Libri di Antonio Gibelli
Virgola. Eraldo Fico
Libro: Libro in brossura
editore: Aporema Edizioni
anno edizione: 2025
Nato a Sestri Levante il 13 settembre 1915, all'età di nove anni perde il padre - deceduto in seguito alle violenze ripetutamente subite dai fascisti - rimanendo così solo con la madre e due fratelli più giovani di lui. Ancora ragazzo, viene assunto dai Cantieri del Tirreno di Riva Trigoso, alle cui dipendenze rimane fino al 1936, anno in cui viene chiamato a prestare servizio di leva. Nel 1940 viene richiamato e inviato, con la Divisione Cuneense, sul fronte francese. Terminata la guerra viene aggregato alla Divisione Julia e inviato sul fronte greco-albanese, dove rimane ferito alla gamba destra. Terminata la convalescenza vi ritorna rimanendovi fino al 1942, anno in cui viene posto in congedo perché figlio di madre vedova avente altri due figli sotto le armi. L'8 settembre 1943, data dell'armistizio, lo trova perciò a Sestri Levante, dove, assieme ad altri Patrioti, inizia l'organizzazione e la preparazione della Resistenza nella zona, di cui in seguito diventerà protagonista principale. Terminata la guerra di Liberazione, forma la sua famiglia e ritorna il modesto lavoratore di prima. Ed è appunto nel recarsi al suo posto di lavoro che la mattina del 22 dicembre 1959 trova la morte in un tragico incidente stradale. Prefazione di Antonio Gibelli.
Davide Montino. Il rivoluzionario conservatore
Alessandro Pancini, Antonio Gibelli, Fabio Caffarena
Libro: Copertina morbida
editore: Le Stelle (Cengio)
anno edizione: 2012
pagine: 73
L'officina della guerra. La grande guerra e le trasformazioni del mondo mentale
Antonio Gibelli
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2007
pagine: 320
Nel corso della Grande Guerra il flusso della vita e della storia si interruppe almeno per un momento e lì, in quell'arresto del battito cardiaco della storia europea, si poterono cogliere simultaneamente l'agonia del vecchio mondo e l'irrompere del nuovo: l'una non ancora compiuta, l'altro non ancora pienamente dispiegato ma già chiaramente visibile tra i lampi e gli scoppi, tra le montagne di cadaveri, i laboratori fotografici e gli studi psichiatrici. Fu allora che lo specchio della civiltà occidentale andò in frantumi. Fu allora che un «colpo di tuono» squarciò il velo del progresso e aprì le porte alla modernità, disvelandone la micidiale ambivalenza. L'officina della guerra – qui proposta in terza edizione con un saggio inedito dell'autore – voleva dire anche questo. E l'essere riuscita, in qualche misura, a dirlo ha permesso di aprire in Italia una nuova, vitalissima stagione di studi sulla prima guerra mondiale come spartiacque decisivo della storia contemporanea.
La grande guerra degli italiani 1915-1918
Antonio Gibelli
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2014
pagine: 399
La Prima guerra mondiale fu un evento di dimensioni inaudite che sterminò un intera generazione e segnò la fine della vecchia Europa, ma fu anche la prima grande esperienza collettiva degli italiani. Per la prima volta si trovarono fianco a fianco giovani provenienti da più regioni che parlavano dialetti diversi e la vita di coloro che non andarono al fronte fu segnata da uno sforzo che assorbì tutte le energie della nazione: le donne dovettero assumersi la responsabilità delle famiglie, svolsero lavori tradizionalmente maschili ed ebbero un'inedita presenza pubblica; i bambini, che vedevano il padre e i fratelli maggiori partire per il fronte, vissero per anni in un mondo che, attraverso i giornalini e i libri di scuola, parlava loro unicamente di guerra.
Vittò. Giuseppe Vittorio Guglielmo
Romano Lupi
Libro: Libro in brossura
editore: Aporema Edizioni
anno edizione: 2025
Reduce della guerra civile spagnola, internato nei campi di concentramento francesi, militare sul fronte greco-albanese, comandante della divisione intitolata alla memoria di Felice Cascione in Italia durante la Resistenza, ferito in combattimento, sia in Spagna che sulle montagne della provincia di Imperia dove, già all'indomani dell'8 settembre 1943, cominciò a organizzare le prime bande partigiane. Basterebbero questi pochi elementi per capire come la vita di Giuseppe Vittorio Guglielmo, meglio conosciuto come Vittò, sia stata straordinaria. In questo libro, in cui vengono ripercorse le tappe fondamentali della sua esistenza, emerge uno spaccato del Novecento. Un'esistenza che assomiglia a un romanzo per un uomo che personaggio di un romanzo lo è stato per davvero. La figura di Vittò, infatti, ha ispirato il comandante Ferriera de "Il sentiero dei nidi di ragno", prima opera di Italo Calvino. Vittò è stata una figura leggendaria per tutti coloro che fanno e hanno fatto parte di quel mondo frontaliero del Ponente ligure che, come ha scritto nell'introduzione Antonio Gibelli: "Scolpisce con i tratti della montagna impervia e del mare selvaggio i suoi protagonisti, iscrivendoli in una dimensione superiore, europea e fortemente internazionalista, e marcando di speciali intonazioni individuali, quasi solitarie, anche le loro esperienze più cariche di carattere collettivo e corale".
Il colpo di tuono. Pensare la Grande Guerra oggi
Antonio Gibelli
Libro: Libro in brossura
editore: Manifestolibri
anno edizione: 2015
pagine: 255
Perché il tema della prima guerra mondiale continua ad affascinare ad attrarre gli studiosi e persino o mantenere una non trascurabile presenza nella memoria collettiva? Forse perché ancora oggi avvertiamo che proprio allora, in quel trionfo della tecnologia e in quell'abisso di morte, l'Europa e il mondo persero per sempre l'innocenza, misurando per lo prima volta in tutta lo sua profondità lo minaccia di una smisurata potenza produttiva che poteva convertirsi in un'immane potenza distruttiva. Da quel momento, tutto diventava possibile. Nella sua dimensione abnorme, lo guerra rese familiare il meraviglioso e normale l'orrore. In una serie di saggi Gibelli presenta e discute alcuni degli autori che hanno segnato la riflessione in questo senso (Eric Leed, Paul Fussell, Stephane-Audoin Rouzeau e Annette Becker), e inoltre esplora e mette a fuoco diversi aspetti di questa svolta: dal massiccio ricorso alla scrittura da parte delle classi illetterate allo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa, dal mutamento della percezione visiva e sonora alle nuove dimensioni del disagio mentale, dalla spettacolarizzazione pubblicitaria del conflitto alle nuove forme di mobilitazione e di controllo delle masse.
La guerra grande. Storie di gente comune
Antonio Gibelli
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2016
pagine: 327
Uomini che furono chiamati a far parte della grande macchina della guerra e ne conobbero la dimensione smisurata e ineluttabile. Che vissero in prima persona la ritirata di Caporetto, che patirono la fame nei campi di prigionia, che tornarono a casa talvolta menomati per sempre. Donne che si assunsero il carico del lavoro e della crescita dei bambini, che attesero i mariti, i padri, i fratelli, i figli, che soccorsero i soldati con la loro forza morale o si presero cura dei loro corpi come infermiere volontarie. Questo libro ricostruisce la storia della prima guerra mondiale attraverso le storie di persone comuni che ne furono coinvolte e travolte. Per far riemergere la trama vissuta e sofferta della guerra si affida al fiume carsico delle scritture inedite, fragili e spesso incerte, prodotte dai protagonisti a volte nel fondo di una trincea o nella baracca di un campo di concentramento, nel corso del conflitto ma anche dopo. Le lettere inviate a casa dal fronte e dalla prigionia e viceversa, i taccuini, i diari, le memorie scritte a distanza di tempo, gli album con le dediche dei malati alle infermiere danno un volto, un nome e un cognome, una storia alle speranze e alla disperazione di chi uscì vivo dal conflitto e di chi ne fu inghiottito.
I segni della grande guerra. Pisa 1915-1918: città e territorio nel primo conflitto mondiale
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 237
A cento anni dalla sua esplosione, la prima guerra mondiale si staglia ancora nella memoria come un evento a noi contemporaneo, autentico spartiacque del nostro tempo. Fu una spaventosa catastrofe che cambiò il volto dell'Europa e del mondo. Nella guerra furono coinvolti paesi dei cinque continenti, centinaia di milioni di uomini e donne, combattenti e civili, adulti e bambini. Essa fu combattuta nelle trincee e nelle fabbriche, nei campi di internamento e di prigionia, nelle campagne e nelle città, nelle redazioni dei giornali e negli studi cinematografici, negli ospedali e nei manicomi. Fu la prima guerra globale e totale. Questo volume riprende - con l'aggiunta di saggi di approfondimento - il percorso della mostra allestita a Palazzo Blu nel 2015. Testi e immagini raccontano la guerra a partire dai segni che essa impresse su Pisa e il suo territorio, la sua popolazione, le sue istituzioni: il dibattito e gli scontri di piazza su neutralità o intervento, il ruolo dell'Università, del Comune e della Diocesi, la mobilitazione militare e civile, l'esperienza del fronte e della prigionia compiuta dai cittadini arruolati, lo sviluppo dei campi di volo, l'afflusso di feriti e mutilati, l'accoglienza dei profughi, la propaganda e la vita quotidiana, il computo delle vittime e la celebrazione del lutto.
La scuola come maneggio del sistema. Breve storia di un manifesto antiautoritario
Antonio Gibelli
Libro: Libro in brossura
editore: L'Amico Ritrovato
anno edizione: 2016
pagine: 64
Nel pieno della contestazione studentesca del Sessantotto, un professore di storia e filosofia alle prime armi torna da insegnante nel prestigioso liceo classico genovese dal quale era uscito pochi anni prima come studente. Dall'impatto fra la vecchia scuola e le nuove idee gli viene l’impulso a scrivere un pamphlet dove la scuola stessa è analizzata come un’istituzione totale, il cui scopo non è quello di promuovere il pensiero critico ma di deprimerlo, producendo mentalità autoritarie e conformiste. Il testo incontra il favore di un’organizzazione di studenti medi, che lo fa suo e lo trasforma in un opuscolo a propria firma, stampato a ciclostile in centinaia di copie e distribuito nelle assemblee e all'ingresso delle scuole. E' così che nasce "La scuola come maneggio del sistema".
26 gennaio 1994
Antonio Gibelli
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2018
pagine: 263
Alle 17.30 del 26 gennaio 1994, Silvio Berlusconi fa la sua apparizione sugli schermi tv attraverso una delle tre grandi reti di sua proprietà. Esibendo un sorriso affabile, seduto dietro una scrivania, sullo sfondo una libreria con foto di famiglia, pronuncia un appello rivolto a tutti gli italiani. Il discorso dura circa 9 minuti e 30 secondi. Oltre 26 milioni di telespettatori sono raggiunti dal messaggio. È l'esordio di un terremoto politico. Di lì a poco l'imprenditore lombardo, proprietario di una mitica squadra di calcio e padrone di mezzo sistema televisivo, conquisterà la maggioranza parlamentare, divenendo capo del governo. Quella del 26 gennaio 1994 non è stata una battaglia campale, non la deposizione di un despota o una dichiarazione di guerra, un regicidio o il passaggio da una monarchia a una repubblica. Formalmente neppure un colpo di Stato. Nelle ore cruciali che qui ricostruiamo non si muovono truppe, non si decapitano condottieri, non si firmano patti: si definiscono gli sfondi di un set, i minuti e i secondi di un passaggio sugli schermi televisivi. Nondimeno, con quell'apparizione comincia una nuova era, che ha caratterizzato la storia dei sistemi politici. Una forma sfigurata e truccata di democrazia, che gli antichi chiamavano demagogia e taluni chiamano oggi populismo dell'audience: dominio di leader che pretendono di essere l'incarnazione del popolo e tendono all'esercizio di un potere affidato alla comunicazione semplificata e istantanea dei media di massa. Dalla tv ai social.
Camuffatevi! Tecniche di inganno e mascheramento degli eserciti dell'Intesa nel 1914-18
Valeria Muscella
Libro: Libro in brossura
editore: Altergraf
anno edizione: 2018
pagine: 136
Con la grande guerra il modo di combattere tra gli eserciti cambia. Dai fumosi campi di battaglia ottocenteschi si passa alla logorante guerra di posizione nelle trincee: qualcosa che l'evoluzione tecnologica aveva permesso, ma che nessuno aveva saputo prevedere. Celarsi al nemico, confonderlo, indurlo all'errore diventa una necessità, riconosciuta dagli Stati Maggiori. Dopo aver ricordato le innovazioni tecniche e l'humus artistico, tecnologico e filosofico che caratterizza l'inizio del Novecento, questo lavoro illustra come gli Stati dell’Intesa affrontano il problema del camouflage militare: dal cambiamento nelle uniformi fino alle soluzioni ideate e sperimentate allo scopo di nascondere e nascondersi. Uomini, mezzi, animali, armi, strade: nella grande guerra molto sembra essere quello che non è. Attenzione particolare hanno la storia del mascheramento in Italia e un tipo tutto speciale di esso: quello degli effetti sui volti sfigurati dei reduci. Filo rosso della ricerca è il rapporto tra le necessità belliche e l'arte, poiché in tutti gli aspetti accennati è fondamentale il contributo di artisti, studiosi del colore, artigiani teatrali: una liaison che arriva fino a oggi. Prefazione di Antonio Gibelli.
L'opera immane. Eugenio Baroni per il monumento-ossario al fante sul monte San Michele in una versione inedita, 1923
Antonio Gibelli, Roberta Lucentini
Libro: Libro in brossura
editore: Genova University Press
anno edizione: 2021
pagine: 116
Lo scultore Eugenio Baroni fu intensamente coinvolto, sul piano personale, artistico ed emotivo nella travolgente esperienza della Prima Guerra Mondiale: dalla costruzione della mitologia interventista di matrice garibaldina alla celebrazione della morte eroica dei fanti coi quali aveva combattuto. Nel testo fortunosamente venuto alla luce che qui si pubblica, risalente al 1923, egli rielabora per l’ennesima volta il suo progetto per un monumento al fante sul quale aveva investito le sue aspettative più profonde, nella speranza che l'establishment mussoliniano si decidesse a realizzarlo. Com’è noto, non sarà così. Ma nel suo travaglio si coglie un tratto saliente di quella sacralizzazione della morte che prelude alla sacralizzazione della politica propria del regime.

