Franco Angeli: I libri di Mondo contemporaneo
Ebrei e ebraismo nell'Italia del Novecento
Mario Toscano
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 152
Il Novecento è stato un secolo denso di avvenimenti significativi per il mondo ebraico; su tutti campeggiano la Shoah e la nascita dello Stato di Israele. Questi due eventi fondamentali vanno calati all’interno di specifici contesti nazionali e collegati a una rete di temi che ne evidenziano il significato e le conseguenze. I saggi raccolti in questo volume forniscono un quadro vario e problematico di questa vicenda. Sono animati dalla consapevolezza che ricostruire aspetti e momenti di questa storia significa studiare le forme del processo di integrazione di una minoranza, passare in rassegna i temi della libertà e della tolleranza religiosa in Italia, ripercorrere il dibattito sul fascismo attraverso le chiavi di lettura offerte dalla sua svolta razzista e antisemita, guardare alla crisi del paradigma antifascista nell’Italia repubblicana attraverso i travagli di una minoranza passata nel giro di pochi anni attraverso le contrastanti esperienze dell’integrazione, della persecuzione, della reintegrazione nei diritti, aggiungere allo studio delle molteplici memorie dell’Italia repubblicana quella specifica del mondo ebraico, analizzare l’evoluzione dei contenuti della sua identità. Parlare di ebrei ed ebraismo nell’Italia del Novecento implica una considerazione attenta del ruolo delle istituzioni e dei partiti, dell’opinione pubblica e del mondo della cultura, della Chiesa e del mondo cattolico, dei riflessi nazionali del conflitto del Vicino Oriente, dei travagli e degli stereotipi che spesso influenzano l’immagine di quel variegato caleidoscopio rappresentato dal mondo ebraico.
L'atomica. Scienza, cultura, politica
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2014
pagine: 256
È di non molti anni fa il successo di Copenaghen, la pièce teatrale del drammaturgo inglese Michael Frayn sulla visita, nel settembre del 1941, di Werner Heisenberg a Niels Bohr, forse prossimi alla formula della bomba atomica. Il testo è astratto e concettuale, il linguaggio molto tecnico, incerto il contenuto stesso di quell'incontro tra fisici, eppure lo spettacolo di Frayn ha un'enorme risonanza internazionale. Che cosa significa, oggi, ripercorrere quegli inizi, apparentemente così lontani? E a quali scenari, presenti e futuri, ha dato il via la bomba? Il presente volume è in prima istanza un contributo a questa riflessione. Certamente le indagini sulla cooperazione internazionale degli ultimi decenni hanno messo a punto approfonditi strumenti di analisi sullo sviluppo nucleare. Ma il tema continua a essere studiato, analizzato, dibattuto in una comunità per lo più strettamente scientifica. Questo volume, nei suoi differenti approcci di focalizzazione, non cerca risposte, ma pone domande che indicano la straordinaria e inquietante attualità di quanto ancor oggi investe le dimensioni più disparate del vivere collettivo. All'interno di un'unica cornice, dunque, ma nella libertà scientifica di percorsi ed esperienze culturali diverse, i contributi qui presenti prendono le mosse da un'ipotesi comune: che cioè l'impiego bellico della bomba, per il suo carattere inedito, ha segnato un mutamento profondo nella nostra storia.
Fare gli italiani. Esercito permanente e «nazione armata» nell'Italia liberale
Giuseppe Conti
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 224
L'esercito italiano, sorto all'indomani della nascita del Regno d'Italia, per oltre cinquant'anni dovette difendersi dalle accuse di essere uno strumento dinastico, dispendioso, basato su un reclutamento parziale e per questo inadatto a difendere il paese. Il dibattito si fece più acceso dopo l'introduzione, avvenuta negli anni Settanta, del modello prussiano, presentato dai suoi sostenitori non soltanto come la vera, ordinata e possibile "nazione armata", ma anche come "scuola della nazione". A cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta si ebbe un vero e proprio salto di qualità sotto l'aspetto pedagogico, con l'esperimento di militarizzazione di alcuni convitti nazionali. L'ultimo decennio del XIX secolo fu caratterizzato da un montante antimilitarismo, destinato a durare a lungo, alimentato da episodi di politica estera e dall'aggravarsi della situazione politica interna. Gli anni dell'età giolittiana videro il mondo militare in preda a un profondo travaglio culturale. Gli ufficiali italiani, anche in relazione agli eventi politici e militari internazionali sempre più allarmanti, non solo rinunciarono a ogni velleità di sostituirsi alle istituzioni civili preposte all'istruzione e all'educazione, ma ripensarono la stessa definizione di "scuola della nazione" attribuita all'esercito, che doveva tornare a dedicarsi ai compiti che gli erano propri e che i lunghi decenni di pace avevano fatto cadere nell'oblio: formare gli uomini per la guerra.