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Pensieri e poesie.

Pensieri e poesie.

Lungo un percorso di quasi tre decenni, iniziato in una Bari degli anni '80, i personaggi intrecciano le loro vite con quella di Max, il protagonista, muovendosi in una dimensione irrequieta, sempre alla ricerca di una libertà che spesso trova la sua più immediata manifestazione nella creatività e nella musica, protagonista della narrazione e chiave di lettura psicologica degli eventi descritti. Storie e provenienze diverse confluiscono a un certo punto verso un unico obiettivo, grazie all'ambizioso progetto di un Manifesto, nato in seguito alle riflessioni inerenti all'appiattimento dell'uomo su posizioni superficiali e materialiste. Il fervore creativo che ne deriva si trasforma per i personaggi principali in un'esigenza di tipo spirituale, che non basterà però a evitare le successive delusioni, separazioni e divergenze. Un romanzo di formazione che racconta passioni che attanagliano lo stomaco e tolgono il respiro e che fa ricordare che la vita è sempre e comunque un'esperienza che vale la pena di essere vissuta.

Il romanzo, caratterizzato da riflessioni sull'esistenza, vede protagonista Fanny Grunt, ragazza che ha subito la perdita del padre quando era appena una bambina. Il mistero di questa morte peserà molto sulla vita della madre, con cui la ragazza entra immediatamente in conflitto, e, in particolare, sulla propria. In conseguenza di questo trauma, mai del tutto debellato, è continuamente in cerca di una propria organizzazione esistenziale. Per sottrarsi alla tensione provocata dalle infinite insoddisfazioni, e su consiglio di un amico, trova rifugio in un casolare di campagna. Qui troverà l'ispirazione per dare un senso nuovo e concreto alla sua vita. "Fanny Grunt" è un libro sull'esistenza, sui valori, sulla possibilità di cambiamento e sulla necessità di guardare alle cose con sguardo profondo e indagatore. Fanny fa un viaggio dentro la propria coscienza e il proprio cuore, fino a toccare il senso della vita.

Con "Lica la Papessa di Fanny Grunt", Franca Canitella conclude un percorso evocativo sulla donna. Fanny Grunt, personaggio principale dell'omonimo romanzo della stessa autrice, è una giornalista e scrittrice in conflitto con se stessa, che in cerca della propria identità decide di isolarsi e combattere i propri fantasmi. In questo cammino inciampa in una storia del passato, rimasta reclusa nelle viscere della terra per secoli. Sulla base di manoscritti e appunti ritrovati in una tomba, decide di scrivere la storia di Angelica Coenti, vissuta alla fine del 1500, ricercatrice e studiosa di medicamenti. "Lica la Papessa di Fanny Grunt" invita a superare le avversità; è un romanzo in cui la speranza è racchiusa tra le virgole della vita.

Il romanzo segue le vicende di più personaggi che vivono desiderando di essere resilienti al proprio destino. Punta l'obiettivo su un ventaglio di persone eterogenee capaci di contaminare il lettore e trascinarlo nel loro mondo crudo e realista, nei loro codici comunicativi e nelle loro fragilità emotive.

Nei primi anni del XVI secolo, mentre l'Europa si lascia alle spalle il Medioevo per aprirsi all'Età Moderna, nuovi poteri politici ed economici scalzano quelli antichi. La scoperta del Nuovo Mondo ha spalancato orizzonti inattesi, ma anche profonde inquietudini. Nella terra del Cilento, intanto, si diffonde la voce di un prodigio: un Cervo Bianco, simbolo di pace e rinnovamento, sarebbe apparso sul Monte della Stella. Secondo antiche leggende, il suo arrivo annuncia la nascita di grandi saggi capaci di mutare il destino dell'umanità. Intorno a quel segno misterioso si intrecciano i destini di un medico, di un matematico e di una zingara. Il loro cammino li condurrà dal Regno di Napoli all'Andalusia, fino al Nord Africa, sulle tracce di un'antica sapienza perduta - fatta di medicina, filosofia e alchimia - che poteri occulti vogliono cancellare. Tra ricerche proibite, fede e conoscenza, Il Cervo Bianco narra un'avventura di pensiero e di passione umana, nel tempo in cui l'uomo cercava di decifrare i segreti del mondo.

Cos'è un'isola se non un confine dell'infinito? Come il corpo umano, confine effimero dell'anima che perpetua quando ad essa riusciamo a donare noi stessi affidandola al mare e alle sue tempeste, ai venti tenaci, senza paura né sconforto. Capraia vive nel suo silenzio e ospita una parte di infinito che appartiene anche a me. Se non la vuoi conoscere basta non raggiungerla via mare. Ma se la vuoi conoscere veramente chiudi gli occhi e ascoltati. Molte volte, dalla città in cui vivo, ascolto il suo maestoso silenzio e la sua infinita capacità a rendermi puro e felice. È questo che ho cercato, con semplicità, di mettere in queste pagine. Un intreccio casuale di storie vere che mi hanno accompagnato, mano nella mano, nella vita. Con la stessa energia spero di indurre mio figlio a compiere le sue traversate verso i suoi territori inesplorati senza pretendere ponti che ne faciliterebbero la strada ma la priverebbero del vero significato.

Raccolta di racconti che ci parlano di fatti veri e personaggi esistiti di un tempo lontano e scandito dei luoghi dove vive l'autore, con l'obiettivo di fare conoscere a giovani e meno giovani la storia, la cultura, il modo in cui si viveva e ci si rapportava con gli altri.