Leconte: Trovatori

Donnie, Field, Mannie, Sinic e gli altri. Molti altri. Sono i personaggi a cui dà vita H. E. Francis, facendoli esistere nella loro esatta solitudine o nell'attimo in cui stanno per penetrare quella altrui. E si scopre che un corpo può essere una prigione, perfino quello frangibile della piccola Rhoda, che si assottiglia fin quasi a scomparire. O quello di Erna, la donna rana, tutta appendici informi e drappi di pelle plissettata. O ancora quello dolente di Field, lanciato in una sfrenata danza derviscia. Un antologia di racconti tetri e inattesi pubblicati per la prima volta in Italia.

Questo libro è un viaggio attraverso la complessa psicologia di due donne: vicine di casa, artiste, segnate da un passato cupo. Andrea Geller è una giovane pittrice prigioniera di un'ossessione: è convinta che la seconda moglie del padre ne abbia causato la morte. Loretta Partlow è una meno giovane romanziera di fama mondiale, in crisi creativa e alla ricerca disperata di una nuova storia da raccontare.

America, anni Settanta. Leo, Sal e Walter hanno solo 84 ore per raggiungere New York dalla West Coast con una macchina a noleggio, poca benzina e pochi dollari in tasca. Cosa avranno combinato in California? E chi sarà poi questo Yul? Yul che ossessiona Leo, Yul che certe cose le avrebbe fatte meglio. Ma ora non c'é tempo per capire, sono in ritardo, un aereo per l'Europa li aspetta, la strada è ancora lunga.

L'inquieta morbosità di un adolescente, la levità, gli affanni. Attraverso i suoi affetti e rapporti umani, l'autore parla di una comunità contadina, arcaica in alcuni riti e valori, ma brutalmente ammodernata dalla cultura del sopruso e della violenza. Un concentrato di contraddizioni e di quel disagio nella vita civile, che investe drammaticamente intere regioni del Mezzogiorno.

In una Manhattan livida e distorta, una varietà di tipi strani brulica intorno a Lulu, ballerina francese che fa la spogliarellista a New York. "Love me tender" è la sua storia, e quella di uomini, notti e maschere. Uno sguardo esplicito su sesso e sopravvivenza nel Lower East Side in una narrazione tumultuosa, urbana e dissoluta.

Reduce da Parigi, Jimmy Abbey si prepara a lasciare di nuovo la California del sud per una scapigliata estate nella vecchia Inghilterra. Meno incline alle occupazioni oxfordiane e più adatto al volto dickensiano di Londra, ne attraverserà la notte e i bar in un'interminabile sfilata di incontri e colpi di scena. "Più morto che vivo" è la storia di un insegnante che è anche uno scrittore, di una stordita routine capace di trasformarsi in racconto. E tra bevute, facezie, avventure e insolite sessioni didattiche, quel che rimane è una preziosa - quanto disubbidiente - concezione dell'esistenza e della scrittura.

New York e l'incrocio di strade del Lower East Side - tra locali e strani avventori, punk, no-wave e free jazz, lavanderie automatiche e fermate della metropolitana - vivono e respirano in lampi di esperienze sfrenate e visionarie, esplodono nelle invettive contro il conformismo, e si arrendono ad amori veri, possibili o solo immaginati. L'universo lirico di Thurston Moore ha la stessa irruenza e passionalità della sua musica. Attraverso memorie, racconti, poesie e vecchie fotografie del leader dei Sonic Youth, prende vita "Alabama wildman", una singolare raccolta che celebra la libera improvvisazione nella scrittura.

Gli Astratti sono un manipolo di artisti capeggiati da Nazario Dalmazzo. Nel dopoguerra irrompono sulla scena romana vibrando la grancassa delle avanguardie. Ma la loro guida carismatica, Dadone, muore in circostanze mai accertate. Una scaltra giornalista decide di scoprire perché. Dopo "Delitto d'autore", Pablo Echaurren torna a dragare il mondo dell'arte per mettere grottescamente in scena, come lui stesso ha spiegato, "lo spirito concorrenziale, strategico, demenziale, di critici, artisti, galleristi contemporanei".

Al bar Centore qualcuno ha sparato e ucciso. La vittima è Nicola Vastano, allevatore di bufale, freddato insieme a una tazzina di caffè fumante. Don Larco, invece, muore ammazzato nella parrocchia di San Giovanni Battista, mentre sta officiando la messa. Attilio Del Giudice torna a raccontare le indagini del commissario De Grada e del brigadiere Capece in un poliziesco che - attraverso il peculiare pastiche linguistico a cui ci ha abituato - non punta tutto sul plot ma anche su efficacissimi coprotagonisti che a tratti sembrano la traduzione campana dei celebrati personaggi di Camilleri.

Una girandola di dubbi e di impreviste trasformazioni, un senso di moderno disagio: ecco i racconti di Mary Caponegro. In "Materia prima", che intitola la raccolta, una ragazzina anoressica trova la forza per un riscatto. In "Bar Star" - il più noto negli Stati Uniti - una giovane donna riscopre se stessa e la bellezza docile di un uomo senza erezione. Un talento ventriloquo e visionario che si spinge lungo i più intricati percorsi della mente attraverso una narrazione spesso volutamente tortuosa e digressiva, nella quale chi legge viene chiamato a esplorare i ritmi del pensiero dei personaggi, con il loro carico di dilemmi e di relazioni irrisolte, il loro bagaglio di ricordi e le illuminazioni improvvise.

Perché lo zio di Luke è cancellato dagli annali di famiglia e Qualil è costretto all'esilio? Perché il matrimonio di "Luna di miele" va a monte? Non viene mai spiegato. Eppure, alla fine, una comprensione commossa investe i personaggi di questi dodici, singolarissimi racconti, come fossero persone che il lettore conosce. Da chiamare per nome: Tecla, Myles, Alice...Una raccolta che aggiorna la migliore tradizione narrativa irlandese, osando escursioni cupe e oniriche anche nel nostro meridione.