Libri di Vittorio Feltri
La finanza per tutti. Anche per chi non l'ha mai capita
Manuela Donghi
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2023
pagine: 214
Quanto ne sappiamo di economia e finanza? L’errore più comune è credere che riguardino solo i cosiddetti «esperti». Non a caso, in Italia, il livello di educazione finanziaria è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media dei Paesi OCSE, quindi è il momento di fare sul serio, perché la scarsa conoscenza costa: pesa ogni anno sulle famiglie per migliaia di euro. Complici il periodo di inflazione e le recenti crisi economiche, occorre accelerare. Con la risalita dei prezzi e dei tassi di interesse, la conoscenza è sempre più importante per comprendere le conseguenze sulle scelte economiche. Perché questo libro? Manuela Donghi pubblica la sua rubrica La finanza spiegata alla gente su «Libero Quotidiano», e i suoi lettori hanno voluto questa raccolta delle varie «puntate», per disporre di un manuale pratico che aiuti a capire parole, concetti, termini e temi di attualità, spesso non compresi pienamente. Prefazione di Vittorio Feltri.
Chi non legge è perduto. Cosa insegnano i grandi capolavori della letteratura
Vittorio Feltri
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 180
Se c'è qualcosa in cui noi italiani eccelliamo, è l'arte di raccontarci. Dalle botteghe artigiane ai bar di provincia, abbiamo affinato uno sguardo acuto sul mondo proprio nei luoghi in cui è nato il nostro senso di comunità, trasformando l'esperienza quotidiana in parole, modi di dire, battute, pettegolezzi e riflessioni profonde. È da questa materia viva che hanno attinto i nostri più grandi scrittori, da qui che sono nati i capolavori della nostra tradizione letteraria, nutrita di un immaginario collettivo in cui cultura alta e popolare si incontrano e si mescolano. I libri di Manzoni, Verga, Pirandello e di molti altri autori «che a scuola avete odiato con tanta passione» sono il cemento che tiene insieme l'identità nazionale di un popolo spesso diviso e confuso. Questo libro nasce dal desiderio di riscoprire l'energia e la vitalità di opere che ci appaiono lontane e polverose, ma che in realtà parlano ancora con forza al nostro presente: capolavori capaci di influenzare il nostro modo di pensare, di raccontarci e persino di fare politica. Con la sua penna caustica e spregiudicata, Vittorio Feltri mostra come questi testi siano una chiave per interpretare l'attualità, svelare le contraddizioni del potere e rileggere episodi della sua lunga carriera di giornalista, durante la quale è stato testimone diretto di alcuni tra i passaggi più significativi della storia italiana recente. Perché la letteratura, nell'epoca dei tweet e dei video di pochi secondi, resta uno degli strumenti più preziosi che abbiamo per coltivare e difendere il pensiero critico.
Il latino lingua immortale. Perché è più vivo che mai
Vittorio Feltri
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 168
Esistono innumerevoli parole ed espressioni che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano e che spesso, erroneamente, consideriamo una recentissima acquisizione dalla lingua inglese. Quando ci sediamo davanti a un monitor, magari per seguire le lezioni di un tutor o per aggiornarci sull'andamento dell'ultimo summit internazionale attraverso i mass-media, ci sentiamo all'avanguardia e fieri di avere grande dimestichezza con il mondo anglosassone, dimenticando che dobbiamo tanta «modernità» al latino che parlavano i nostri avi. Nell'insolita veste di cultore di una lingua con la quale ha avuto l'opportunità di confrontarsi fin da giovanissimo, Vittorio Feltri risale alle origini di vocaboli e locuzioni di uso comune, illustrandone la genesi e il significato talvolta travisato nel corso del tempo. Molti resteranno forse delusi scoprendo che il celeberrimo alea iacta est - «il dado è tratto» attribuito a Cesare e da sempre usato per sottolineare con fare solenne l'irrevocabilità di una decisione presa - potrebbe essere frutto di un'errata trascrizione da Svetonio, e che la frase corretta (alea iacta esto, «si lanci il dado») era probabilmente un imperioso invito a gettare il cuore oltre l'ostacolo, in questo caso il Rubicone. Ma nelle belle pagine di Feltri, non certo un noioso compendio di letteratura latina, trovano posto anche gli inevitabili e pungenti accenni all'oggi, sia con poco edificanti esempi di quanto siano attuali il do ut des e l'homo homini lupus, sia, per nostra fortuna, con le storie di personaggi che dimostrano il valore del detto per aspera ad astra. Al di là del tono ironico che sempre contraddistingue Feltri, Il latino lingua immortale è in fondo un'appassionata dichiarazione d'amore per una lingua che, ben lungi dall'essere morta, dimostra ogni giorno, e lo farà ancora a lungo, la forza delle sue radici.
Difesa del maschio di razza bianca
Noemi Azzurra Barbuto
Libro: Libro in brossura
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2025
pagine: 288
In un’epoca che pretende redenzione più che giustizia, il maschio bianco diventa l’imputato simbolico di tutti i peccati della civiltà occidentale: colonialismo, patriarcato, razzismo, sessismo, distruzione del pianeta. Colpevole per nascita, condannato dal tribunale dell’opinione pubblica, paga un debito infinito a vittime autoproclamate che reclamano risarcimenti morali. Ma può una società davvero progredire se sostituisce un’ingiustizia con un’altra? Questo testo mette a nudo le contraddizioni di un anti-razzismo e di un femminismo che, pur animati da ideali di uguaglianza, finiscono per alimentare nuove forme di discriminazione. Una riflessione scomoda, che costringe a interrogarsi sui limiti della colpa e sul prezzo della vendetta travestita da giustizia. Prefazione di Vittorio Feltri.
Il vero cafone. Ciò che non dovremmo fare e facciamo tutti
Vittorio Feltri, Massimiliano Parente
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 166
Chi sono i nuovi cafoni? Cafoni si nasce o si diventa? Un giornalista come Vittorio Feltri e uno scrittore irriverente come Massimiliano Parente hanno unito le penne per (descrivere questo graffiante galateo al contrario. Un divertente viaggio per riconoscere il vero cafone in ogni ambito e circostanza della vita: dalle cene romantiche (con il pensiero fisso al dopo) alle feste in appartamento (dove il momento del congedo si trasforma spesso in un'"anticamera della morte"), dalle vacanze al mare (assediati da maniaci dell'abbronzatura e forzati dei racchettoni) alle estati in città (popolate solo di canotte sudate e sandali alla Padre Pio), dai viaggi in treno (torturati da vicini attaccabottoni) ai talk show televisivi (dove l'imperativo categorico è darsi sulla voce), ai funerali (con i vip sempre girati in favore di telecamera). Dopo averlo letto scoprirete, sorridendo di pagina in pagina, quanto in ognuno di noi si nasconda un vero cafone. E ce n'è per tutti, nessuno escluso.
Non abbiamo abbastanza paura. Noi e l'Islam
Vittorio Feltri
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 123
"Dobbiamo avere più paura di quella che abbiamo. Una paura così grande da trasformarsi nel coraggio di uccidere per non morire." In questo acuminato pamphlet di Vittorio Feltri la paura diventa, paradossalmente, la madre del coraggio. Il coraggio di riconoscere un nemico in tutta la sua pericolosità e, quindi, di affrontarlo. Oggi il nemico è quella parte del mondo musulmano che, con nomi diversi (al-Qaeda, Isis, Stato islamico, Califfato), si è organizzata militarmente e statualmente per conquistare l'Occidente, e che, con l'attentato terroristico alla sede della rivista satirica parigina "Charlie Hebdo", ha colpito la democrazia occidentale in uno dei suoi princìpi cardine: la libertà di espressione. Rendendo sempre più evidente quel mortale scontro di civiltà di cui Oriana Fallaci, come una moderna Cassandra, si fece premonitrice inascoltata nei suoi ultimi scritti. Dobbiamo avere più paura, ci ammonisce Feltri, perché questi terroristi non sono membri di cellule impazzite, bensì guerrieri di un esercito il cui cemento è l'odio per l'Occidente e l'assoluta intolleranza religiosa verso chiunque si discosti dall'islam e dalla "sharia", la legge che regola anche i costumi quotidiani e i rapporti familiari e interpersonali, calpestando la dignità delle donne con la totale sottomissione al potere maschile e indottrinando i figli a una pratica religiosa che, con la sua barbarie, travalica i limiti del più elementare concetto di umanità...
Il Quarto Reich. Come la Germania ha sottomesso l'Europa
Vittorio Feltri, Gennaro Sangiuliano
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 117
Lettere riservate a capi di governo, telefonate segrete alle più alte cariche di Stati sovrani, pressioni esercitate in mille modi da poteri forti che si muovono al di fuori e al di sopra delle elementari regole democratiche. La storia del ruolo svolto in questo inizio secolo dalla Germania in Europa, e in particolare nell'Unione europea, è ancora tutta da raccontare, soprattutto in relazione alle vicende politiche dell'Italia, il paese che per decenni è stato suo partner amichevole ma anche temibile concorrente economico sui mercati mondiali. Di questa storia, Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano tracciano qui il quadro generale e non esitano a parlare di "Quarto Reich", una formula che, lungi dall'essere una banalizzazione giornalistica, è la sintesi estrema, e forse inquietante, della situazione venutasi a creare nell'area euro. In un decennio, infatti, grazie alla moneta unica e alla gabbia istituzionale dell'Unione, la Germania è riuscita a costruire sul Vecchio Continente una condizione di predominio economico e di egemonia politica. L'impossibilità di dissentire sulle leggi del rigore dettate dagli euroburocrati e ispirate da Berlino ha privato gli altri paesi membri di ogni reale sovranità economica e ha concentrato tutto il potere decisionale nelle mani delle élite e delle strutture comunitarie. Ma se per i cittadini tedeschi l'"era del Quarto Reich" significa benessere, lavoro e crescita, per le altre nazioni, soprattutto del Sud Europa, vuol dire povertà, disoccupazione e recessione.
Non abbiamo abbastanza paura. Noi e l'Islam
Vittorio Feltri
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 116
"Dobbiamo avere più paura di quella che abbiamo. Una paura così grande da trasformarsi nel coraggio di uccidere per non morire." In questo acuminato pamphlet di Vittorio Feltri la paura diventa, paradossalmente, la madre del coraggio. Il coraggio di riconoscere un nemico in tutta la sua pericolosità e, quindi, di affrontarlo. Oggi il nemico è quella parte del mondo musulmano che, con nomi diversi (al-Qaeda, Isis, Stato islamico, Califfato), si è organizzata militarmente e statualmente per conquistare l'Occidente, e che, con l'attentato terroristico alla sede della rivista satirica parigina "Charlie Hebdo", ha colpito la democrazia occidentale in uno dei suoi princìpi cardine: la libertà di espressione. Rendendo sempre più evidente quel mortale scontro di civiltà di cui Oriana Fallaci, come una moderna Cassandra, si fece premonitrice inascoltata nei suoi ultimi scritti. Dobbiamo avere più paura, ci ammonisce Feltri, perché questi terroristi non sono membri di cellule impazzite, bensì guerrieri di un esercito il cui cemento è l'odio per l'Occidente e l'assoluta intolleranza religiosa verso chiunque si discosti dall'islam e dalla "sharia", la legge che regola anche i costumi quotidiani e i rapporti familiari e interpersonali, calpestando la dignità delle donne con la totale sottomissione al potere maschile e indottrinando i figli a una pratica religiosa che, con la sua barbarie, travalica i limiti del più elementare concetto di umanità...
Buoni e cattivi. Le pagelle con il voto ai personaggi conosciuti in 50 anni di giornalismo
Vittorio Feltri, Stefano Lorenzetto
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2014
pagine: 538
Mezzo secolo di politica, economia, cultura, costume, cronaca, spettacolo e sport. Mezzo secolo di personaggi conosciuti da vicino oppure osservati da lontano: pontefici, presidenti, premier, ministri, leader di partito, magistrati, imprenditori, editori, giornalisti, attori, conduttori televisivi, artisti, campioni, galantuomini e criminali. Vittorio Feltri segna buoni e cattivi sulla lavagna della storia. Ne esce un catalogo umano in ordine alfabetico dettato dalla memoria, compilato insieme a Stefano Lorenzetto, che nel 2010 aveva intervistato Feltri ne "Il vittorioso". Con tanto di voti in pagella, da 1 a 10, come usava un tempo sui banchi di scuola. Solo che qui gli alunni si chiamano Papa Francesco, Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Beppe Grillo, Gianni Agnelli, Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Umberto Bossi, Antonio Di Pietro, Enzo Biagi, Daria Bignardi, Adriano Celentano, Fiorello, Riccardo Muti, Gino Bartali, Pietro Pacciani... I buoni? Da Oriana Fallaci a Indro Montanelli. Voto: 10. I cattivi? Da Camilla Cederna a Gianfranco Fini. Voto: 2.
Il vittorioso. Confessioni del direttore che ha inventato il gioco delle copie
Vittorio Feltri, Stefano Lorenzetto
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2017
pagine: 259
Chi è davvero Vittorio Feltri, in assoluto il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé? In che modo riuscì a raddoppiare le vendite del "Giornale" dopo che Indro Montanelli l'aveva lasciato nel 1994? E perché trascorsi tre anni se ne andò a sua volta sbattendo la porta? Qual è il motivo per cui nel 2009 vi è ritornato? Ha applicato una ricetta segreta per salvare testate in crisi, come "L'Europeo" e "L'Indipendente", o per imporne di nuove in edicola, come "Libero"? C'era un unico modo per rispondere a questi e a molti altri interrogativi: costringerlo a raccontarsi nel suo stile scabro e privo di infingimenti. È quanto ha cercato di fare Stefano Lorenzetto, che di Feltri è stato vicedirettore vicario al "Giornale". Ne è uscito un dialogo serrato, ricco di particolari inediti, in cui il giornalista svela i retroscena delle sue campagne di stampa (da Affittopoli ai casi Boffo e Fini-Tulliani), narra splendori e miserie del "Corriere della Sera", distilla giudizi su politici e colleghi, parla dei giornalisti che ha amato di più (da Nino Nutrizio, che lo assunse alla "Notte", a Oriana Fallaci, che una notte si fece viva con lui dall'aldilà). E soprattutto si mette a nudo, svelando i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue idiosincrasie, i suoi affetti privati.
Digitale e potere collettivo. Da Marco Biagi a Industry 4.0
Raffaele Bonanni, Giuseppe Sabella
Libro: Libro in brossura
editore: Cantagalli
anno edizione: 2016
pagine: 159
Digitale è l'economia globale. E collettivo è il potere di sindacati e partiti messo sotto pressione dalla crisi del 2008 e da un nuovo ordine mondiale in fase di assestamento che rischia, proprio per la difficoltà e le incertezze della rappresentanza organizzata, di vedere alterati i principi fondamentali che si sono affermati nelle democrazie avanzate negli ultimi due secoli. Raffaele Bonanni — insieme a Giuseppe Sabella — descrive in queste pagine "con una sorprendente capacità di farsi leggere" (dalla prefazione di Vittorio Feltri) il momento critico che l'Occidente e in particolare il nostro Paese stanno attraversando, anche alla luce dell'affermazione di Matteo Renzi e dell'ultimo ventennio che ha visto protagonista l'ex segretario generale della Cisl. La situazione italiana, come del resto quella europea e globale, vede il potere collettivo di partiti e forze sociali arrancare nei confronti del capitale. Ma è solo la loro riorganizzazione che può generare un equilibrio nuovo per la nostra democrazia. Come diceva, infatti, il grande Alexis de Tocqueville “nulla vi è che la natura umana disperi di raggiungere con l'azione libera del potere collettivo degli individui”.

