NEM: Proposte
L'acqua del tempo
Gabriele Sprocati
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2018
pagine: 96
“Sono nato in una casa sull’argine di golena del Po, vicino a Ferrara e il Grande Fiume scorre in me, nelle sue diverse stagioni”, così recita l'inizio delle note che lo stesso autore, post-fa in fondo al libro e così è questo volume di poesie dal titolo emblematico L’acqua del tempo, opera prima di Gabriele Sprocati, ma non per questo, ultima parafrasi di quel paesaggio interiore evocato nella maturità della vita. E il paesaggio si snoda tra le incurie del tempo come tizzoni mai sopiti sotto la cenere di una parola poetica formata dal suo incanto, dallo stupore della scoperta. Esattamente come dichiara nella prefazione Viviana Faschi “L’ossessione con cui il paesaggio è chiamato in causa è il testimone del mutare delle stagioni così come del giorno che si fa notte e poi ancora giorno, e che non esige una risposta che non sia costituita dagli elementi stessi della natura, dai sottili fremiti della pianura, dagli arabeschi che le ombre notturne gettano sui casolari, fino alle trame intessute dalla consueta nebbia la quale abbozza un paesaggio “scevro di orizzonti”; … qui la nebbia ferrarese è vista senza particolari sentimentalismi, ma con la consapevolezza che lo spazio lo misurano e anzi lo creano “una casa distante / un pioppeto”. Le poesie presenti nel libro sono frammenti di tre raccolte che corrispondono a diverse fasi della sua vicenda umana, ma che in poesia diventa di tutti, a partire dai primi anni ’70 del secolo scorso. Una proposta di lettura per ripercorrere una vita, vista da un nuovo inedito punto d'inizio: la poesia.
La notte atlantica. Chromoestesia
Paolo Rindi
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2017
pagine: 82
Chromesthesia con il sottotitolo - La Notte Atlantica - è l'unico (purtroppo) libro di poesia di Paolo Rindi varesino, scomparso a 20 anni, in Val Grande durante una escursione di montagna. Ma se il tempo delle cose ha fatto il suo breve corso, quello delle parole è appena iniziato e comincia da un discorso poetico di spessore molto rilevante. Fa bene a dire Fabio Scotto nella sua introduzione “...che l'atto poetico è un atto contro la morte la cui durevolezza sfida ogni limite, anche l’estremo della nostra umana finitudine”. Nei vari temi e motivi che animano queste pagine, infatti si può cogliere, fin dal principio, una capacità d’ascolto di se stesso, della natura e degli altri che racchiude già implicitamente una filosofia dell’esistenza tutt’altro che adolescenziale. Si capisce chiaro il riferimento di letture intelligenti come Arthur Rimbaud, il poeta simbolista francese, il cui influsso appare presente dal sottotitolo Chromesthesia, che anche nell’articolazione delle varie sezioni (Poesia bianca, Poesia verde, Poesia rossa, ecc.) e rimanda al suo testo “programmatico” Voyelles, il quale, nel colorare il linguaggio attribuendo per analogia un colore alle vocali aveva sospinto la poesia oltre il limite della mera verbalità. Paolo come Rimbaud è un giovane viaggiatore e un “esploratore” un curioso della vita in tutte le sue variabili anche nella riflessione profonda e del dolore. E non solo di un linguaggio poetico, ma anche nella ricerca di una simbiosi tra il dialogo con la natura dei grandi spazi (il deserto e la montagna) e i lunghi cammini della meditazione da essi favorita, e a suo modo, per dirla con il titolo di un film di successo, into the wild. Infatti dopo avere a lungo camminato sulla terra, auscultandone le voci, odorandone gli aromi, assaporandone i silenzi, Paolo ha ben capito che “la poesia non può ridursi a uno sfogo (come troppo spesso molti giovani autori sterilmente credono), ma che anzi essa può e deve essere un pharmakon, una cura che diviene tale solo se è con cura che ad essa ci si rivolge, di qui l’appello gnomico che lancia nel testo “Poeta”: «cercate una cura nelle parole», che significa, oltre che cercare un rimedio e un aiuto nella scrittura, anche un cercare “con cura” le parole per dirlo, ovvero attenzione allo stile, alla cifra, alla ricerca della propria voce.
Il polittico della città di T
Claudio Zanini
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2013
pagine: 194
La struttura narrativa de "Il polittico della città di T", in cui due vicende s’intrecciano, proseguono parallele per poi confluire in una sorta di riflessione del protagonista, è sostenuta da una scrittura penetrante, venata spesso d’ironia, che cerca di esprimere l’incertezza e la molteplicità del reale. Soprattutto l’incertezza, poiché, alla fine pare che i nodi intrecciati fin dall’inizio, si sciolgano, mentre in realtà l’atmosfera non si rasserena, rimane avvolta in una luce torbida. In realtà nulla si risolve, è illusorio crederlo. La soluzione di un enigma comporta un ulteriore enigma, e così via. In tal modo, le rivelazioni cui perviene il protagonista, non stemperano la loro drammaticità ma restano, incandescenti a illuminare il presente. Forse alla loro luce si può meglio decifrare l’incerto reale, convivere con i suoi ininterrotti turbamenti, affrontarlo assumendo le proprie responsabilità, senza smarrirsi nella nebbia del rimosso.
Camera fissa
Marco Ercolani
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2013
pagine: 83
"Alla fine degli anni Settanta, a Genova, un uomo si getta dal quinto piano di un palazzo, intenzionato a togliersi la vita, e cade sopra un casuale passante, che muore di colpo. L’ aspirante suicida, pur ferito, si salva. Questo episodio paradossale, in cui la morte volontaria non si realizza solo per un capriccio del caso, mi suggerisce, tra il 1980 e il 1981, l’idea di Camera fissa: un breve romanzo noir che sviluppa, tra sogni e fantasie, la complicata strategia di vendetta della vittima che, nella finzione del mio racconto, sopravvive, odiando il nemico che lo ha paralizzato. Il titolo del libro vuole alludere sia alla forzata immobilità del protagonista che al suo mestiere di filmaker."
Corpo di guardia
Luisa Crespi
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2012
pagine: 192
"Corpo di guardia" è un libro affascinante e crudele allo stesso tempo, popolato di mitologemi, figure empie e minacciose, piegati da amanti dolci e infernali, tutti accomunati da un tintinnare di armi e un luccicar di baionette. Durante una notte di veglia, il colonnello Marcus Federhat colonnello della Guardia Sterile rivede, per fotogrammi e spezzoni, le tappe della propria esistenza: la giovinezza, il breve matrimonio, la carriera nell'onnipotente corpo di polizia che l'ha portato al controllo di un'intera provincia. Ma suo malgrado, i ricordi si focalizzano intorno alla storia d'amore che vorrebbe dimenticare, quella che lui stesso ha trasformato in incubo, spalancando le porte alla follia che quotidianamente lo insidia. Complice del mondo di menzogna e violenza che ha contribuito a creare, è assai poco disposto a sentire l'appello del rimpianto.
Una strana indifferenza
Raffaele Olivieri
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2011
pagine: 197
Francia, Alta Savoia, 1913. Isabelle, unica figlia del conte di Menthon-Saint Bernard, signora dell'omonimo castello, è perennemente chiusa in solitudine. Sta per scoppiare la Grande Guerra, ragione in più per voler restarsene arroccata all'interno delle mura. Orfana di madre, da bambina visse col padre e con zia Madeleine, artista fredda e sfuggente, di cui sempre cercò l'affetto. La zia, ritiratasi con il marito nell'ala sud del castello, vi morì, poco dopo in circostanze misteriose e gli appartamenti vennero immediatamente sigillati. Da quel momento Isabelle ode periodicamente voci che la chiamano. Presa dalla curiosità, si impadronisce della chiave dell'ala sud, penetra nelle stanze proibite della zia e qui trova, chiuso in un armadio, un misterioso manichino che la ritrae perfettamente. Inizia così un rapporto morboso con quest'ultimo che diventa oggetto di un desiderio ossessivo, luttuoso, quasi feticistico. Nel frattempo, dopo un rapporto intellettuale e platonico con il precettore Jean-Claude, conosce Gerard, un uomo certo meno perfetto ma assai più virile, discendente del marito della zia, che la inizierà alle gioie moderate dell'amore maturo.
Upper Lake
Renzo Bertoldo
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2011
pagine: 151
È narrazione di una fuga, ma è anche fuga dalle narrazioni, perché gioco impossibile e serrato di fantasmi generati dal grembo grafomane di Ilario del Verbenaco, una danza di suggestioni che si innalzano come onde scure in prossimità delle rive psichiche del Lago Espanso, per finire in frantumi sugli scogli della realtà e risorgere di nuovo, al largo, in forma di scrittura, ogni volta ripudiata e ritessuta. Renzo Bertoldo, in questo racconto dai colori cangianti, intreccia, nella piega più carsica e nascosta del protagonista, incipit ed epiloghi di una storia sotterranea pronta a riemergere, per avvampare e incenerirsi, in vortici mai conclusi di resurrezioni e disfacimenti.
Personae
Eleonora Anselmi, Dario Brusa
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 250
Questo libro ha una storia singolare, che ne giustifica insieme la ragion d'essere e la struttura, e che pure motiva la presenza di queste poche righe introduttive. Dato poi che il caso è di quelli che la vita universitaria degli anni recenti offre, purtroppo, sempre più di rado, è opportuno che la storia venga in breve riepilogata. Due anni fa una studentessa del corso triennale mi propose, come argomento per la sua tesi, una ricostruzione delle vicende legate al gruppo varesino della «Piccola Fenice», sorto attorno al magistero poetico di Silvio Raffo. Raffo era stato anche suo docente al Liceo di Varese, e sarebbe quindi stato possibile avvicinarlo per ottenerne notizie, puntualizzazioni, autocommenti. In chiusura della tesi la studentessa, Eleonora Anselmi, lo ringraziava infatti per aver assolto, «ancora una volta, al ruolo di magister, con la professionalità e la passione di sempre». E nell'introduzione al suo lavoro aveva modo di dire che da quella ricerca sulle recenti vicende della poesia a Varese stava già prendendo spunto un altro studente, Dario Brusa, che a oggetto della propria tesi aveva appunto eletto la parabola ascendente di Dino Azzalin e di Fabio Scotto, con Raffo le voci più originali e autorevoli di quel panorama, culturale e geografico insieme.
Felicità imperfetta
Maria Giulia Baiocchi, Annalina Molteni
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 155
“Felicità imperfetta” è un romanzo che parla di una felicità possibile, quasi reale. Ambientato a Luino, sul Lago Maggiore, il romanzo ha come protagoniste due scrittrici: la giovane Elena Donati e la matura signora Magda Signorelli. Elena, acquistando la casa che fu di Magda, inizia con l’anziana donna un rapporto epistolare che diventa una lunga riflessione sulla ricerca della felicità e, nel confronto a distanza con lei (Magda vive a Monaco), trova in sé le condizioni per una “felicità imperfetta”. Al contrario Magda, sola e ossessionata dai fantasmi di un passato difficile, continua l’allucinato percorso iniziato dopo la tragica morte del compagno, lo scrittore Carlo Bosisio, uomo geniale e deluso come lo fu nella realtà anche Guido Morselli. Il romanzo è costruito in modo originale e le due storie, scritte separatamente da Maria Giulia Baiocchi e da Annalina Molteni secondo registri stilistici differenti, combaciano perfettamente a formare un mosaico che un segreto centro rende ancor più intrigante e moderno. Le due scritture registrano un punto d’incontro e di complementarietà nello svolgersi di una trama comune e soprattutto nel confronto continuo sulla possibilità della scrittura come “fonte di felicità”. Le due vite parallelamente diverse animano e conferiscono alla storia una vivacità e un ritmo che ne tengono sempre alta la tensione risolta in un finale sorprendente e paradossale.
La costanza dell'inseguito
Vincenzo Di Maro
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 82
"La costanza dell’inseguito" di Vincenzo Di Maro, vive di una doppia scoperta: quella di una vocazione poetica, e della coscienza che “Mondo” e “Sé” si abbeverano alla stessa fonte originaria. Opera dalla segreta tensione metrica che mima “eclissi e desiderio” di ogni armonico divenire. Poesia assoluta e certa di un presente tanto precario quanto emblematico, dove parole, oggetti, persone confluiscono entro un magma di metamorfici parallelismi. Struttura complessa che diviene, nelle sezioni dal titolo dei giorni ulteriori e il tempo perdonato, chiarità di un timbro battente ed elegiaco, attraverso i giorni e il tempo. Questa ambiziosa “Opera prima” di Vincenzo Di Maro è una sfida tra la mente e il cuore che richiama tanto le avanguardie quanto il registro sapienziale dei libri perenni: dove i russi e i latini, certo Wallace Stevens e i mistici medievali, convivono alla compassata presenza della nostra lirica più attuale ed avvertita.
«Entro il silenzio de le fondi valli». Poesie e altri scritti (1919-1979)
Annina De Toma
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 250
“L’importanza e il valore di questo corpus inedito di poesie risiede principalmente nel fatto che esse soltanto oggi, a distanza di ottant’anni dalla loro composizione, vedono la luce, rivelando una inusitata verginità letteraria e una particolare modernità veicolata, quest’ultima, dagli esiti rilkiani delle opere in lingua tedesca e da quelli più apertamente cristiani degli ultimi frammenti in lingua italiana. Un tesoro nascosto, insospettabile, riaffiorato quasi miracolosamente alla luce. Una poesia poderosa e insieme leggera, pervasa dall’anelito alla più pura Sehnsucht romantica e dalla consapevolezza di tutti i limiti del reale. Gli echi di una cultura letteraria sapientemente assorbita - in primis Rilke, i simbolisti e i crepuscolari - che si fanno sentire e riconoscere ma senza peso o gratuità alcuna. Il “femminile” alla sua graduazione più sublime: nitido e insieme visionario, sensitivo e insieme filosofico, malinconico e spietatamente analitico. Paesaggi d’anima tanto intimamente significanti quanto precisamente delineati, al punto da comunicare l’impressione della trascendenza calata nell’immanenza.” (dalla prefazione di Silvio Raffo)