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Il tesoro degli abissi. 7 novembre 1915: una nave italiana affondata da un U-Boot, un carico d'oro sepolto nel Tirreno

Il tesoro degli abissi. 7 novembre 1915: una nave italiana affondata da un U-Boot, un carico d'oro sepolto nel Tirreno
Titolo Il tesoro degli abissi. 7 novembre 1915: una nave italiana affondata da un U-Boot, un carico d'oro sepolto nel Tirreno
Autori ,
Collana I libri del mare, 16
Editore Longanesi
Formato
Formato Libro Libro: Libro rilegato
Pagine 247
Pubblicazione 05/2013
Numero edizione 2
ISBN 9788830436152
 
18,00

 
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Domenica 7 novembre 1915, al largo di capo Carbonara, Tirreno meridionale. Verso le ore 13, il sommergibile tedesco U-38, inalberando la bandiera austroungarica, affonda il piroscafo Ancona diretto a New York con a bordo 164 uomini di equipaggio, 626 passeggeri, in gran parte donne e bambini, e un carico segreto: 12 casse di sovrane d'oro per un valore di 50 milioni di euro. Tra le 208 vittime, un funzionario del ministero dell'Agricoltura che accompagnava il tesoro con cui l'Italia avrebbe pagato la partecipazione all'Expo tenutasi quell'anno a San Francisco. Le cancellerie di Washington (nel disastro sono morti nove cittadini americani), Roma, Berlino e Vienna si scambiano messaggi di accusa o di giustificazione, ma solo le prime due conoscono la verità: le 133.000 sovrane rappresentano una tranche di un colossale contrabbando di cavalli, muli, foraggio, armi e munizioni che l'Italia – entrata in guerra da sei mesi contro l'Austria-Ungheria – ha acquistato dagli Stati Uniti per «girarlo», forse, in parte alla Francia. Il comandante dell'Ancona, Pietro Massardo, non rivelò mai il punto nave dell'affondamento, e per settant'anni il relitto è rimasto indisturbato. Lo ritrovò nel 1985, integro e in buone condizioni, a 471 metri di profondità, Henri Delauze, il più grande cacciatore di relitti del dopoguerra. Da allora la caccia al tesoro è diventata un'autentica spy story, che ha coinvolto ministeri degli Esteri e tribunali. Con una lunga ricerca documentaria e testimonianze dirette, gli autori ricostruiscono l'intricata vicenda. Dopo quasi un secolo, l'Ancona e i suoi morti non hanno ancora trovato pace: i predoni del mare sono sempre in agguato.
 
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