Antonio Tombolini Editore: Perle
L'uomo senza volto
Clarice Gouzy Tartufari
Libro: Libro in brossura
editore: Antonio Tombolini Editore
anno edizione: 2018
È difficile non lasciarsi catturare dalla prosa nitida ed agile de L’uomo senza volto, romanzo postumo della scrittrice Clarice Tartufari (1868-1933) che oggi possiamo leggere grazie a questa nuova preziosa edizione. Romanzo al femminile, data la posizione di rilievo conferita alle donne nel discorso narrativo, ma anche, sorprendentemente, romanzo dell’uomo, del soldato, del reduce, le cui “intermittenze del cuore” sono illuminate con grande finezza di analisi psicologica e con uso sapiente del flusso di coscienza che cela e rivela frammenti di ricordo, emozioni presenti e passate, allucinazioni e speranze. [...] Attenta a registrare i cambiamenti della condizione femminile fin dalla sua novella d’esordio, Maestra (1887), nella quale vengono messi a nudo i patimenti e le molestie anche sessuali cui le donne erano soggette nell’ambito lavorativo, ne L’uomo senza volto Tartufari ci offre un repertorio di tipi femminili che inizialmente potrebbero sembrare stereotipati e monodimensionali e che invece mettono a fuoco il profondo contrasto tra conformismo borghese di genere e nascente spirito di emancipazione pre-femminista. Prefazione di Enrica M. Ferrara.
Nel mondo della donna. Conversazioni femministe (1906)
Roberto Bracco
Libro: Libro in brossura
editore: Antonio Tombolini Editore
anno edizione: 2018
Libello pubblicato nel 1906, all'interno di una collana destinata a lettrici aristocratiche e dell'alta borghesia. Celato dietro uno stile elegante ma non sofisticato, l'autore affronta un tema cruciale per la società dell'epoca: il rapporto uomo/donna, e riesce a far luce su aspetti, ancora oggi, importanti. Egli vede nella "imperfezione delle leggi e delle consuetudini e della morale", la causa principale della mancata emancipazione femminile, e alla luce delle scoperte scientifiche, arriva alla conclusione che, in natura, il maschio di ogni specie possiede un elemento biologico dell'iniziativa, ma che l'uomo, sul piano culturale, trasforma questa iniziativa in supremazia, diffondendo una cultura prevaricatrice che fa delle donne le principali vittime. Auspicando un disseppellimento della natura, immagina un futuro in cui la donna possa esprimere una femminilità che non sia sinonimo di debolezza, e la incita ad agire, affinché quella cultura basata sulla prevaricazione venga superata.
L'avventuroso Simplicissimus
Hans Jacob Christoffel von Grimmelshausen
Libro: Libro in brossura
editore: Antonio Tombolini Editore
anno edizione: 2017
Il romanzo "L’avventuroso Simplicissimus" tedesco (1668), noto più comunemente come il Simplicissimus, è opera di Hans Johann Christoffel von Grimmelshausen (1621-1676). Considerato uno dei capolavori della letteratura tedesca, è senza dubbio quello che ha raccontato, per la prima volta, la guerra come luogo antieroico, occasione di violenza, crudeltà e nefandezze d’ogni tipo, dove l’uomo dà il peggio di sé. Per rappresentare la guerra dei Trent’Anni (1618-1648) quale mostro crudele e terribile, Grimmelshausen ricorse a una raffinata narrazione in prima persona del protagonista, nato durante la guerra e chiamato, da ragazzo, Simplicius Simplicissimus per la sua disarmante ingenuità. Divenuto scettico nel corso della lunga guerra, Simplicius scrive in età matura la propria vita da una prospettiva critica. Tra ciò che esperisce l’ingenuo Io narrato e il racconto che ne fa lo scettico Io narrante, Grimmelshausen riesce, sui diversi piani cognitivi del protagonista, a narrare in forma utile e divertente, com’è scritto sul frontespizio, la complessità della guerra, suscitando l’interesse del lettore e mantenendone viva la curiosità.
L'avventuroso Simplicissimus
Hans Jacob Christoffel von Grimmelshausen
Libro: Libro in brossura
editore: Antonio Tombolini Editore
anno edizione: 2017
Il romanzo L’avventuroso Simplicissimus tedesco (1668), noto più comunemente come il Simplicissimus, è opera di Hans Johann Christoffel von Grimmelshausen (1621-1676). Considerato uno dei capolavori della letteratura tedesca, è senza dubbio quello che ha raccontato, per la prima volta, la guerra come luogo antieroico, occasione di violenza, crudeltà e nefandezze d’ogni tipo, dove l’uomo dà il peggio di sé. Per rappresentare la guerra dei Trent’Anni (1618-1648) quale mostro crudele e terribile, Grimmelshausen ricorse a una raffinata narrazione in prima persona del protagonista, nato durante la guerra e chiamato, da ragazzo, Simplicius Simplicissimus per la sua disarmante ingenuità. Divenuto scettico nel corso della lunga guerra, Simplicius scrive in età matura la propria vita da una prospettiva critica. Tra ciò che esperisce l’ingenuo Io narrato e il racconto che ne fa lo scettico Io narrante, Grimmelshausen riesce, sui diversi piani cognitivi del protagonista, a narrare in forma utile e divertente, com’è scritto sul frontespizio, la complessità della guerra, suscitando l’interesse del lettore e mantenendone viva la curiosità.