Libri di Giuseppe Langella
La bottega dei cammei. 39 profili di donna dalla a alla z
Giuseppe Langella
Libro: Copertina morbida
editore: Interlinea
anno edizione: 2013
pagine: 57
"E par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare": i versi di Dante Alighieri aprono un libro originalissimo dedicato alle donne. Citazioni dalla grande letteratura mondiale introducono brevi componimenti poetici di misura quasi epigrammatica: "cammei" con incisi volti femminili. C'era proprio bisogno di un altro catalogo delle donne, dopo quello scritto, temporibus illis, da Esiodo? Forse sì...
Liberi non sarem se non siam uniti
Giuseppe Langella
Libro
editore: Interlinea
anno edizione: 2012
pagine: 184
L'utopia nella storia. Uomini e riviste del Novecento
Giuseppe Langella
Libro
editore: Studium
anno edizione: 2003
pagine: 280
Poesia come ontologia. Dai vociani agli ermetici
Giuseppe Langella
Libro
editore: Studium
anno edizione: 1997
pagine: 190
Il tempo cristallizzato. Introduzione al testamento letterario di Svevo
Giuseppe Langella
Libro
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 1995
pagine: 228
Il Vegliardo è il testamento letterario di Svevo, il suo superbo commiato. Il saggio dà una sistemazione filologica al testo del romanzo, documentando, al di là del luogo comune del coacervo disordinato di frammenti, l'esistenza di due distinti progetti narrativi; dal "tempo ultimo", o della quiescenza senile che prelude alla morte, Svevo passa a rievocare il "tempo del trapasso" o della velleitaria protesta contro l'invecchiamento, sollevata intorno alle questioni nevralgiche dell'emarginazione dalla vita attiva, della perdita di prestigio, del deperimento delle energie.
Il vegliardo
Italo Svevo
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1995
pagine: 248
Quarto, incompiuto romanzo di Svevo, "Il vegliardo" è il suo altissimo commiato: un lucido "De senectute" dei tempi moderni e insieme, in concorrenza con la "Recherche" di Proust, una delle più convinte apologie novecentesche della letteratura. L'autore della "Coscienza" vi rivela appieno le sue doti di grande moralista, sfiorando sommessamente il sublime. Questa edizione, condotta direttamente sugli autografi, dà una sistemazione filologica ai materiali costitutivi dell'opera, discostandosi notevolmente dalle precedenti.
Reliquiario della grande tribolazione. Via crucis in tempo di guerra
Giuseppe Langella
Libro: Copertina morbida
editore: Interlinea
anno edizione: 2015
pagine: 48
Scarpe logore, scatolette arrugginite, lamiere ritorte, brandelli di stoffa, chiodi, pezzi di legno: "di tanti alpini, delle loro gesta, è tutto quel che resta". Giuseppe Langella evoca la vita quotidiana dei soldati della grande guerra, costretti nell'angustia delle trincee, fra reticolati e cunicoli, a partire proprio da queste esili tracce, dolorose reliquie di una via crucis di angosce, di disagi e di pazienza, nella quale poteva essere "clemenza morire in un fulgore, neanche il tempo di dire 'muoio'". Con tavole d'artista e nota di Franca Grisoni.
Diego Fabbri. Nel crogiuolo della fede
Nanni Fabbri, Ferdinando Castelli, Giuseppe Langella
Libro
editore: Città Ideale
anno edizione: 2014
pagine: 260
"Credo che l'artista debba operare per svegliare e dilatare questa scintilla di assoluto che è in tutti, e che ci fa veramente uomini", affermava Diego Fabbri (1911-1980), una delle più alte e intense espressioni di quel "teatro cattolico" che darà altri straordinari esempi di feconda vitalità. Nel suo teatro, in effetti, Diego Fabbri, riconosciuto come autore di sicuro talento anche dai suoi critici più prevenuti, mette in scena una fede cristiana che si interroga e interroga senza posa lo spettatore fino a delineare quel senso "tragico della vita" che accomuna l'umanità migliore e più attenta alla realtà spirituale del vivere, e molto al di là degli steccati ideologici o confessionali. Scandagliare l'uomo, dunque, per giungere a quel mistero di Dio rivelato nella vicenda, scandalosa e luminosa, della croce e risurrezione di Gesù di Nazaret. A distanza di tanti anni, in un clima culturale mutato, sempre più teso ma anche aperto alle ragioni della speranza, cosa rimane e cosa può dirci ancora il teatro di Diego Fabbri? È la domanda a cui cercano di rispondere, da vari angolazioni, i contributi qui proposti.

