Libri di Giuseppe De Rita
Oligarca per caso. Il racconto della vita di un italiano alla ricerca degli italiani
Giuseppe De Rita
Libro: Libro in brossura
editore: Solferino
anno edizione: 2024
pagine: 224
Giuseppe De Rita – ideatore, fondatore e oggi presidente del Censis – è l’uomo che ha portato in Italia la ricerca sociologica sul campo ancor prima che venisse creata una cattedra universitaria di sociologia. Come pochi ha contribuito a descrivere l’Italia nei rapporti periodici come nei suoi articoli per il «Corriere della Sera». In questo libro, scritto insieme al giornalista Lorenzo Salvia, racconta per la prima volta le tappe principali della sua vita intrecciate agli snodi dell’evoluzione politica, sociale ed economica del Paese. Come quando nel 1951 viene «arruolato» nel castello di Sermoneta per i corsi del Movimento ispirato dagli Alleati per defascistizzare l’Italia del Dopoguerra. Da lì nasce una convinzione che manterrà per tutta la vita: l’oligarchia, spesso considerata un pericolo per la democrazia, è in realtà uno strumento necessario per il buon funzionamento delle società moderne. Una idea che si rafforzerà negli anni, durante la sua esperienza allo Svimez, con i suoi viaggi nelle aree interne del Mezzogiorno o nel Belucistan iraniano e poi al Censis. Nel corso della sua vita De Rita incontra, conosce, consiglia (ma litiga anche con) buona parte dei politici e degli imprenditori che hanno guidato il Paese. Tanti gli aneddoti, come la notte in cui sconsigliò (inascoltato) al premier De Mita di introdurre una patrimoniale, i no a chi gli chiedeva un impegno diretto in politica, da Berlusconi a Prodi, o le gelosie della politica sui patti territoriali, inventati da presidente del Cnel. E molte le confessioni personali: gli otto figli, la casa di Courmayeur, l’importanza della fede, la passione per il calcio. A delinearsi in queste pagine è non solo una biografia inedita e appassionante, ma anche una rilettura della storia del Paese attraverso lo sguardo di un suo testimone d’eccezione.
Quante storie. Il «sociale» dall'Unità a oggi. Ritratti e ricordi
Goffredo Fofi
Libro: Libro in brossura
editore: Altreconomia
anno edizione: 2024
pagine: 144
La questione del metodo insieme a quella dell'efficacia rimane centrale, oggi come in passato, per chi si occupa di educazione e intervento sociale. Attraverso cinque capitoli, ognuno dedicato a epoche diverse dall'Unità ai giorni nostri, Fofi ricostruisce le vite di chi ha riflettuto e si è occupato di progetti educativi e di sviluppo di comunità. Tra i protagonisti di questa controstoria Sibilla Aleramo, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Adriano Olivetti, Don Zeno Saltini, Umberto Zanotti Bianco, Margherita Zoebeli e molti altri. Prefazione di Giuseppe De Rita. "Oggi la Storia è così cambiata che non ci serve piangere sulle occasioni perdute della società italiana, ma capire cosa bisognerebbe fare oggi" (Goffredo Fofi). "Tutti noi, che abbiamo pensato e portato avanti un'esperienza di azione sociale, l'abbiamo fatto perché ci credevamo fortemente e perché pensavamo solo e quasi esclusivamente a quel che avevamo pensato e deciso di fare. La crescita del sociale italiano è stata in fondo la scommessa di tanti sogni collettivi in cui molti hanno creduto, e attraverso la quale sono pazientemente cresciuti, magari lontano da dove avevano cominciato a fare sociale" (Giuseppe De Rita).
Cinquant'anni a Courmayeur
M. Luisa De Rita, Giuseppe De Rita
Libro: Libro in brossura
editore: Liaison
anno edizione: 2010
pagine: 75
Maria Luisa e Giuseppe De Rita raccontano la lunga frequentazione della località ai piedi del Monte Bianco e l'affettuosa amicizia con gli abitanti del luogo. Una frequentazione molto speciale, non solo perché estiva, ma anche perché riguarda l'intera e numerosa famiglia, composta da otto figli e quattordici pronipoti, che si ritrova ogni anno nell'amatissima casa del Biolley. Nell'epoca del turismo mordi e fuggi e delle vacanze "last minute", è un invito ad andare controcorrente, a capire l'importanza dell'attaccamento ai luoghi e alle persone. La casa dei sogni di un'intera famiglia che diventa la casa di tutti noi.
Manifesto per lo sviluppo locale. Teoria e pratica dei patti territoriali
Aldo Bonomi, Giuseppe De Rita
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1998
pagine: 224
La prima parte del volume, redatta da Giuseppe de Rita, contiene la filosofia generale di un progetto e di una forma d'intervento che assegna la priorità all'agire locale - coordinato e orientato a livello nazionale - sul centralismo che continua a dominare quando si tratta di sviluppo o di redistribuzione assistenziale. La seconda parte, redatta da Aldo Bonomi, espone teoria e pratica dei "patti territoriali", ovvero intese a livello locale coordinate secondo un modello e un metodo nazionale che vedono riuniti amministrazioni locali, sindacati, università che si concertano a livello subregionale per ottimizzare le risorse locali, economiche e culturali, in vista dello sviluppo e della creazione d'impresa.
Cristiani nelle Venezie
Enrico Berti, Giuseppe De Rita, Bartolomeo Sorge
Libro
editore: Ist. Rezzara
anno edizione: 1985
pagine: 112
L'eclissi della borghesia
Giuseppe De Rita, Antonio Galdo
Libro
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: 102
Dove è finita una borghesia in grado di governare il nostro Paese? In sua assenza, gli italiani non hanno coltivato il senso delle istituzioni, della nazione e dello Stato. E salita l'onda di un populismo viscerale, che in alcuni casi si è tradotto in antipolitica, non si è consolidata una classe dirigente di stampo europeo, sono cresciuti le paure e il risentimento. Il futuro è scomparso dal nostro orizzonte. Il ceto medio ha così preso il sopravvento senza che la borghesia esercitasse doveri e responsabilità che le competono per mettere ordine in un sistema altrimenti condannato al caos. Giuseppe De Rita e Antonio Galdo analizzano i diversi modi in cui si manifesta l'eclissi della borghesia: dallo svuotamento dei partiti e della rappresentanza a un capitalismo refrattario a regole ed etica, dalla rinuncia all'impegno nella vita pubblica al dilagare di corporativismo e pulsioni individuali, dallo smarrimento di elementi di equilibrio all'interno di una democrazia compiuta alla crescita di un'informazione poco indipendente. Fino all'abbandono delle nuove generazioni che vanno a studiare all'estero e lasciano il Paese al suo declino. La conseguenza di quanto è accaduto è un evidente corto circuito tra governanti e governati, tra istituzioni e cittadini. E rappresenta un vuoto che bisognerà colmare per restituire all'Italia un'idea forte e condivisa di cambiamento.
L'eclissi della borghesia
Giuseppe De Rita, Antonio Galdo
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: 91
Dove è finita una borghesia in grado di governare il nostro Paese? In sua assenza, gli italiani non hanno coltivato il senso delle istituzioni, della nazione e dello Stato. E salita l'onda di un populismo viscerale, che in alcuni casi si è tradotto in antipolitica, non si è consolidata una classe dirigente di stampo europeo, sono cresciuti le paure e il risentimento. Il futuro è scomparso dal nostro orizzonte. Il ceto medio ha così preso il sopravvento senza che la borghesia esercitasse doveri e responsabilità che le competono per mettere ordine in un sistema altrimenti condannato al caos. Giuseppe De Rita e Antonio Galdo analizzano i diversi modi in cui si manifesta l'eclissi della borghesia: dallo svuotamento dei partiti e della rappresentanza a un capitalismo refrattario a regole ed etica, dalla rinuncia all'impegno nella vita pubblica al dilagare di corporativismo e pulsioni individuali, dallo smarrimento di elementi di equilibrio all'interno di una democrazia compiuta alla crescita di un'informazione poco indipendente. Fino all'abbandono delle nuove generazioni che vanno a studiare all'estero e lasciano il Paese al suo declino. La conseguenza di quanto è accaduto è un evidente corto circuito tra governanti e governati, tra istituzioni e cittadini. E rappresenta un vuoto che bisognerà colmare per restituire all'Italia un'idea forte e condivisa di cambiamento.
Il popolo e gli dei. Così la Grande Crisi ha separato gli italiani
Giuseppe De Rita, Antonio Galdo
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2014
pagine: 103
Il popolo e gli dei si sono allontanati irrimediabilmente. La Grande Crisi ha separato con un abisso i diversi gironi della società e si è spezzata la catena di connessioni tra il popolo e l'élite. Abbiamo ceduto sovranità a sfere sovranazionali e a oscuri poteri finanziari, coperti dall'impunità e inquinati dai conflitti di interesse. Siamo diventati sudditi di regni lontani. La politica e gli italiani non hanno più molto da dirsi. Il rapporto si è deteriorato e si è spento nella reciproca separatezza. Siamo un popolo vitale, dobbiamo però riprendere la strada dello sviluppo e recuperare sovranità. E soprattutto dobbiamo ridurre le distanze tra sempre più ricchi e sempre più poveri. Non si riaccende la fiamma dei desideri senza interpretarli, senza individuare un orizzonte condiviso, senza riscoprire il fascino di un sogno collettivo.
Cara Liviuccia. Lettere alla moglie
Giulio Andreotti
Libro: Libro in brossura
editore: Solferino
anno edizione: 2022
pagine: 336
«Cara Liviuccia, non preoccuparti per me. Ho raramente il mal di testa piccolo, mentre quello grande l’ho avuto solo sabato mattina, legato alla cena della notte precedente. Del resto, esiste la grazia di stato di cui sono testimone ormai da tanti anni...». Il mittente di questa lettera del 1960 è Giulio Andreotti e il destinatario è sua moglie Livia. È la sorpresa postuma che filtra dalla maschera di imperturbabilità del personaggio: il potente politico democristiano scriveva regolarmente, su fatti pubblici e privati, alla moglie, cui lo legava un profondo rapporto di fiducia, in grado di infrangere la sua innata riservatezza. Queste lettere, raccolte per la prima volta a cura dei figli, coprono l’arco di due decenni e portano alla luce una famiglia sempre gelosamente protetta dal leader democristiano, che concludeva le missive con la postilla «baci ai bambini». Raccontano dei viaggi, dei pranzi e degli incontri con ambasciatori o cardinali, delle riunioni in Parlamento o degli impegni di partito e di quando, in assenza della famiglia, andava a dormire dalle suore sopra le catacombe di Priscilla, sulla Salaria. Le confessioni di De Gasperi, l’ictus di Segni o i retroscena dell’elezione di Montini al Conclave del 1963 si mescolano agli aneddoti sul barbiere di Gronchi a piazza Barberini, alle complicità della vita coniugale o all’orgoglio per i risultati scolastici dei figli. Un intimo e rivelatore spaccato di storia italiana.
Corruzione: e se un po' servisse? I suoi apologeti da Cicerone a Hamilton (passando per Cavour, Giolitti, Mattei e Craxi)
Luigi Grassia
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 140
I mali della corruzione politica sono evidenti. Ma provando a pensare l’impensabile, non sarà che in qualche caso la corruzione possa anche recare benefici alla collettività? Nel 1967 lo statunitense Joseph Nye, uno dei giganti mondiali della scienza politica, creatore del concetto di soft power, affermò che sì, la corruzione può servire: in certi casi smussa conflitti interni e internazionali, oppure unge le ruote di sistemi economici o burocratici sclerotizzati. Da allora nessuno si è più occupato degli eventuali aspetti benefici della corruzione. C’è spazio quindi per aggiornare il suo studio, più di cinquant’anni dopo. Questo libro riscopre le apologie della corruzione di Cicerone, Hamilton, Cavour, Giolitti e Mattei, le analisi di Schumpeter, Pareto e Bobbio e ascolta le voci dello stesso Joseph Nye, di Luciano Canfora, di Giuseppe De Rita, di Giulio Sapelli e di altri. Perché, come dice Nye, “la corruzione è un fenomeno troppo importante per lasciarlo ai moralisti”.
Controscie. Canoista una volta, canoista per sempre
Fabio Donfrancesco
Libro: Libro in brossura
editore: DFG Lab
anno edizione: 2025
pagine: 240
La canoa è uno sport che ci porta all’aperto, a diretto contatto con la natura e soprattutto con l’acqua, elemento primordiale della vita. La canoa ci proietta in una dimensione diversa, dove i rumori di sottofondo della città, i pensieri e lo stress scompaiono. La canoa insegna a uscire in barca in qualsiasi condizione atmosferica, sotto la pioggia o con il vento contrario e quando ci si trova in gara si è davvero messi alla prova. Chi scrive ha vissuto la sua giovinezza alla ricerca di un effimero successo sulle acque dei bacini lacustri in Italia. Ha conosciuto e gareggiato con tanti appassionati della canoa come lui. E parlando con gli allenatori, quasi tutti ex atleti, sentiva raccontare storie ed esperienze uniche e talvolta affascinanti. Così siamo andati a parlare con alcune figure di primo piano della canoa olimpica, che hanno scritto o sono state testimoni di pagine memorabili e anche meno “nobili” del mondo della pagaia. Sembrava davvero un peccato lasciarle andare via lungo la corrente ininterrotta del fiume della storia. Ne è venuto fuori uno spaccato di vita e di esperienze sportive che in alcuni casi ci hanno fatto sorridere, in altri ci hanno lasciato senza parole. Prefazione di Giuseppe De Rita.
Cattolici al centro
Giorgio Merlo
Libro: Libro in brossura
editore: Marcianum Press
anno edizione: 2025
pagine: 264
Come fare uscire dall’irrilevanza politica e culturale l’area cattolica italiana? È, questa, una riflessione centrale che interpella non soltanto l’impegno pubblico dei cattolici ma anche, e soprattutto, la qualità della democrazia italiana. Se il pluralismo politico dei cattolici è un dato largamente e storicamente acquisito, è altrettanto vero che l’assenza della tradizione e del pensiero cattolico popolare e sociale nel nostro paese impoverisce l’intera politica. E questo non solo per una ragione strettamente legata alla storia politica e democratica del nostro paese, ma anche perché il nuovo ed aggressivo bipolarismo italiano non può cancellare una presenza che ha contribuito, sin dal secondo dopoguerra, ad accompagnare e consolidare il cammino della nostra democrazia. Tocca ai cattolici, adesso, che hanno una spiccata vocazione alla politica e all’impegno pubblico, riscoprire le ragioni fondanti di una tradizione che continua ad essere attuale e moderna nonché fortemente contemporanea. Una cultura che si rende necessaria anche per rilanciare quella “politica di centro” che resta una risorsa straordinaria ed indispensabile per la salute del sistema politico italiano.

