Libri di Renzo Ceresa
Bruciare la salvia. I settant'anni
Renzo Ceresa
Libro: Libro in brossura
editore: bookabook
anno edizione: 2025
pagine: 128
Di cosa sono fatte le vite normali? Di ruoli svolti, di luoghi, d’incontri, di amore, di amicizie, di quotidiani ribaditi, di cambiamenti cercati o subiti. Siamo corpi e anime che mutano dentro un tempo che scorre. Inesorabile. Aurelio, il protagonista di questo romanzo, sta per compiere settant’anni, un passaggio d’età che lo sorprende: il corpo che si trasforma, vecchie e nuove ansie, fragilità, il rapporto con le case, con i ricordi di famiglia. La sensazione di svanire, di diventare un ingombro della memoria. "Bruciare la salvia" è anche la storia di un rapporto adulto. L’amore di Aurelio per Emilia è fuori dal comune, come lo sono i sentimenti che durano una vita intera. Le vite corrono, bisogna vivere il presente con la leggerezza di cui si è capaci e non smettere di costruire futuro. Per sé e per gli altri.
Volevo stare dentro i fili di una radio. Da Tutto il calcio minuto per minuto a Caterpillar
Renzo Ceresa
Libro: Libro in brossura
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2021
pagine: 144
Da bambino voleva diventare un salumiere. Oppure il presidente della Repubblica. Invece nel 1977 è stato assunto in Rai e lì è rimasto. Per quarantuno anni. Era il suo destino? Forse, perché suo padre era un tecnico di produzione radiofonica e lui era nato in un condominio in cui abitavano solo dipendenti della Rai. Ha passato una vita intera a lavorare in radio, nella sede di corso Sempione. Ha iniziato come sonorizzatore nelle produzioni di prosa e ha finito come curatore dei programmi di Radio2 che venivano trasmessi da Milano. Da Gino Bramieri in poi ha conosciuto molti artisti, molti autori, molti conduttori e molti cialtroni. Grazie a “Caterpillar” ha capito che la radio non è soltanto un mezzo di comunicazione ma può diventare un luogo dentro il quale le persone si riconoscono. “Volevo stare dentro i fili di una radio” è «una navigazione senza mappa e senza mete» in cui l’autore ha lasciato affiorare liberamente brandelli di memoria, spesso inaspettati. La scaletta che aveva preparato si è rapidamente dissolta, gli appunti abbandonati. Ma le parole c’erano e chiamavano altre parole, bastava ascoltarle e metterle in fila, come aveva fatto per tanti anni, per lavoro. «Siamo il copione di noi stessi e per arrivare in fondo bisogna voltare ogni pagina e se possibile, rileggersi, con la leggerezza della radio.»