Libri di Antonio Ciaralli
Aneddoti letterari. Da Petrarca a Scheiwiller
Antonio Ciaralli, Carlo Pulsoni
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2025
pagine: 278
Il gusto per la novità, per l’invenzione del reperto inedito, associato alla curiosità di sperimentare le difficoltà oggettive della resa stratigrafica dei testi in sede di edizione, motivano le pagine di questo libro che, muovendosi nell’arco di poco più di un secolo, si sofferma su alcuni degli autori più significativi della letteratura italiana e su vicende peculiari della nostra storia letteraria. Dalle questioni sorte intorno alla trasmissione tardo ottocentesca dei Rerum vulgarium fragmenta di Petrarca si giunge al terzo quarto del Novecento e ai legami tra Biagio Marin, Scheiwiller e Pasolini. Nel mezzo: una nota falsificazione leopardiana; la minuta della traduzione di Arsenio, corredata da interventi correttivi di Praz, pubblicata da Montale su «The Criterion» di Thomas S. Eliot; l’emersione degli stadî preparatori di Gridasti: Soffoco…, il componimento forse più sofferto di Ungaretti da cui originò Il Dolore.
Un'antica versione italiana dell'«Alba» di Giraut de Borneil
Nello Bertoletti, Antonio Ciaralli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2022
pagine: 136
"L'alba Reis glorios" di Giraut de Borneil è uno dei componimenti più intensi ed enigmatici della letteratura trobadorica. Questo volume ne rende nota una versione in volgare italoromanzo, trascritta nei primi decenni del Duecento (non oltre il 1239-40) in un codice ora conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Dopo la scoperta della canzone ravennate, del frammento zurighese di Giacomino Pugliese e del frammento piacentino, la poesia italiana delle origini si arricchisce dunque di un nuovo reperto, che è prezioso testimone di un'antica ricezione italiana dell'alba provenzale, cioè di un genere destinato a non avere in séguito alcun successo nella penisola. L'interesse del testo è accresciuto dal fatto che l'analisi linguistica consente di ricondurre questo innovativo esperimento di traduzione poetica in volgare di sì, compiuto in piena autonomia rispetto ai Siciliani, a quell'area cisalpina occidentale, fra Piemonte e Liguria, che ha conosciuto la prima e la più radicata acclimatazione della poesia in lingua d'oc.
Trattati di scrittura. Opera del modo de fare le littere maiuscole antique (Milano 1517. La operina da imparare di scrivere littera cancellarescha (Roma 1522)
Francesco Torniello, Ludovico Degli Arrighi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2020
pagine: 212
Anche molto tempo dopo l'avvento della stampa a caratteri mobili, la scrittura a mano ha continuato a conservare un suo fascino tutto particolare, fino a diventare una vera e propria arte, degna di essere descritta e codificata in appositi trattati. Fu in particolare nel Cinquecento italiano che, accanto al trionfo definitivo dell'editoria, il dibattito teorico sulla scrittura a mano fu più fecondo e serrato. E che a quel secolo appartenga la più gran parte della produzione libraria (anche manoscritta) intorno ai "modi" di scrivere e ai processi del loro apprendimento lo hanno ampiamente dimostrato le ricerche che dalla fine dell'Ottocento a oggi sono state condotte sia in Italia (Giacomo Manzoni, Emanuele Casamassima, Armando Petrucci), sia, soprattutto, nel mondo anglosassone (Stanley Morison, Alfred Fairbank). A questi approcci, di tipo tradizionale, questa Collana intende affiancare altre prospettive di approfondimento che, considerando le piú recenti acquisizioni storiografiche (per esempio i dibattiti intorno all'epistolografia e sulla figura del segretario, o le questioni sollevate dal lessico tecnico e specialistico), hanno come scopo la migliore penetrazione del dettato dei trattati di scrittura di quel secolo. Della stagione cioè nella quale il fenomeno divenne di portata europea. In quell'aureo secolo infatti alla scrittura, anzi al disegno dei caratteri dell'alfabeto, in ogni regione del continente dedicarono cure artisti, cartografi, umanisti, tipografi (tra gli altri Albrecht Dürer, Giovanni Mercatore, Geoffry Tory, Claude Garamond). Tutto era cominciato nel 1514 con la "Theorica et pratica de modo scribendi" dell'ingegnere ferrarese Sigismondo Fanti. Che era il punto d'avvio di una attività editoriale che per varietà di prodotti e particolarità di contenuti merita di essere considerata, minore quanto si vuole, un vero e proprio genere letterario.
«Ave Maria, clemens et pia». Una lauda-sequenza bilingue della prima metà del Duecento
Nello Bertoletti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2019
pagine: 290
Il volume presenta l'edizione di un componimento mariano trascritto non oltre gli anni Trenta del Duecento e dunque precedente, almeno per tradizione, rispetto a ogni lauda finora nota. Rielaborando in forma bilingue una sequenza più antica, il testo (dotato di una parziale notazione musicale) ci riconduce alle origini stesse del genere laudistico e ne illumina il legame con la versificazione mediolatina. Il contesto storico in cui tale lauda-sequenza ha visto la luce e ha conosciuto la sua effimera fortuna può essere definito anche grazie allo studio del complesso zibaldone clericale che la tramanda, mirabile esempio della giuntura fra l'incipiente impiego letterario del volgare e la coeva cultura scolastica e religiosa in lingua latina. Postfazioni di Laura Albiero e Antonio Ciaralli.
Scritti civili
Armando Petrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2019
pagine: 289
Armando Petrucci (Roma, 1932 – Pisa, 2018) ha insegnato Paleografia all’università (Salerno, la Sapienza di Roma, la Scuola Normale Superiore di Pisa), pubblicando numerosi e innovativi lavori di storia della scrittura, tra i quali La scrittura. Ideologia e rappresentazione (Einaudi, 1986), Le scritture ultime. Ideologia della morte e strategie dello scrivere nella tradizione occidentale (Einaudi, 1995), Prima lezione di paleografi a (Laterza, 2002). Comunista per tutta la vita, ha inteso l’attività di ricerca, il lavoro universitario, l’impegno culturale e sociale come momenti congiunti di responsabilità politica. Questo libro documenta una parte della sua operosità, quella affidata a quotidiani (soprattutto «il Manifesto») e riviste. Sono interventi non accademici e perciò espressioni libere della sua militanza civile. A quelli pubblicati si aggiungono alcune interviste e un “quasi inedito” (o “pressappoco edito”), meritevole – nella prospettiva di questa raccolta – di più ampia diffusione.
Un'antica versione italiana dell'«Alba» di Giraut de Borneil
Nello Bertoletti, Antonio Ciaralli
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2015
pagine: 96
"L'alba Reis glorios" di Giraut de Borneil è uno dei componimenti più intensi ed enigmatici della letteratura trobadorica. Questo volume ne rende nota una versione in volgare italoromanzo, trascritta nei primi decenni del Duecento (non oltre il 1239-40) in un codice ora conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Dopo la scoperta della canzone ravennate, del frammento zurighese di Giacomino Pugliese e del frammento piacentino, la poesia italiana delle origini si arricchisce dunque di un nuovo reperto, che è prezioso testimone di un'antica ricezione italiana dell'alba provenzale, cioè di un genere destinato a non avere in séguito alcun successo nella penisola. L'interesse del testo è accresciuto dal fatto che l'analisi linguistica consente di ricondurre questo innovativo esperimento di traduzione poetica in volgare di sì, compiuto in piena autonomia rispetto ai Siciliani, a quell'area cisalpina occidentale, fra Piemonte e Liguria, che ha conosciuto la prima e la più radicata acclimatazione della poesia in lingua d'oc.