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Età di lettura: da 3 anni.

Tutto avviene e si risolve nell'immaginazione di un'occhiata, di un tiro di sigaretta, di un sospiro di sollievo. Anche questo racconto trova la sua collocazione in un tempo e in uno spazio che non hanno definizione. È un momento fermo in una stagione passata, o sintomo di uno sconcertante futuro.

È il racconto dei moti dell'anima di un padre in pena, ma determinato nella tenace ricerca dell'affermazione di un ideale di giustizia. Interessato alla storia e ai giovani, la sua lotta ha un solo nome "Atlantide". Ripercorre le tappe della sua vita, segnata da un alternarsi narrativo passato-presente che gli consente una conclusione che non è disperazione ma speranza...

Qualche volta Dio mi fa una strana concessione: capovolge la clessidra del tempo e, per un istante, mi riporta indietro ed io resto muto davanti a quell'incanto senza fine e, veramente, non so se gli affetti perduti mi portano a desiderare di più il cielo o la terra. Quanti fantasmi sono passati nella mia vita, forse troppi per desiderare ancora di vivere, ma se chiudo gli occhi sono tutti presenti per tendermi la mano, veramente non ne manca nemmeno uno.

"Mistero e suspence: un lungo viaggio nella notte newyorkese, tra il buio delle ombre e lo scintillio delle insegne luminose; un lungo viaggio tra persone con sogni e progetti soffocati nella precarietà. Nello spazio di una sola notte Jimmy Tarantino, detto Mustang - dal nome della sua Ford del '67 - decide di fare il suo gran rientro nelle strade della 'Grande Mela'. Ha molti conti in sospeso con la città e con alcuni dei suoi abitanti in particolare. In quella 'Mustang' del '67 si specchia l'appannamento del sogno americano, ma Jimmy Tarantino sembra non volersi rassegnare alla caduta degli ideali. Perciò egli è ritornato in città all'insaputa di tutti; non solo dei suoi nemici ma anche delle persone a cui tiene: è ritornato dopo un lungo tempo, che egli dice di aver trascorso, solo con se stesso, disposto a giocarsi tutto in una notte per saldare i conti del passato." (Rosario Pinto)

"Delle mille esperienze che facciamo, riusciamo  a tradurne in parola la maggior parte, ma quante riusciamo a tradurne in poesia? Probabilmente nessuna, perché la poesia ha tenere ali di farfalla ed un soffio lievissimo può disperderla nel vento. Nondimeno, sebbene fragile, la poesia si fa granitica certezza nella vita di ogni essere umano, divenendone perenne, discreta e vigile compagna fin dalla prima ninna nanna. Tuttavia scrivere poesia è un compito importante, e per cimentarvisi non basta la volontà (ancorché buona!), ma serve un'anima tutta d'un pezzo, un'anima che ha aperto una dopo l'altra, e senza esitazioni, le buste sigillate della sua esistenza vivendo senza confini e con lo sguardo fisso all'orizzonte. Solo con un'anima così si diventa poeta e non spacciatore di parole false; solo con un'anima così si è in grado di condividere le memorie comuni e di vivere gli affetti, richiamando tempi e sentimenti trascorsi dal fondo del cuore. Solo con un'anima così sa scrivere Nunzio Navarra, e con le sue rime gentili e pulite apre la nostra mente all'immaginario."

Quest'ultimo pamphlet (per essere eleganti) continua il percorso d'analisi della Dieta Mediterranea che l'autore avviò con La Dieta Meridionale (Mim, 1999). Dopo diversi saggi brevi, la considerazione si conferma e rinnova: le 'vie' mediatiche della mediterraneità mangereccia sono infinite, ma il sistema di salubrità disvelato da Ancel Keys è, oggigiorno, metà ricordo e metà rimpianto.