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Dare casa all'amore ferito. L’esperienza di Arché

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Dare casa all'amore ferito. L’esperienza di Arché
Titolo Dare casa all'amore ferito. L’esperienza di Arché
Curatori ,
Prefazione
Argomento Scienze umane Religione e fede
Collana Attualità, 1
Editore In Dialogo
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 240
Pubblicazione 09/2025
ISBN 9791255950417
 
20,00

 
0 copie disponibili
presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
0 copie disponibili
presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
«Il testo che abbiamo tra le mani è una dolcissima lezione sul tema della cura. Una lezione di cui abbiamo urgente mente bisogno per superare la grave crisi entropica nella quale siamo finiti.» Scrive così il sociologo Mauro Magatti nella postfazione al libro. La «dolcissima lezione» di Fondazione Arché nasce nel 1991 a Milano su iniziativa di padre Giuseppe Bettoni per rispondere all’emergenza dell’HIV pediatrico. Oggi Arché accompagna i bambini e le famiglie vulnerabili nella costruzione dell’autonomia sociale, abitativa e lavorativa offrendo servizi di supporto e cura; è presente con i suoi progetti a Milano, Roma e San Benedetto del Tronto. Le pagine di questo libro sono il frutto di un lungo lavoro, corale, nel quale gli operatori e i volontari di Arché raccontano i sogni e le delusioni, i pensieri e le strategie educative, la vita quotidiana attraversata dai drammi di donne e bambini, insieme a storie di coraggiosa rinascita. «Questo libro nasce da una bellissima suggestione: sperare oltre ogni umana speranza. La speranza non si pone limiti: è visionaria, intrepida, sfrontata. Fatica a stare dentro i confini della burocrazia, dei bandi, dei finanziamenti sempre col contagocce. Rifiuta di accettare la contabilità dei “successi”: «Quanti ne avete salvati?», ci chiedono alcuni, alla ricerca di un cinico rapporto costi/benefici. «E quanti ne avete condannati, voi, con l’egoismo e l’indifferenza?» (dalla prefazione di Luigi Ciotti). «Ho ricevuto e ricevo molto dall’incontro con queste donne che portano in sé stesse le cicatrici della violenza e del sopruso, quando si aprono a un nuovo orizzonte di senso che le porta ad abbracciare la vita con uno slancio nuovo. Potessimo imparare da loro a parlare di Dio al femminile, al femminile plurale perché ognuna di loro è amata a modo suo da Lui, e ognuna di loro è amante al modo di Dio, perché lui è madre e padre, genera e dà vita, ama e perdona.» (Giuseppe Bettoni)
 
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