Libri di Gaetano Pecora
Il socialismo di Luciano Pellicani
Vito Varricchio
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 216
«Benessere e democrazia; democrazia e benessere. Questo e quella, anzi questo dentro quella: eccoli qui i termini che, entrati nella circolazione del pensiero di Pellicani, fin dalla metà degli anni Ottanta lo trasportarono su altri lidi, o per meglio dire lo fecero rientrare a pennoni spezzati nel porto antico del capitalismo; un capitalismo certo umanizzato, democratizzato, regolamentato, ma sempre di capitalismo si trattava. E come tale di cosa che doveva spegnere anche gli ultimi fuochi delle sue accensioni socialiste e autogestionarie. “Lo Stato del benessere – ammetteva – non è il socialismo”. Il tutto detto e ripetuto quando molti ancora sdottoravano di fuoriuscite, di superamenti dialettici o addirittura farneticavano di abbattimenti di un ordine di cose il cui solo torto era di non dare nel genio di un’epica grandiosa.» (Dalla Prefazione di Gaetano Pecora)
Bertrand Russell. Tra liberalismo e socialismo
Gaetano Pecora
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 256
«Che magnifico paradosso: c’è un autore che si raccoglie sotto la bandiera del liberalismo; che anche nel passaggio al campo socialista assicura di non averla mai ripiegata quella bandiera; un autore che ha ispirato i suoi comportamenti al più schietto individualismo; c’è un autore che poi, per procurare un fondamento ai valori etico-politici, per rinserrare l’opzione socialista nel fortilizio dell’oggettività, finisce per aggirarsi nei territori dell’organicismo, ossia di quel sistema di pensiero che dell’individualismo liberale è la più clamorosa negazione». Bertrand Russell non è stato solo un grande logico matematico. È stato anche un pensatore politico che molti suoi esegeti hanno voluto inscrivere nel firmamento del socialismo liberale, ossia di un socialismo che svolge e non capovolge gli assunti del liberalismo. Tuttavia si tratta di un errore di prospettiva, di un equivoco, che il libro aiuta a correggere, smentendo questa specie di scivolo che lascia placidamente trascorrere dal liberalismo al socialismo. Ricorrendo anche a citazioni testuali – alle quali troppo spesso è stata data la sordina –, Gaetano Pecora dimostra che nel pensiero di Russell tra le due cose, tra il liberalismo e il socialismo, c’è la rottura, c’è il salto che ne strapazza i ragionamenti e lascia nel lettore un’impressione divisa. Divisa soprattutto quanto al socialismo che, per le suggestioni anti-proprietarie cui Russell più volte cedette, si pone in cruda alternativa con quel liberalismo che pure fa bella mostra di sé in altre parti del suo magistero. In questo senso Russell si posiziona effettivamente tra il liberalismo e il socialismo; sta tra l’uno e l’altro perché in bilico su un equilibrio precario di pensieri che spesso stridono tra loro. Stesso discorso per l’etica. Il liberalismo di Russell canta su ogni tono quando è irrorato da una vena scettica che lo fa sospettoso del Bene e del Giusto. Solo, però, che a un certo momento anche questo scetticismo si ingorga con la tentazione di procurare un fondamento oggettivo, e perciò stesso assoluto, alle scelte politiche. Che è tentazione insidiosissima, alla quale Russell cedette spesso, specie quando si cimentò nell’impresa di accreditare il socialismo come un fatto di verità universale che tutti – proprio tutti – avrebbero potuto riconoscere, se solo si fossero svestiti dei loro pregiudizi. In questo senso, Russell fu combattuto in se stesso tra lo scetticismo e l’assolutismo. Fu, più precisamente, uno scettico con la nostalgia dell’assoluto.
Il lumicino della ragione. La lezione laica di Norberto Bobbio
Gaetano Pecora
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 176
Il lumicino della ragione è un'immagine alla quale Norberto Bobbio ricorreva per spiegare le ragioni e i modi del suo «convinto laicismo», come lo definiva lui stesso. L'immagine, ripresa da Locke, ben si addice a illustrare un laicismo che trova il proprio centro in una concezione dello Stato che nel conflitto tra la religione e l'irreligione non prende posizione né per la credenza né per la miscredenza, lasciando che ognuno se ne vada per le strade che gli comanda la sua spiritualità. Sarà buona quella strada, o cattiva? Non sappiamo. Sappiamo soltanto che è la sua strada. E tanto basta per chi «ritiene che la verità abbia molte facce, e non vi sia alcun criterio oggettivo e assoluto per distinguere la verità dall'errore» (sono parole di Bobbio). In questo caso, spiegava, «l'unico rimedio è l'incontro o lo scontro delle opinioni, dei giudizi, delle idee, vale a dire una situazione che non può attuarsi senza libertà», a cominciare evidentemente dalla libertà di coscienza che proprio perciò è la pietra angolare del laicismo bobbiano. E dunque, contro l'oggettivismo morale, il relativismo etico.
Elogio della galera. Lettere 1930-1943
Ernesto Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2019
pagine: 527
«Se un giorno scriverò l'Elogio della galera...»: così diceva, tra serio e faceto, Ernesto Rossi in una lettera da Regina Coeli. Non scrisse mai il libro che forse aveva in mente. Ma questa raccolta delle sue lettere dal carcere è qualcosa di più: raffigurazione della vita di un prigioniero politico sotto il fascismo, romanzo autobiografico, vivace galleria di ritratti, altissima testimonianza civile. Il suo liberalismo era frutto di un'empirica e disincantata considerazione dei fatti, di un assoluto rispetto delle coscienze libere ed autonome, di uno sdegnoso rifiuto d'ogni imposizione autoritaria come di ogni conformismo gregale. Il pessimismo di fondo sulla natura umana, sulle debolezze e viltà degli italiani si stempera tuttavia nel suo straordinario umorismo e nella sua grande bontà, che lo rendeva indulgente verso chi non aveva saputo trovare in sé la forza di resistere, e gli faceva riconoscere anche i meriti dei suoi nemici. Introduzione di Gaetano Pecora.
Carlo Rosselli, socialista e liberale. Bilancio critico di un grande italiano
Gaetano Pecora
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2017
pagine: 224
«Non è più tempo né di anatemi né di apologie». Così scriveva Norberto Bobbio nella sua introduzione a 'Socialismo liberale', l'opera più nota di Carlo Rosselli (1899-1937). Gaetano Pecora ha raccolto questo monito e, senza preconcette avversioni (ma anche senza monumentalità celebrative), ha voluto fare le giuste parti sul conto di Rosselli, di cui proprio nel 2017 cade l'ottantesimo della morte, avvenuta in Francia per mano di sicari fascisti. E così, con il piglio di una conversazione diretta, immediata - leale, si potrebbe dire - ne ha registrato gli attivi ma non ne ha dimenticato i passivi. Dove per «attivi» s'intende anzitutto l'idea - carissima alla sensibilità di Rosselli - secondo cui o il socialismo è la prosecuzione del liberalismo, o non è (e si riduce allora a malinconico sogno di burocrati). E per «passivi», invece, vanno intesi tutti gli scompensi e tutte le ombre che Rosselli fece cadere proprio sul guizzo di questa sua felice intuizione. Con la conseguenza che, talvolta, il lettore è costretto a bilanciarsi su pagine che non fanno centro tra loro e che qualche volta si sciupano l'una sull'altra. Il tutto però accompagnato dalla convinzione che Rosselli potè toccare il segno o mancarlo. Ma che anche quando lo mancò e lasciava una mezz'ombra ambigua dietro di sé, anche allora egli saliva sempre in un'atmosfera superiore dove respirava un'aria più pura e meglio ossigenata. Fosse solo per questo, il suo nome non deve cadere dalla nostra memoria. Il libro di Pecora aiuta a mantenercelo.
La scuola laica. Gaetano Salvemini contro i clericali
Gaetano Pecora
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: 224
Quando in tarda età gli fu chiesto come avrebbe voluto essere ricordato, Gaetano Salvemini rispose così, molto semplicemente: "come un insegnante, un educatore". Proprio come educatore, le sue pagine più belle restano forse quelle che egli scrisse sulla scuola, che per lui - naturalmente - doveva essere laica. Dove "laica" è la scuola che non assegna allo Stato il monopolio dell'educazione o che esclude i preti dal corpo degli insegnanti pubblici. No, come ricorda Gaetano Pecora in questo saggio, "laica" per Salvemini è innanzitutto la scuola che non impone nulla agli alunni in nome di autorità sottratte al sindacato della ragione, e che invece li mette in condizione di formarsi autonomamente il giudizio che meglio risponde alla loro personalità. Da qui le polemiche contro le chiusure settarie dei clericali e, più in generale, contro le feroci unilateralità degli intolleranti di ogni colore. La polemica, d'altronde, era la sua musa segreta, la scena sulla quale egli veramente mandava scintille, come dimostrano anche le pagine di questo libro.
Socialismo come libertà. La storia lunga di Gaetano Salvemini
Gaetano Pecora
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2012
pagine: 208
Nel 1947, quasi alla fine della sua vita, Gaetano Salvemini annotava così nel suo diario: "Ormai credo solo nel Critone e nel Discorso della Montagna. Questo è il mio socialismo e me lo tengo inespresso nel mio pensiero, perché ad esprimerlo mi pare di profanarlo". Diceva la verità, certo. Ma non tutta la verità. Salvemini rifiutò sempre di irrigidire il suo pensiero in sistemi ideologici compiuti e definitivi, tuttavia alcuni motivi della dottrina socialista non smisero mai di risuonarvi dentro. Il socialismo di Salvemini non fu cosa effimera, di breve durata, un'infatuazione giovanile, insomma. Contrariamente a un filone interpretativo di copiosissima vena, Gaetano Pecora contesta infatti la tesi secondo cui la storia della vita di Salvemini sarebbe divisa in due fasi: prima, il socialismo della giovinezza; poi, qualcosa di diverso, il liberismo per alcuni, la democrazia radicale per altri. E invece non di distacco netto, non di cesura si tratta, perché nel temperamento di Salvemini l'idea socialista lampeggia, se pur a tratti, fino all'ultimo. Talora confluendo con coerenza nei modi e nelle idee dell'età adulta, talaltra (e più spesso) contaminandosi con verità nate sotto cieli diversi e acquisite in momenti successivi. Da qui l'indole contrastata di un maestro ricchissimo di insegnamenti, che tutta via proprio per l'ampio raggio dei suoi pensieri sfugge alla presa di definizioni troppo perentorie e, nel caso del socialismo, sempre un po' frettolosamente riduttive.
La libertà dei moderni
Gaetano Pecora
Libro
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2011
pagine: 76
Le odierne riflessioni sul liberalismo rivelano un fervore intellettuale neppure immaginabile sino a qualche tempo addietro. Oggi, tutti (o quasi) si dicono liberali e come tali tutti (o quasi) si mostrano solleciti per le sorte della libertà. E sta bene. Ma, come sempre avviene in tali circostanze, è grande il rischio che i concetti, in questo caso la libertà, svaporino nell'indistinto e che, sotto il palpito di un'unica bandiera, si riuniscano le idee meno compatibili e i principi più contraddittori fra loro. Donde l'opportunità di chiedere: quando discorriamo di libertà, intendiamo veramente la stessa cosa? La libertà è una o plurima? E, posto che ve ne sia più d'una, che rapporto c'è tra le diverse libertà? Ecco: il saggio che si presenta qui vuole appunto fornire una risposta chiara e rigorosa a tali interrogativi. Dopo di che, si spera, riuscirà meno difficile orientarsi nella variopinta efflorescenza degli studi sul liberalismo.
Uomini della democrazia
Gaetano Pecora
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2007
pagine: 116
Per Norberto Bobbio
Gaetano Pecora
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2005
pagine: 48
Il liberalismo anomalo di Friedrich August von Hayek
Gaetano Pecora
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2003
pagine: 166
Nino Salvaneschi
Gaetano Pecora
Libro: Libro in brossura
editore: Velar
anno edizione: 2013
È significativa la parabola spirituale di Nino Salvaneschi, il "cantastorie cieco all'angolo della via" (come amava definirsi) che dal nirvana buddistico si ritrova precipitato violentemente sulla dura terra, come Paolo caduto da cavallo, per scegliere, con coraggio e docilità, di radicarsi profondamente in questa terra e rinascere come un fiore nel deserto, a mostrare a tutti che ancora è possibile donare gioia e colori a questo mondo "accecato" dall'egoismo, dalla falsità e dall'odio. È la risurrezione che solo il Vangelo può dare!