Gambini Editore: Cognizioni
Lo scoiattolo e l'istrione. Le eccentriche traiettorie della sociologia classica
Raffaele Federici
Libro: Libro in brossura
editore: Gambini Editore
anno edizione: 2025
pagine: 130
Se Simmel è stato descritto da Ortega y Gasset come uno scoiattolo, agilissimo e velocissimo nel saltare da un problema ad un altro e nel lasciare al lettore il compito di cercarne le connessioni nelle sue opere, in cui è sempre stata presente l’attenzione alla tensione tra individualità e socialità, Michels, invece, è stato un vero istrione e un funambolo, un sociologo in grado di leggere i comportamenti machiavellici delle volpi e dei leoni della sua contemporaneità, in un mondo in profonda trasformazione in cui la sistematizzazione organica della complessità dei fenomeni umani era (e resta) impossibile pur in presenza di una legittimazione, ossia di una Weltanschauung istituzionalizzata.
I rapporti fra economia e politica. Robert Michels, antiretorica per un sociologo
Raffaele Federici, Cristina Montesi
Libro
editore: Gambini Editore
anno edizione: 2021
pagine: 118
Alla luce dei tanti interessi scientifici e intellettuali di Michels una complessa opera di ricognizione intorno alle sue eclettiche opere non manca mai di affascinare per la vivacità delle argomentazioni e per la puntualità di molte delle sue osservazioni. E anche nel caso di questo "Intorno al problema dei rapporti fra economia e politica" scritto negli anni di Basilea e che il lettore troverà qui nuovamente pubblicato dopo più di un secolo, le sollecitazioni sono diverse: da una parte lo schema delle argomentazioni di Michels si apre alle motivazioni psicologiche dell’agire umano; dall’altra invece si osserva una certa inclinazione a ragionare in termini di tendenze e controtendenze, di cause e controcause che caratterizzerebbero il tessuto della società e il divenire storico.
Dante e l'economia civile. Dal Medioevo all'era del Covid-19: una breve storia dell'usura
Cristina Montesi
Libro
editore: Gambini Editore
anno edizione: 2021
pagine: 50
In occasione delle celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri (1265-1321) la lezione anche economica che si desume dalla condanna dell’usura, nei Canti XI e XVII della Commedia, rimane valida sia per la recrudescenza del fenomeno causatadalla crisi economica indotta dalla pandemia sia per le caratteristiche del capitalismo finanziario contemporaneo connotato, come l’usura medievale, dalla dissociazione tra guadagno stratosferico di ricchezza e attività lavorativa. L’incontro di Dante con gli usurai,nel VII Cerchio dell’Inferno, viene da Cristina Montesi incastonato in una breve storia dell’usura nel corso dei secoli fino ai giorni del Covid-19. La condanna da parte di Dante non solo dell’usura, ma anche della normale attività creditizia praticata dai mercanti-banchieri del tempo, è inappellabile non riuscendo il sommo poeta ad accettare, per la sua mentalità ancorata al mondo cavalleresco, il profondo mutamento economico e sociale in atto a Firenze, un cambiamento sui generis, perché avvenuto nel segno dell’Economia Civile che rendeva la città uno dei centri più ricchi d’Europa, non disgiungendo mercato e comunità, socialità e profitto, economia ed etica.