Libri di Leo Spitzer
Rabelais. La formazione delle parole come strumento stilistico
Leo Spitzer
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 354
Racconta Leo Spitzer in una pagina memoriale che in gioventù, una volta avviato allo studio delle lingue romanze, aveva assistito con iniziale sconcerto alle lezioni di linguistica francese tenute dal suo maestro, il grande filologo romanzo Wilhelm Meyer-Lübke. Educato nella Vienna di fine Ottocento al culto dello stile di vita francese, appassionato spettatore delle commedie francesi messe in scena nei teatri della capitale, il giovane Spitzer non sapeva ritrovare traccia dell'esprit francese nei nudi mutamenti linguistici esaminati freddamente in quelle lezioni. Dalla duplice istanza di seguire il modello di studio fornito dalla linguistica storica e prendere nel contempo a oggetto d'analisi un autore provvisto di una fortissima individualità stilistica nasce il lavoro di esordio (1910) del ventitreenne Spitzer, qui proposto per la prima volta in traduzione. Al centro del saggio campeggia l'inesauribile invenzione lessicale di François Rabelais, ma continue sono le digressioni ora nella letteratura francese più recente (con particolare riguardo a Balzac, cui è dedicato il capitolo conclusivo), ora, per influsso dei contemporanei lavori freudiani sulla psicopatologia della vita quotidiana e sul motto di spirito, nella lingua d'uso nella Vienna dell'epoca.
Lingua italiana del dialogo
Leo Spitzer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 384
"Ho cercato di spiegare la maggior parte dei fenomeni propri dell'italiano parlato sulla base degli elementi costitutivi del dialogo tra due o più interlocutori" scrive Leo Spitzer nella prefazione. Basandosi su un metodo psicologico-descrittivo e fermamente convinto della peculiarità "intraducibile" e specifica di ogni lingua, per indagare sul "discorso orale "corretto" di un generico parlante medio italiano" Spitzer cita numerosi esempi attingendo alla letteratura teatrale, Fogazzaro e De Amicis, a poeti dialettali come Porta, Belli, Trilussa e ai racconti popolari del siciliano Pitrè. Tra gli elementi linguistici considerati le forme di apertura e di chiusura del discorso. Alle porte della Prima guerra mondiale Spitzer si augura che "l'impero della pacifica parola" possa trionfare sull'imperialismo della baionetta e dei blocchi militari", confermando la propria vocazione umanista e il senso profondo del suo lavoro, che va ben oltre i freddi parametri accademici.
Perifrasi del concetto di fame. La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande guerra
Leo Spitzer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2019
pagine: 622
Il 17 settembre del 1915 Leo Spitzer prende servizio a Vienna presso l'Ufficio centrale della censura postale dell'esercito imperialregio, preposto al vaglio della corrispondenza dei prigionieri italiani. Dire «Ho fame» era proibito: era una minaccia per il prestigio dell'impero asburgico. Il censore Spitzer deve dunque intercettare e cassare ogni riferimento alla fame patita dai prigionieri, ma il linguista Spitzer non può lasciare che quel patrimonio di testimonianze vada perduto. Si ferma allora in ufficio oltre l'orario e copia centinaia di brani dalle lettere prima di coprire con l'inchiostro i passi incriminati. A guerra conclusa - è il 1920 - Spitzer pubblica "Perifrasi del concetto di fame": uno studio delle varianti, spesso geniali, inventate dagli italiani per non dire «Ho fame» e far comunque sapere ai propri cari che la soffrono, chiedendo l'invio di pacchi alimentari. Le lettere sono popolate da personaggi quali lo Zio Magno, Ugolino, la Signorina Uchefem, la Signora Bruttavecchia, i tenenti Spazzola, Magrini e Stecchetti. Quelle che Spitzer raccoglie sono voci di persone semplici, poco abituate alla scrittura; eppure le soluzioni, le espressioni in codice e i giochi linguistici escogitati dai prigionieri per descrivere la propria condizione sono degni di professionisti della parola. Dopo "Lingua italiana del dialogo" e "Lettere di prigionieri di guerra italiani", il Saggiatore pubblica "Perifrasi del concetto di fame", il volume che completa il trittico dedicato alla nostra lingua da Leo Spitzer. Un'opera in cui il linguista fa un grande dono all'umanità: salva le testimonianze di persone che hanno sofferto in uno dei periodi più duri della nostra storia e che senza la sua fatica la storia stessa avrebbe dimenticato, mentre ora possono sopravvivere nella memoria di tutti noi.
Beiträge zur romanischen Wortbildungslehre
Ernst Gamillscheg, Leo Spitzer
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2017
pagine: 230
Lettere di prigiornieri di guerra italiani 1915-1918
Leo Spitzer
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2016
pagine: 481
Le "Lettere di prigionieri di guerra italiani" ritraggono il momento in cui le voci degli umili - da sempre relegate nell'oralità dei dialetti - si riversarono come un'ondata di piena nell'italiano scritto, spinte dalle urgenze tragiche della guerra, della fame e della lontananza. La loro comparsa segnò un punto di svolta per gli studi storici e linguistici, che si aprirono a una prospettiva dal basso sulla guerra e sulla lingua. Oggi quest'opera capitale del Novecento italiano ed europeo viene riproposta dal Saggiatore in una nuova edizione, che grazie a importanti scoperte filologiche completa le lettere con i nomi dei mittenti, finora coperti dall'oblio, e con preziose correzioni che restituiscono i testi alla loro integrità. Le Lettere non avrebbero mai visto la luce se nel settembre del 1915 Leo Spitzer, allora giovane filologo romanzo, non avesse assunto il ruolo di censore per il ministero della Guerra austro-ungarico. Il suo compito era filtrare la corrispondenza dei prigionieri italiani: una quantità immane e senza precedenti di lettere, scritte da uomini e donne poco o per nulla scolarizzati, spesso più a loro agio con gli attrezzi del lavoro che con una penna o una matita, e quasi sempre più abituati al dialetto che alla lingua. Se si sforzarono di scrivere, fu perché l'abisso tra il mondo che conoscevano e il paesaggio umano che si trovavano di fronte era troppo profondo, e troppo fragili le loro vite davanti all'enormità della guerra.
Piccolo Puxi. Saggio sulla lingua di una madre
Leo Spitzer
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2015
pagine: 96
Il 26 maggio 1922 nasce Wolfgang, figlio di Emma e Leo Spitzer. Quest'ultimo decide, anche sulla scorta di un precedente saggio di Antoine Grégoire, di annotare per quattro anni - e dunque fino al 26 maggio 1926 - tutti i modi diversi con cui Emma si rivolge al figlioletto. All'insaputa di lei, Spitzer appunta e registra le varie mutazioni dei moltissimi vezzeggiativi impiegati nel corso del tempo, cercando, laddove possibile, di spiegarne la nascita e l'evoluzione. La sua esperienza di linguista lo indirizza spesso a ricercare l'etimologia, ad analizzare i suffissi e a identificare con precisione le particolarità dialettali, tranne nel caso di quelle che definisce "parole vuote" o semplici suoni onomatopeici. Il risultato non è solo un approfondito e affascinante studio linguistico, ma anche un trattato psicologico sulla creatività di una madre e un interessantissimo saggio letterario con continui richiami a testi e autori, tra cui spicca il riferimento proustiano. L'obiettivo ambizioso di Spitzer era infatti di considerare la lingua di una madre come "prodotto e mezzo" della sua fantasia e utilizzarla come pretesto per avventurarsi nella ricerca dell'anima linguistica.
Vita in forma di letteratura nella Dorotea di Lope De Vega
Leo Spitzer
Libro: Copertina morbida
editore: Lithos
anno edizione: 2015
pagine: 94
È finalmente disponibile in edizione italiana quest'opera di Leo Spitzer, fino a adesso nota solo agli specialisti, un tentativo di ricucire lo strappo tra il concetto di barocco come esteriorità letteraria, perlopiù falso, e l'idea del realismo barocco che arriva a macerare nello splendore una verità rovinosa e ineludibilmente marcerscibile. La realtà, insomma.
L'armonia del mondo. Storia semantica di un'idea
Leo Spitzer
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2009
pagine: 267
Spitzer si propone di ricostruire la base su cui si formò in Occidente il concetto di armonia universale racchiuso nella parola tedesca "Stimmung". Per far questo, indaga la storia di un intero "campo semantico", nei suoi sviluppi in epoche e in letterature diverse. La storia dell'armonia universale è la storia della continuità della civiltà classica nel Medioevo cristiano e nella moderna civiltà laica: le pagine di Spitzer mostrano il formarsi della solidarietà culturale europea e, al tempo stesso, il suo disintegrarsi dall'Illuminismo in poi.
Lettere di prigiornieri di guerra italiani 1915-1918
Leo Spitzer
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2014
pagine: XXXIII-345
Durante la Grande Guerra accadde qualcosa di cui gli assalti, le trincee, la prigionia e l'onnipresenza della morte furono la micidiale occasione, ma che ebbe natura tanto incruenta quanto dirimente: l'italiano popolare passò dall'oralità dialettale alla scrittura. La lontananza da casa fece sì che una quantità enorme di corrispondenza intercorresse tra i soldati e i loro familiari, mogli, fidanzate e amici. Lettere e cartoline di persone semplici, poco istruite, testimoniavano con grafia incerta e balbettii stilistici del confronto in atto tra il dialetto e la parola scritta, e dei suoi effetti ibridanti e contorsivi su lessico e sintassi. Della rivoluzione linguistica maturata tra formule convenzionali di saluto ed emozioni universali difficili da esprimere, tentativi maldestri di criptare passaggi delicati e improvvisi abbandoni a guizzi di spirito, si accorse per primo un giovane filologo austriaco che lavorava per il fronte nemico. Leo Spitzer, la cui futura grandezza di studioso si annunciò proprio allora, era un funzionario dell'Ufficio di censura militare di Vienna addetto al flusso postale di prigionieri sia appartenenti al Regno d'Italia sia italofoni imperialregi, come trentini, friulani o istriani. Osservatorio privilegiato per chi, come lui, preferiva di gran lunga "penetrare nella biologia della lingua" piuttosto che respirare "il tanfo polveroso di una scienza squallida", che avrebbe contribuito a svecchiare.
La lingua italiana del dialogo
Leo Spitzer
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2013
pagine: 382
"Ho cercato di spiegare la maggior parte dei fenomeni propri dell'italiano parlato sulla base degli elementi costitutivi del dialogo tra due o più interlocutori" scrive Leo Spitzer nella prefazione. Basandosi su un metodo psicologico-descrittivo e fermamente convinto della peculiarità "intraducibile" e specifica di ogni lingua, per indagare sul "discorso orale "corretto" di un generico parlante medio italiano" Spitzer cita numerosi esempi attingendo alla letteratura teatrale, Fogazzaro e De Amicis, a poeti dialettali come Porta, Belli, Trilussa e ai racconti popolari del siciliano Pitrè. Tra gli elementi linguistici considerati le forme di apertura e di chiusura del discorso. Alle porte della Prima guerra mondiale Spitzer si augura che "l'impero della pacifica parola" possa trionfare sull'imperialismo della baionetta e dei blocchi militari", confermando la propria vocazione umanista e il senso profondo del suo lavoro, che va ben oltre i freddi parametri accademici.
Lingua italiana del dialogo
Leo Spitzer
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2007
pagine: 382
"Ho cercato di spiegare la maggior parte dei fenomeni propri dell'italiano parlato sulla base degli elementi costitutivi del dialogo tra due o più interlocutori" scrive Leo Spitzer nella prefazione. Basandosi su un metodo psicologico-descrittivo e fermamente convinto della peculiarità "intraducibile" e specifica di ogni lingua, per indagare sul "discorso orale 'corretto' di un generico parlante medio italiano" Spitzer cita numerosi esempi attingendo alla letteratura teatrale, Fogazzaro e De Amicis, a poeti dialettali come Porta, Belli, Trilussa e ai racconti popolari del siciliano Pitrè. Tra gli elementi linguistici considerati le forme di apertura e di chiusura del discorso. Alle porte della Prima guerra mondiale Spitzer si augura che "l'impero della pacifica parola" possa trionfare sull'imperialismo della baionetta e dei blocchi militari", confermando la propria vocazione umanista e il senso profondo del suo lavoro, che va ben oltre i freddi parametri accademici.
L'armonia del mondo. Storia semantica di un'idea
Leo Spitzer
Libro: Copertina rigida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2006
pagine: 267
Spitzer si propone di ricostruire la base su cui si formò in Occidente il concetto di armonia universale racchiuso nella parola tedesca "Stimmung". Per far questo, indaga la storia di un intero "campo semantico", nei suoi sviluppi in epoche e in letterature diverse. La storia dell'armonia universale è la storia della continuità della civiltà classica nel Medioevo cristiano e nella moderna civiltà laica: le pagine di Spitzer mostrano il formarsi della solidarietà culturale europea e, al tempo stesso, il suo disintegrarsi dall'Illuminismo in poi.

