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Libri di Luigi Di Ruscio

Poesie scelte (1953-2010)

Poesie scelte (1953-2010)

Luigi Di Ruscio

Libro

editore: Marcos y Marcos

anno edizione: 2019

pagine: 320

"La sua scrittura si produce al crepuscolo in un appartamento della periferia di Oslo, nella stanza piena di carte in cui domina una vecchia Olivetti. Nessuno in casa parla l’italiano, né sua moglie Mary né i quattro figli, così come nessuno immagina in fabbrica la sua attività di scrittore, ma è proprio questa doppia condizione di parzialità a garantire alla sua poesia il segno della totalità compiuta. Essere ‘sotto’ e nel frattempo essere ‘fuori’ significa per lui non poter essere che lì, eternamente, sulla pagina. Egli non deve nemmeno liberarsi di zavorra eccessiva e, pure se in realtà ha letto tutti i libri, proclama la propria ignoranza menzionando pochissimi riferimenti d’avvio come i sillabati di Ungaretti e Lavorare stanca di Pavese. Benché parli volentieri neanche in italiano ma in dialetto fermano, in realtà conosce le lingue, traduce le liriche di Ibsen dal norvegese, legge di continuo i filosofi, ed è dalle lezioni di estetica di Hegel che deduce una volta per tutte l’idea secondo cui la poesia corrisponde a una coscienza disgregata che nella sua inversione si esprime in un linguaggio scintillante capace di verità. Per questo in ogni poesia di Di Ruscio c’è potenzialmente tutta la sua poesia e la sua intera produzione ha la circolarità di un autentico poema." (dall’introduzione di Massimo Raffaeli)
20,00

Firmum. Poesie (1953-1999)

Firmum. Poesie (1953-1999)

Luigi Di Ruscio

Libro

editore: Pequod

anno edizione: 2002

pagine: 160

16,00

L'allucinazione

L'allucinazione

Luigi Di Ruscio

Libro

editore: Affinità Elettive Edizioni

anno edizione: 2018

14,00

L'iddio ridente

L'iddio ridente

Luigi Di Ruscio

Libro: Libro in brossura

editore: Zona

anno edizione: 2008

pagine: 128

14,00

La neve nera di Oslo

La neve nera di Oslo

Luigi Di Ruscio

Libro

editore: Futura Editrice

anno edizione: 2010

pagine: 200

10,00

Palmiro

Palmiro

Luigi Di Ruscio

Libro: Libro in brossura

editore: Futura Editrice

anno edizione: 2011

pagine: 217

S'immagini una cittadina delle Marche nell'immediato dopoguerra, Fermo, e s' immagini una locale sezione del Pci, fra manovali e contadini, giocatori di carte, comizianti improvvisati, ritratti di Stalin, di Gramsci e del compagno segretario del Partito, Palmiro Togliatti; si immagini infine, là dentro, un proletario adolescente, bocciato dalla scuola fascista che però si proclama poeta, mezzo bracciante e mezzo muratore, ironico e insolente, una specie di Socrate anarchico, da tutti sfottuto e mal tollerato. "Palmiro" (1986), che torna in libreria dopo decenni di clandestinità, è il romanzo di formazione di uno dei maggiori poeti contemporanei, Luigi Di Ruscio, ed è un libro avvincente, travolgente. Scritto dal basso verso l'alto, guardando alla vita come sopravvivenza, il romanzo ha il ritmo tragicomico di un'epopea picaresca dove il protagonista ne viene combinando di tutti i colori ma rivolge di continuo a se stesso le domande più essenziali: ce la farò a sfangarla e a trovare un lavoro? chi sarà la mia donna? e la rivoluzione, quando scoppia la rivoluzione? Scritto con la felicità inventiva e la cadenza orale che peraltro è tipica della poesia di Di Ruscio, "Palmiro" ha già avuto lettori d'eccezione come Italo Calvino che ne parla in una lettera come di un fratello del Bardamu di Louis-Ferdinand Céline o del "Buon soldato Sc'vèik" di Hasek. Il piccolo eroe, infatti, gira a vuoto, continua a non avere né un lavoro né una donna e di rivoluzione neanche se ne parla. Postfazione di Antonio Porta.
10,00

Zibaldone norvegico

Zibaldone norvegico

Luigi Di Ruscio

Libro: Libro rilegato

editore: Pellegrini

anno edizione: 2013

pagine: 280

18,00

Romanzi

Romanzi

Luigi Di Ruscio

Libro: Copertina morbida

editore: Feltrinelli

anno edizione: 2014

pagine: 551

Luigi Di Ruscio è stato poeta e narratore. Dagli anni cinquanta è stato subito riconosciuto come un talento violento, dissacrante, che si è presto smarcato dall'etichetta sbrigativa di poeta-operaio per costruire una possente, vorticosa avventura letteraria che comincia dentro l'Italia ferita del dopoguerra. Quando Di Ruscio, nel 1957, lascia le Marche per trasferirsi in Norvegia, dove ha lavorato e costruito una famiglia, le sue prose si fanno ancora più intense e febbricitanti. La sua lingua, esiliata, si apre, si scardina, si reinventa. Il ritmo si fa convulso e netto. Non meno di scrittori come Gadda, D'Arrigo, Roversi e Pagliarani, Di Ruscio finisce per dare corpo a opere che, come dice Andrea Cortellessa, "recano su di sé le macchie, gli urti, le ferite della storia: termometri sempre in azione, segnavento che non si fermano mai; e che, così a lungo esposti all'infuriare degli eventi, si rivelano anche accumulatori, giacimenti, immensi archivi viventi d'una storia che continua a passare senza essere mai passata del tutto". "Palmiro", "Cristi polverizzati", "Neve nera" e "Apprendistato", raccolti per la prima volta insieme in questo volume, ben corrispondono a quelle che l'autore ha chiamato "memorie romanzesche" - una complessa, beffarda immagine dell'Italia degli anni cinquanta, l'unica Italia che lo scrittore ha di fatto conosciuto.
39,00

Poesie operaie. Scelta antologica

Poesie operaie. Scelta antologica

Luigi Di Ruscio

Libro: Libro in brossura

editore: Futura Editrice

anno edizione: 2017

pagine: 115

«Che Di Ruscio fosse venuto al mondo nella povertà del vicolo Borgia, a Fermo, che fosse un autodidatta, un muratore disoccupato e poi un militante di base nel Pci di Palmiro Togliatti, che infine fosse emigrato nel '57 a Oslo per acquisire lo status per lui definitivo di operaio metalmeccanico nella fabbrica fordista (e nel cosiddetto paradiso socialdemocratico), tutto ciò era senz'altro la materia prima, peraltro mai abiurata, della propria condizione personale ma non bastava affatto né basta oggi a spiegare, tanto meno ad esaurire, lo spessore della sua voce poetica, il ritmo e il tono inimitabile della sua pronuncia. La quale è una splendida eccezione, una assoluta singolarità, nel panorama della poesia italiana del secondo Novecento. Non un poeta-operaio come pure e sbrigativamente si è detto tante volte, quasi si trattasse di sommare il sostantivo all'aggettivo, o viceversa, ma un poeta capace di introiettare/metabolizzare/rielaborare la condizione operaia alla stregua della condizione umana tout court. La marginalità, il lavoro in fabbrica, un orizzonte politico che il dopoguerra presto richiude, qui in Italia come altrove, ne sono insieme i fondali e i referenti.» (dalla Postfazione di Massimo Raffaela)
12,00

Lettere dal mondo offeso

Lettere dal mondo offeso

Christian Tito, Luigi Di Ruscio

Libro: Libro in brossura

editore: L'Arcolaio

anno edizione: 2014

pagine: 210

14,00

Le mitologie di Mary

Le mitologie di Mary

Luigi Di Ruscio

Libro: Libro in brossura

editore: LietoColle

anno edizione: 2004

pagine: 106

10,00

Poesie operaie. Scelta antologica

Poesie operaie. Scelta antologica

Luigi Di Ruscio

Libro

editore: Futura Editrice

anno edizione: 2007

pagine: 112

"Per colazione hanno acqua e pane/ bevono molta acqua/ la saliva che hanno devono sputarla sulle mani/ perché il martello non scivoli/ a mezzogiorno mettono nel brodo d'erbe/ il solito pane nero/ al coprirsi del sole se io sono pieno di malinconia/ per loro è bello tornasene a casa ridendo/ sedersi in famiglia e giocare con i figli/ dopo dieci ore di lavoro sulle pietre/ per quel poco pane e perché la moglie/ continui a fare per ultimo il piatto/ perché a nessuno manchi la parte". (Luigi Di Ruscio)
10,00

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