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Libri di Riccardo Shemuel Di Segni

Talmud babilonese. Trattato Sotà. (Sospetta adultera)

Talmud babilonese. Trattato Sotà. (Sospetta adultera)

Libro: Libro rilegato

editore: Giuntina

anno edizione: 2024

pagine: 680

Secondo la Torà una donna sposata può avere rapporti esclusivamente con il marito. L’unione con un altro uomo è adulterio, che, se dimostrato con testimonianze, comporta una condanna capitale per la donna e l’adultero. Se c’è ammissione di colpa, ma mancano le testimonianze, il vincolo matrimoniale deve essere reciso e la donna perde i diritti della ketubbà. Ma cosa succede quando c’è un sospetto e la donna nega? Di questo tema si occupa un lungo brano del Libro dei Numeri (5:11-31), nel quale si parla di un marito che sospetta che la moglie l’abbia tradito. In assenza di prove certe, si attiva una procedura particolare: la donna viene condotta al Santuario, dove viene sottoposta alla prova delle “acque amare”; deve bere dell’acqua nella quale è stato sciolto l’inchiostro di una pergamena in cui era stata scritta una parte di quel capitolo della Torà. Se la donna è colpevole, quell’acqua ne causerà la morte; se è innocente, uscirà incolume dalla prova e avrà dei figli. Questo trattato talmudico è essenzialmente dedicato al commento e alla definizione dei particolari di questa procedura. La parola sotà, che dà il nome al trattato, si riferisce alla donna, ma non è un vocabolo biblico. In italiano sotà potrebbe essere tradotto con “deviante”, “infedele”; qualcuno, nell’ottocento, ispirato dalla lirica verdiana, ha suggerito “traviata”. Nella Torà questa procedura rappresenta un caso unico, in cui l’aspetto “miracoloso” è decisivo. Nessuno può sapere se la donna è effettivamente colpevole; l’effetto della pozione è ambiguo, o toglie la vita o crea le condizioni per un’altra vita; inoltre, se arriva la punizione, questa colpisce automaticamente anche l’adultero, ovunque si trovi. La situazione configurata nella Torà rispecchia una società basata sul dominio maschile, che difende l’esclusività del potere del marito sulla moglie, che punisce gravemente l’adulterio e che premia la fedeltà femminile con una promessa di fecondità. Lo scopo della procedura, che espone pesantemente la donna, oltre all’accertamento della verità è quello di “mettere pace tra marito e moglie”. In questi termini è evidente che la procedura corrisponde a una determinata organizzazione sociale con le sue regole e le sue mentalità. Molte di queste mentalità sono cambiate nell’evoluzione di millenni, anche se nell’ebraismo non è cambiata la difesa della fedeltà coniugale e il divieto di adulterio; ma già ai tempi in cui fu redatto il trattato della Mishnà, la procedura prescritta dalla Torà era considerata obsoleta e inapplicabile; non solo per l’ovvio motivo che non c’era più il Santuario, ma per il cambio dei costumi, già prima della distruzione del Santuario: l’infedeltà maschile dilagava. I Maestri infatti spiegarono, interpretando il testo, che la procedura non potesse funzionare se a sua volta il marito fosse stato infedele alla moglie, con una donna sposata a un altro uomo o anche solo con una donna libera. Non più quindi un rapporto di dominanza ma di reciprocità. Ma il sistema era ancora poligamico, per cui l’uomo sposato poteva avere rapporti con un’altra donna, purché anche lei sposata da lui. Solo verso l’anno mille la poligamia venne proibita portando a compimento giuridico l’evoluzione delle sensibilità. Malgrado l’antichità della norma e la sua inapplicabilità, l’argomento venne sottoposto alla discussione rabbinica, come accadde per molte altre norme non più applicabili. Compito dei rabbini fu la definizione precisa delle modalità: quali sono le condizioni per avviarla (limitando con questo gli effetti di attacchi di gelosia), quante testimonianze servano, come si svolge in tutti i dettagli la procedura nel Santuario, come si scatena la punizione; in quali tipi di vincoli matrimoniali si può attivare la procedura.
70,00

Ebrei in guerra. Dialogo tra un rabbino e un dissidente

Ebrei in guerra. Dialogo tra un rabbino e un dissidente

Gad Lerner, Riccardo Shemuel Di Segni

Libro: Libro in brossura

editore: Feltrinelli

anno edizione: 2025

pagine: 176

Il rabbino capo di Roma e un ebreo che ha assunto posizioni critiche su Israele in guerra si confrontano sulla tragedia in corso e sulle divisioni dell’ebraismo contemporaneo. Affrontano temi di cruciale attualità: le sofferenze di tutte le popolazioni coinvolte nel conflitto, il sionismo religioso, il nuovo antisemitismo, il rapporto difficile con la Chiesa cattolica, la sospetta ammirazione delle destre nazionaliste per Israele, il divorzio degli ebrei dalla sinistra, i rapporti fra la diaspora e lo Stato ebraico, la piaga del fanatismo. I giudizi restano distanti anche sulle polemiche che hanno agitato le Comunità ebraiche italiane dopo la pubblicazione di un appello contro la pulizia etnica sottoscritto da una minoranza di dissidenti. L’ebraismo è al tempo stesso una religione, una cultura e una nazione, ma in che misura questi aspetti possono coesistere senza entrare in conflitto? Ebrei in guerra ha dunque molteplici significati; perché se è vero che Israele chiama gli ebrei a essere coinvolti nella sua guerra, altrettanto vero è che il dissenso interno dà luogo a lacerazioni profonde. Un libro che si cimenta con le domande che tutti si pongono. Perché la vicenda millenaria degli ebrei resta centrale nel nuovo tempo di guerra, e dunque ci riguarda da vicino. Il rabbino capo di Roma e un intellettuale ebreo dissidente si confrontano sulle divisioni che la guerra sta provocando all’interno del mondo ebraico e sul destino dello Stato di Israele.
16,00

Norme di vita morale. Hilkhot de'ot

Norme di vita morale. Hilkhot de'ot

Mosè Maimonide

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2018

pagine: 99

Medicina preventiva e diete alimentari, virtù filosofiche e fede religiosa, etica sociale e igiene sessuale, tutto in chiave di halakhà ossia di normativa ispirata alla Torà e alla saggezza dei maestri di Israele: ecco in breve i contenuti di "Hilkhot de'ot", uno dei primi trattati del "Mishnè Torà", il grande codice halakhico scritto da Maimonide nell'Egitto del XII secolo. Le norme comportamentali qui discusse e raccomandate costituiscono la via ebraica a una vita sana e morale, nella quale corpo e anima collaborano in armonia e perseguono gli stessi fini: il benessere della persona, la giustizia sociale e soprattutto la conoscenza di Dio. Nell'insieme, si tratta di un percorso di umanesimo ebraico che coniuga ideali etici e concretezza dell'esistenza il cui messaggio di equilibrio sapienziale, anche a distanza di secoli, non ha perso valore e continua, anzi, a essere illuminante. Prefazione di Riccardo Di Segni.
13,00

Jewish-Catholic dialogue. Nostra Aetate, 50 years on-Il dialogo ebraico-cattolico. A 50 anni dalla Nostra Aetate

Jewish-Catholic dialogue. Nostra Aetate, 50 years on-Il dialogo ebraico-cattolico. A 50 anni dalla Nostra Aetate

Zion Evrony, Raymond Cohen, Riccardo Shemuel Di Segni, Kurt Koch, David Rosen

Libro: Libro rilegato

editore: Urbaniana University Press

anno edizione: 2016

pagine: 328

Fra i documenti del Vaticano II, "Nostra Aetate" è quello che ha rappresentato un esempio di ricezione accrescitiva: non solo ha rovesciato la catechesi del disprezzo, ma ha aperto una via nella quale sono passati sia i rapporti teologici fra chiesa ed ebraismo, sia i rapporti politici fra Santa Sede e Stato di Israele, sia le occasioni di scambio culturale e accademico. Questo libro dà il senso di quanto sia stato lungo e fecondo il cammino che da "Nostra Aetate" ad oggi ha trasformato le relazioni fra Israele e la Chiesa e offre sia allo studioso sia al lettore un accesso a quei documenti così recenti e così importanti che gettano le basi per un cinquantennio di fraternità e speranza (Alberto Melloni). Il volume - che raccoglie studi e documenti, in inglese e in italiano, ed è corredato da un inserto fotografico a colori - è frutto della collaborazione tra l'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede e la Pontificia Università Urbaniana.
15,00

Perdonare le offese

Perdonare le offese

Riccardo Shemuel Di Segni

Libro: Copertina morbida

editore: Marcianum Press

anno edizione: 2016

pagine: 48

Il testo si sofferma sul significato del perdono nella religione ebraica: la richiesta di "perdono" non avviene per delega, ma può partire solo dai responsabili viventi, esige il loro pentimento, e va rivolta a quanti sono stati da loro offesi, comportando la riparazione delle conseguenze arrecate sul piano morale, penale, civile ed economico. Nel dialogo col cristianesimo emergono interessanti punti di convergenza: il Dio della Bibbia ebraica, dice il rabbino Di Segni, "è giustizia e amore [...]. Nulla avrebbe senso nell'ebraismo senza il perdono. E l'esortazione 'ama il tuo prossimo come te stesso' è anche evangelica ma viene dalla legge mosaica".
6,00

Le storie del re Salomone. E le leggende del profeta Elia, i racconti di re e sultani, le storie di ricchi e poveri, ecc., ecc.

Le storie del re Salomone. E le leggende del profeta Elia, i racconti di re e sultani, le storie di ricchi e poveri, ecc., ecc.

Matilde Cohen Sarano

Libro

editore: Marietti 1820

anno edizione: 2014

pagine: 222

"Raccontandoci queste storie, le nostre madri ci facevano addormentare, quando eravamo piccoli, e noi sentivamo in esse la loro nostalgia per i luoghi della loro infanzia, lasciati per sempre, e rivisitati con la fantasia. Per mezzo di queste storie i nostri padri ci hanno educati al buon comportamento e alle buone azioni, e ci hanno insegnato a ridere. [...] Dentro queste storie l'uomo trova sempre le parole che gli spiegano la ragione e le circostanze della vita, e la consolazione ai dolori che non hanno rimedio." (Matilde Cohen Sarano)
22,00

Talmud babilonese. Trattati Makkòt e Horayòt. Testo ebraico a fronte

Libro: Libro rilegato

editore: Giuntina

anno edizione: 2025

pagine: 480

In questo nuovo volume del Talmud Babilonese presentiamo due trattati brevi che vengono tradizionalmente pubblicati insieme. Si tratta del trattato di Makkòt (Pene corporali) e del trattato di Horayòt (Istruzioni), entrambi parte dell’ordine di Nezikìn (Danni). Il primo esamina principalmente le leggi dei tribunali ebraici e le pene che possono infliggere. In particolare, affronta le procedure legali del Sinedrio, soffermandosi su temi come quello dei testimoni, dell’esilio presso le “città rifugio” dove potevano trovare riparo dalla vendetta coloro che erano stati riconosciuti colpevoli di omicidio non intenzionale e sulla sentenza di flagellazione. Il trattato discute principalmente le leggi relative alle sentenze errate di un tribunale ebraico, così come le azioni inconsapevoli compiute dalle principali autorità del popolo ebraico e le offerte sacrificali che dovrebbero essere offerte come espiazione per queste azioni. La conclusione del trattato tratta di una questione particolare, ossia di come dare la precedenza alla salvaguardia della vita umana nelle emergenze. Con questi due nuovi trattati, si raggiungono i dodici trattati pubblicati del Talmud Babilonese, il più grande progetto di traduzione nella storia dell’editoria italiana. Un’opera che coinvolge più di ottanta persone tra traduttori, redattori e curatori.
75,00

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