Libri di Ennio Cavalli
Chiedi cos'era la poesia. Lettera dal futuro
Ennio Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Editore
anno edizione: 2025
pagine: 195
Avete in mano la copia autenticata di un dossier lanciato con una navicella su Marte. Racconta a quelli che lo scopriranno, una volta approdati lassù, cos’era la poesia ai nostri tempi, prima di loro, ma anche cosa può essere un futuro senza poesia. "Chiedi cos’era la poesia" come la canzone degli Stadio, "Chiedi chi erano i Beatles". Miti sorpassati o no? Questa lettera “marziana” è indirizzata a chi vede la poesia come qualcosa di extraterrestre, ma si rivolge anche ai futuri lettori, ai giovani di domani interessati al gioco e fiduciosi che non sia tutto un bluff. “La poesia non è un bluff” assicura l’Autore. “Semmai è un mazzo di carte segnate”. Tra racconto, provocazione e ricerca, nell’intento di spiegare l’inspiegabile, Ennio Cavalli tratta la questione come un omeopata. Troverete tra le righe pillole o pepite di poesia grezza, uova che si schiuderanno davanti ai vostri occhi. Basta che accettiate di fare da chioccia, con connivenza e un po’ di calore.
Libro di scienza e di nani
Ennio Cavalli
Libro
editore: Edizioni Empiria Ass. Cult.
anno edizione: 1999
pagine: 172
Due ruote fa. L'Italia del '77 vista da un giro e in un racconto
Ennio Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 1997
pagine: 124
Cronaca sportiva e anche un po' civile (ritrasformata in fiction) tra i raggi di un anno caldo, il '77, protagonista un inviato al 60° Giro d'Italia. Accaddero molte cose fuori dal comune. Le ripropone, vent'anni dopo, questo libro diviso in due: diario giornalistico, da osservatore girovago al seguito della carovana, e racconto a misura di un'Italia unita dalle corse e lacerata dal terrorismo.
Fiabe storte
Ennio Cavalli
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2003
pagine: 140
Cose proprie. Poesie 1973-2003
Ennio Cavalli
Libro: Libro rilegato
editore: Spirali (Milano)
anno edizione: 2003
pagine: 292
«Poesie che sono telegrammi di romanzi», così dice Erri De Luca delle liriche di Ennio Cavalli. Un volume che condensa trent'anni di versi di uno dei nostri scrittori più apprezzati, anche romanziere e già caporedattore culturale di radio Rai, che vanta una bibliografia critica particolarmente ricca ed il riconoscimento di diversi premi letterari. «Ho scritto nove libri di poesia; da tutti ho scelto una summa. Gli ho dato per titolo la scritta che leggevo da bambino sul parabrezza dei camioncini e che attestava il legittimo girovagare del mezzo. Lo stesso vale in questo caso per la mia poesia, per le emozioni trasferite dalla mia fantasia a quella del lettore». (E. C.)
Pietre d'inciampo. Le poesie incivili
Ennio Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2025
pagine: 216
«Questo libro è nato tre volte, come un’araba fenice. Ogni volta col piumaggio più folto, ogni volta diverso.» Così Ennio Cavalli presenta la nuova e ultimativa raccolta delle sue poesie “incivili”, racconto e testimonianza della realtà che ci circonda e di quella che vorremmo, sperperi e mete. Un impegno cominciato con Naja tripudians (Marsilio, 1976). Angelo Maria Ripellino scriveva in prefazione: «Quel condensato di nausea e di noia che ha nome naja in alcuni passi si allarga all’intero universo. E diagonalmente diventa invito alla pace, rifiuto di logorree patriottarde, rovescio del bellicismo». I conflitti si ripropongono e Cavalli mette in campo i suoi esorcismi con i versi inediti che aprono la rassegna, La guerra come prolungamento dei canini, proemio a tutto il resto: l’aggressione di Putin all’Ucraina, l’attacco a Israele di Hamas, l’assalto di Netanyahu alla Striscia di Gaza, l’incessante violenza sulle donne, Cutro e il pianeta migranti, la Costituzione da difendere, l’Inno nazionale (forse) da cambiare, il Paese che tocca a noi ridisegnare. Non dimentichiamo l’intelligenza artificiale alleata non si sa più di chi e a quale prezzo, la corsa alla supremazia globale, il potere governativo, militare, informatico, persuasivo, immaginativo in mano a tycoon col pelo sullo stomaco, le piattaforme digitali dei tecno-oligarchi. Con estro, ironia e visionarietà, Cavalli mobilita gli inermi strumenti del pensiero e della parola nel tentativo di «trasformare il presente e i suoi magneti in futuro coi denti da latte».
Se ero più alto facevo il poeta
Ennio Cavalli
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2019
pagine: 310
La poesia di Ennio Cavalli non sopporta confini, tant'è che in questo libro attinge, flirta, si trasforma in prosa. La prosa, a sua volta, punta alla leggerezza, alla velocità di scavo, all'idea calviniana di "espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile". Prosa e poesia si fondono così in quella sorta di "pensiero lungo" che fa da filo conduttore a tutta l'opera di Cavalli. Già nelle poesie d'esordio (L'infinito quotidiano, 1973) Federico Fellini vedeva "una ricchezza di immagini suggerite da una sofferenza intellettuale e letteraria, invenzioni belle, fresche, originali". E Dario Fo sottolineava, più di recente, "il gioco di prospettive e di rimandi" tipico del suo narrare. "Se ero più alto facevo il poeta" è il libro della maturità di un autore che mette a frutto esperienze di vita, forza visionaria e ricerca linguistica. Con filosofia lucreziana e ironia a lento rilascio, questo florilegio di pagine inedite tocca il tema della natura, della morte, del soprannaturale, delle religioni, dell'amore, del sociale, dello scrivere, del sorridere. Si passa dall'immanente al trascendente, dall'infanzia dell'umanità alle risorse del mito, dai toni civili preoccupati e coraggiosi al divertissement, dal resumé degli anni di piombo visti dal marciapiede opposto a quello dei terroristi alla smagliante "intervista impossibile" con Virgilio. Mentre gli stralci di poetica radunati in "Circo a tre piste" e in "Maestri di danza" non restano modelli di virtuosa programmazione. Diventano essi stessi, per osmosi, rintocchi fantastici e preziosi.
Anni sprecati. Poesie 1970-1980
Laura De Luca
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Editore
anno edizione: 2024
pagine: 150
Le pseudo-poesie qui selezionate dormirono per decenni tra le pagine di una ventina di quaderni: venivano composte su banchi di scuola e di università, tra una lezione di chimica e un corteo di Lotta continua guardato dalla finestra. Testimoniano l'evoluzione di una giovanissima anima in pena alla ricerca di se stessa e possono rappresentare un interessante punto di confronto con I ventenni di oggi. Se è vero che "I giovani sono un'invenzione moderna" potrebbero tuttavia riscontrarsi in questa sequenza di visioni, sfoghi, paure e incertezze circa il futuro, alcuni elementi che in tutte le epoche affratellano chi è al di sotto o poco al di sopra dei vent'anni. La raccolta è divista in dieci decenni, che seguono la crescita dell'autrice dai suoi tredici ai suoi ventitré anni: dal 1970 all'inizio del 1981. Anni peraltro cruciali per la storia del nostro paese e del mondo intero. Prefazione di Ennio Cavalli.
Ci dice tutto il nostro inviato. Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie
Ennio Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 240
Gli “anni di piombo” visti dall’altro marciapiede rispetto ai terroristi. Il crollo del Muro e dell’Urss raccontati da una Berlino in mutazione e da quel crogiolo di contraddizioni che fu la perestroika nell’ultima Urss. Grandi vecchi con un piede nell’Ottocento e lo sguardo rivolto al domani. Scoperte da Nobel illustrate dagli stessi scienziati premiati a Stoccolma. Queste le colonne portanti di un reportage a cavallo di tre secoli, tra bagliori e incongruenze, protagonisti e figuranti, cronaca e storia. Con incursioni dietro le quinte di un particolare tipo di giornalismo, quello radiofonico, che deve far vedere le cose unicamente con le parole. Ci dice tutto il nostro Inviato è un libro trasversale, multiutility, per più scaffali. Dopo avere desunto mappature e contenuti longform, il lettore può riscoprirlo come romanzo o memoir dai molti intrecci. Incontriamo di persona, in giro per il mondo, i poeti Brodskij, Walcott, Evtušenko, Szymborska, gli scienziati Rubbia, Rita Levi Montalcini, Higgs, la vedova di Sacharov, la musa di Pirandello, la pronipote dell’amante di Lenin, Palazzeschi e i futuristi, Prezzolini amico e coetaneo di Mussolini, un Bacchelli bambino tenuto sulle ginocchia da Carducci, Pierre Cardin, Günter Grass, Burroughs, Burgess, Saramago, Fellini, Lady Diana, la Lollo, Whitney Houston, Lucio Dalla, Pavarotti, Carter, Obama e tanti altri. Niente che non sia di prima mano e in presa diretta. “Era il 1979… Era il 1986… Era il 2011… Anzi no, era il 1882, il 1900 tondo tondo. Ma era anche il 2028, il 2038, il duemila e… via vivendo. Era il futuro. Il tempo non passa. Non passa mai. Si rigenera” scrive Ennio Cavalli. Questa sintesi ricostruttiva e proiettiva dell’epoca da cui veniamo aiuta a comprendere l’oggi e i motivi per cui non possiamo che dirci contemporanei. Prefazione di Luciano Canfora.
Il silenzio è migliore di me
Ennio Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 320
In questo libro Ennio Cavalli propone l’aggiornamento più intenso e persuasivo della sua idea di poesia narrativa, sincopata, disincantata, libertaria, ironica, onnicomprensiva. Il resoconto si apre con una straordinaria galleria di personaggi fuori quota, fuori margine, una sorta di Spoon River nell’era dei social e delle dissociazioni. Prosegue con una serie di componimenti direttamente in dialogo con la natura, il mito, l’eros. E si conclude con una serie di poesie “indocili”, pietre d’inciampo attraverso cui leggere il presente. Un impianto che non esclude il gioco e la leggerezza. Anzi, se ne avvalora all’insegna del “lasciatemi divertire” palazzeschiano e del “nulla si sa, tutto si immagina” di Federico Fellini, che già nel primo libro dell’allora giovane amico vide “ricchezza di ingegno e immagini belle, fresche, originali, frutto di una sofferenza intellettuale e letteraria”. Un distico fa da poetica: Nessuna parola è sola/se si affida al silenzio. La controprova: Certi versi sono l’esperanto di fiori e piante.