Officina di Studi Medievali: Machina philosophorum
Contrarietas. Saggi sui saperi medievali
Libro
editore: Officina di Studi Medievali
anno edizione: 2002
pagine: 177
Segni manuali e decorazioni nei documenti siciliani
Libro
editore: Officina di Studi Medievali
anno edizione: 2002
pagine: 182
La città di Palermo nel Medioevo
Vladimir Zoric
Libro
editore: Officina di Studi Medievali
anno edizione: 2002
pagine: 193
Il De Topicis differentiis di Severino Boezio
Fiorella Magnano
Libro: Libro rilegato
editore: Officina di Studi Medievali
anno edizione: 2014
pagine: 471
Il "De topicis differentiis" di Severino Boezio (ca. 480-524 d. C.) venne composto intorno al 522 d. C., poco prima della carcerazione e morte del filosofo romano. L'opera, meglio d'ogni altra, illustra l'arte con cui è possibile risolvere ogni genere di quaestio; il suo metodo opera mediante il ricorso ai "luoghi" o sedi operative della mente in grado di generare i principi delle argomentazioni-tipo, le quali sono utilizzate in ogni ambito del sapere. Boezio ereditava tale insegnamento da una duplice tradizione, greca e latina : la prima (risalente ai Topica di Aristotele e mediata attraverso Temistio) era di natura eminentemente dialettica, mentre la seconda (derivata dai Topica di Cicerone) era di natura prevalentemente retorica. Alla luce delle divergenze riscontrate, lo studioso romano intraprese la stesura del "De topicis differentiis" proprio allo scopo di mostrare la possibile via di conciliazione tra quelle due tradizioni filosofiche. La dottrina dei luoghi operativi della mente, infatti, avrebbe dovuto permettere il superamento dell'opposizione tra dialettica e retorica - un contrasto affine, per certi versi, a quello odierno tra filosofia analitica e filosofia ermeneutica...
Secundum viam philosophi. Gli aristotelismi nel tardo medioevo latino (1250-1362)
Andrea Vella
Libro: Libro rilegato
editore: Officina di Studi Medievali
anno edizione: 2014
pagine: 164
Questo libro ripercorre le vicende dell'aristotelismo latino tra la metà del XIII e la metà del XIV secolo. Richiamando le dottrine dei principali pensatori di questo periodo, tra cui Alberto Magno, Tommaso d'Aquino, Sigieri di Brabante, Enrico di Gand, Duns Scoto, Walter Burley, Guglielmo di Ockham e Giovanni Buridano, viene messa in luce l'evoluzione dell'influenza delle teorie aristoteliche sulle singole discipline in cui si articola il sapere tardomedievale. Di questa evoluzione si mostra come essa da una parte rispecchi i cambiamenti in atto nella società europea del tempo e dall'altra sia sempre in rapporto dialettico con le trasformazioni parallele della tradizione platonica. Il quadro che ne risulta conferma la grande vivacità intellettuale del secolo studiato.