L’epica è quel genere narrativo che rappresenta con intento celebrativo gesta eroiche, miti cosmogonici e sacrificali, cronache di re e di nobili, concezioni religiose e filosofiche. Il poema epico, memoria e tradizione del passato, è un fatto artistico, una rappresentazione del mondo in cui si riflettono le concezioni del pubblico, le sue aspirazioni e le sue nostalgie. La mostra “L’epos appeso a un filo” nasce dall’esigenza di far conoscere e apprezzare le seguenti forme del teatro di figura: Ningyo Johruri Bunraku (Giappone), l’Opra î pupi (Sicilia), il Kutiyattam (Kerala, India del Sud) e il Wayang (Indonesia), dichiarate nel 2001 dall’Unesco “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’Umanità”. Il catalogo presenta forme teatrali tradizionali appartenenti a culture e tradizioni varie che, nella loro diversità, presentano importanti somiglianze a livello profondo. Se notiamo i tratti comuni prima di ricercare le differenze forse sarà più facile comprendere culture anche molto diverse da quella siciliana. Potremmo al fine capire che gli uomini sono sostanzialmente uguali e che le loro differenze non mettono in discussione l’unità dell’umano.
L'epos appeso a un filo
| Titolo | L'epos appeso a un filo |
| Curatore | Rosario Perricone |
| Argomento | Arti, cinema e spettacolo Studi teatrali |
| Collana | Arch. Morgana. Studi mate. storia cultura, 7 |
| Editore | Edizioni Museo Pasqualino |
| Formato |
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| Pagine | 107 |
| Pubblicazione | 11/2004 |
| ISBN | 9788897035244 |

