Libri di Ettore Rocca
Il giglio nel campo e l'uccello nel cielo
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 224
“Che cos’è la gioia? Che cos’è l’essere gioiosi? È essere davvero presenti a se stessi.” Pubblicate tra il 1849 e il 1851, le quattro brevi opere qui raccolte ci mostrano l’ultimo Kierkegaard: un uomo che, alla fine della sua attività letteraria e della sua esistenza, si affida alla bellezza del creato come via d’uscita dalla disperazione del vivere. Ne emerge un Kierkegaard imprevisto, alla luce del quale riconsiderare la sua intera opera. Perché in questi scritti di rara bellezza, in prima traduzione italiana, il filosofo posa gli strumenti analitici della ragione e rilegge il Vangelo per trovarvi una chiave di interpretazione del presente. Così, nell’opera che dà il titolo al volume, Kierkegaard esorta il lettore a imparare dal giglio e dall’uccello – immagini evocate da Cristo stesso – la lezione del silenzio, dell’obbedienza e della gioia: il silenzio per smorzare la frenesia della parola, l’obbedienza per allenare la capacità di ascolto e la gioia per allontanare ogni sofferenza da sé. In pagine colme di vita, si affrontano temi cardine della poetica del filosofo, quali la compassione e il perdono, fino ad arrivare all’amore, strumento divino di salvezza dall’autodistruzione. Rielaborando le immagini dei passi biblici, Kierkegaard ci consegna una filosofia che, secondo i precetti di Socrate, ci arriva come cura dell’anima, metodo per costruire attorno a noi una casa che tenga fuori ogni tormento.
La malattia per la morte. La malattia mortale
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2024
pagine: 240
“Questa malattia non è per la morte.” Condensata nella citazione posta in apertura dell’opera, tratta dal racconto della resurrezione di Lazzaro nel Vangelo di Giovanni, sta l’essenza di questo saggio, una delle opere più significative di Kierkegaard. Lazzaro morì perché mortale era la sua malattia, ma la sua resurrezione dimostra che non si trattava di una malattia “per la morte” – da essa infatti originò un’apertura verso la fede e quindi la vita autentica. La vera malattia per la morte è invece la disperazione che, in un circolo spietato, alimenta se stessa senza condurre alla morte. Investigando le cause umane e spirituali che portano a un tale tormento senza soluzione, Kierkegaard apre la discussione alla componente religiosa, alla fede, alla relazione con Dio e alla possibilità di risvegliare il sentimento cristiano dalla rigidità e dall’intorpidimento. In questa edizione curata da Ettore Rocca La malattia per la morte si presenta nella forma più fedele all’originale – a partire dal titolo che finalmente restituisce il vero senso della citazione evangelica –, liberata dalle forzature e dai malintesi che in precedenza ne avevano appannato l’incisività, riacquistando tutta la forza di un autentico capolavoro.
L'umano e l'inumano. Filosofia dell'architettura come filosofia della natura
Ettore Rocca
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 208
Mai come oggi architettura e natura appaiono in conflitto insanabile. Per quanto si sforzi di diventare sostenibile, l'architettura continua a essere la più umana tra le arti, quella che più afferma il possesso umano sulla natura. Il libro sovverte questa idea, sostenendo che, se pensata filosoficamente, l'architettura è invece la più inumana fra le arti, quella maggiormente consegnata all'altro dall'umano, la natura. Anzi, l'architettura può mettere in opera la natura e aprire a un nuovo epos del non-umano. Il volume argomenta questa tesi intrecciando differenti tradizioni di pensiero: lo spazio in Platone con lo zimzum nella qabbalah ebraica, la concinnitas in Alberti con lo spazio indicibile di Le Corbusier, il non-altro in Cusano con lo spazio potenziale di Winnicott, il pensiero della rovina in Simmel con la natura di città di Stig L Andersson. In ogni capitolo la teoria dialoga con singole opere artistiche e architettoniche, dalla cui lettura emergono elementi inediti, ribaltando talvolta interpretazioni consolidate. "L'umano e l'inumano" propone una nuova e paradossale teoria dell'architettura che si fonda sul ritrarsi per donare spazio, e trova il suo compimento in una filosofia del gioco. È nel gioco che infine l'umano si salda all'inumano, la filosofia dell'architettura alla filosofia della natura.
Fons Vitae. Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga, Filippo Rossi. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Mandragora
anno edizione: 2022
pagine: 56
In occasione del convegno "Rinascenza come Resurrezione. Il Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti nella Firenze del Quattrocento", quattro artisti di fama internazionale – Peter Brandes, Maja Lisa Engelhardt, Susan Kanaga e Filippo Rossi – riflettono sul mistero di cui parla il capolavoro albertiano: la resurrezione di Gesù e la prospettiva di una vita nuova. Il titolo della loro installazione, Fons Vitae – Fonte di Vita esposta al Museo Marino Marino, echeggia san Paolo che per primo collegò le acque del Battesimo con la Pasqua. Con i simboli dell'acqua, della luce e della natura fiorita, Brandes, Engelhardt, Kanaga e Rossi parlano al visitatore di "resurrezione", proprio come il sepolcro albertiano. Il catalogo, oltre a offrire una dettagliata riproduzione delle opere d'arte, è completato dalle biografie degli artisti firmate dai curatori: Timothy Verdon ed Ettore Rocca.
Fiumara d'arte in Sicilia: arte, architettura, paesaggio
Maria Lorenza Crupi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2022
pagine: 239
Fiumara d'Arte in Sicilia è un fenomeno senza eguali nel panorama artistico-architettonico italiano degli ultimi 35 anni. Questo saggio ne traccia criticamente la storia e il senso. Dalla prima scultura di Pietro Consagra nella valle dell'Alesa fino agli attuali progetti per Librino nella periferia di Catania, in mezzo a battaglie giudiziarie, attentati malavitosi e interventi politici, la storia di Fiumara pone urgenti problemi teorici: il rapporto tra arte e spazio pubblico, tra architettura ed edilizia, tra proprietà privata e valore sociale dell'arte, tra disobbedienza civile e criminalità, tra paesaggio e territorio. Attraverso un'attenta analisi delle sue opere, l'autrice fa emergere queste questioni, mostrando la rilevanza di Fiumara: un'azione che vuole essere critica dell'esistente e portatrice di una "speranza estetica".
Architettura, arte contemporanea, musealizzazione. ABDR Architetti Associati, Alfredo Pirri e il MArRC di Reggio Calabria
Marzia Marandola, Marco Burrascano, Ettore Rocca
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 57
Nel 1932 Marcello Piacentini viene incaricato del progetto per il Museo della Magna Grecia, i lavori più volte interrotti si protraggono fino al 1956, data dell'inaugurazione. Nei primi anni Ottanta il museo si arricchisce dei Bronzi di Riace e dei Relitti di Porticello assumendo rilevanza mediatica e un incremento notevole dei visitatori. Nel 2009 viene promosso un rinnovamento in vista dei festeggiamenti per i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia, inizia così una profonda trasformazione a cura dello studio ABDR Architetti Associati e dell'impresa COBAR conclusa nel 2016, anno dell'inaugurazione del nuovo Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. In occasione del restauro e ampliamento nel 2010 Alfredo Pirri progetta l'opera permanante “Piazza”. Il volume, con i tre saggi di Marzia Marandola, Marco Burrascano e Ettore Rocca e con un ampio apparato iconografico, descrive e analizza la recente fase di vita del Museo: il suo nuovo allestimento, la sistemazione della corte coperta con l'intervento di Alfredo Pirri e l'apertura di nuovi spazi, fino al suo rinnovato rapporto con la città.
Notabene. Quaderni di studi kierkegaardiani. Volume Vol. 10
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2018
pagine: 172
Nel 1846, un Kierkegaard poco più che trentenne iniziò ad annotare le proprie riflessioni in quaderni sul cui frontespizio tracciava un grande “NB” (ovvero: NotaBene). Con questa sigla soleva indicare ciò che si proponeva di tener presente, ciò su cui voleva richiamare l’attenzione, ciò che richiedeva un commento, ironico, serio o ammonitore. Nello scegliere NotaBene come titolo dei Quaderni di studi kierkegaardiani, si è voluto, quindi, utilizzare la stessa sigla adottata dal filosofo danese per i suoi appunti, ad indicare una “ripresa” del suo esercizio di pensiero. Il logo dei Quaderni, che riproduce il disegno di un uomo con il cannocchiale – sorta di “autoritratto” di mano dello stesso Kierkegaard –, vuole poi sottolineare un duplice aspetto della sua fisionomia intellettuale: quello dell’osservatore accurato e quello dell’ironista acuto e mordace, capace però anche di autoironia. Sono questi, infatti, i tratti che hanno reso il filosofo danese uno dei pensatori più lucidi e incisivi del pensiero moderno, capaci di esercitare una profonda influenza in ogni ambito dell’attività intellettuale e artistica del Novecento.
Kierkegaard
Ettore Rocca
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2013
pagine: 304
"Che cos'è la gioia? Che cos'è essere gioiosi? È essere in verità presenti a sé stessi. Ma l'essere in verità presenti a sé stessi è questo 'oggi', è essere oggi, essere in verità oggi. Quanto più è vero che sei oggi, quanto più sei completamente presente a te stesso nell'essere oggi, tanto più il giorno dell'infelicità, il domani, non esiste per te. La gioia è il tempo presente con tutta l'enfasi su: il tempo presente."
Il giglio nel campo e l'uccello nel cielo. Discorsi (1849-1851)
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2011
pagine: 159
Il volume raccoglie nove discorsi religiosi che Kierkegaard pubblicò tra il 1849 e l'agosto 1851, nell'ultimo periodo della sua attività letteraria. Quello che ne viene fuori è un "altro" Kierkegaard, ma non un Kierkegaard minore, bensì un Kierkegaard a partire dal quale bisognerà rileggere la sua intera opera. Questi discorsi vogliono essere semplicemente "cura dell'anima", cura della sofferenza, possibilità di indicare una via d'uscita dalla disperazione del vivere. Così i primi tre, che vanno sotto il titolo de "Il giglio nel campo e l'uccello nel cielo", sono un elogio del silenzio, dell'obbedienza e della gioia che dobbiamo imparare dal giglio e dall'uccello di cui ci parla il Vangelo. Il silenzio come condizione per smorzare il ritmo incalzante delle parole e delle preoccupazioni, l'obbedienza come capacità di "prestare ascolto". Infine la gioia, quel movimento con cui si getta via da sé ogni pena e che deve essere possibile qui e ora nella vita. Negli altri discorsi si discute la compassione, quindi il perdono, infine l'amore, l'amore di Cristo che offre riparo di fronte all'ansia di autodistruzione. Insieme al significato religioso, quel che resta è il messaggio di una filosofia che torna a Socrate. Una filosofia che non vuole decostruire, ma "edificare", ossia tentare di costruire una casa senza sofferenza, o almeno con minore sofferenza.
La malattia per la morte
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2011
pagine: 211
Lazzaro, l'amico di Gesù, è malato. Marta e Maria, le sorelle, lo mandano a dire a Gesù. "Signore, ecco, il tuo amico è malato". Udendo quelle parole, Gesù dice: "Questa malattia non è per la mor-te, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato" (Giovanni 11,4). Lazzaro però morì, dunque la sua malattia era mortale. Eppure quella malattia non fu per la morte, non fece il gioco della morte, perché divenne fonte di fede. Se quella malattia non è per la morte, c'è nella nostra epoca una malattia che sia per la morte? C'è, risponde Kierkegaard, ed è la disperazione. La disperazione è il peccato dell'uomo contro il mondo, contro gli altri, contro Dio. E la malattia dello spirito, del sé, la malattia che fa desiderare la morte pur tenendo sempre in vita, pur condannando sempre alla vita. Per questo la disperazione è per la morte, è a servizio della morte senza essere mortale, fa vivere la morte senza concedere la morte. La malattia per la morte, pubblicata nel 1849, è una fenomenologia della disperazione, e descrive una parabola che va dalla disperazione che non sa di essere tale alla disperazione che sa se stessa e sfida il mondo e Dio. È il capolavoro di Kierkegaard, in cui i fili della sua riflessione psicologica, teologica e filosofica trovano la più alta e compiuta formulazione.
Estetica e architettura
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2008
pagine: 280
Da Kant a Derrida, da Schopenhauer a Heidegger, da Nietzsche a Ricoeur e a Vattimo, il volume presenta una serie di testi fondamentali per comprendere il rapporto tra l'estetica moderna e l'architettura. Nel percorso che l'architettura ha compiuto dalla nascita dell'estetica nel Settecento fino ai giorni nostri emerge come essa, inizialmente esclusa dalle "belle arti", e considerata gradino più basso tra le arti nella prima metà dell'Ottocento, assuma nel Novecento una nuova centralità per la riflessione estetica. Se da un lato l'architettura rischia così di diventare l'arte suprema dell'estetizzazione della quotidianità, e l'architetto l'erede della volgarizzazione del mito moderno del genio, dall'altro essa offre oggi all'estetica l'opportunità di ridefinire il proprio statuto, ripensando la questione dei bisogni dell'essere umano, e ripensando la stessa bellezza come un peculiare bisogno.
Kierkegaard contemporaneo. Ripresa, pentimento, perdono
Umberto Regina, Ettore Rocca
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 312
Kierkegaard è per antonomasia il filosofo dell'esistere contemporaneo, di ciascun uomo nei confronti di tutti gli uomini. Come egli propone in Il concetto dell'angoscia, l'umanità, a differenza di tutte le altre specie, è composta da individui ciascuno dei quali è se stesso ed "insieme" la specie tutta. Ogni individuo è Adamo, e pecca di nuovo insieme a lui, in modo altrettanto "originale", e così contribuisce a mutare la propria umanità, insieme a quella di Adamo e di ogni altro uomo. Le vie su cui Kierkegaard particolarmente insiste per l'accesso dell'uomo all'autenticità del proprio esistere sono: la "ripetizione-ripresa", il "pentimento" e il "perdono". Vie sulle quali si soffermano i saggi qui raccolti, nella consapevolezza che nessuna di queste categorie esistenziali può essere oggetto né di constatazione né di dimostrazione. E tuttavia è grazie a queste categorie - da lui coniate - che Kierkegaard ha saputo dare nuovi nomi al mistero dell'esistenza.