 
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