Libri di Pseudo Senofonte
Il regime politico degli ateniesi. Ediz. greca e italiana
Pseudo Senofonte
Libro: Libro rilegato
editore: All'Insegna del Veltro
anno edizione: 2018
pagine: 62
Benché ci sia pervenuto tra gli scritti di Senofonte, l’opuscolo venne probabilmente redatto da qualche altro avversario della democrazia ateniese nei primi anni della guerra del Peloponneso: o Crizia (il capo dei Trenta Tiranni), o Antifonte di Ramnunte (che diresse il colpo di Stato oligarchico del 411), o Tucidide di Melesia (il capo della fazione oligarchica ostracizzato nel 443), o altri ancora. Il carattere di originalità dell’opera, che si sviluppa in forma di dialogo, consiste nel fatto che essa non ha fini polemici. Che la democrazia, ingiusta e abietta, sia il peggiore dei regimi politici è fuori discussione: d’altronde, secondo il detto di Alcibiade, la democrazia è una follia universalmente riconosciuta come tale (homologoumene anoia). Invece, ciò che preme all'autore è far capire, attraverso le fredde analisi che l’oligarca realista presenta al suo interlocutore, come sia possibile il funzionamento di un sistema che si fonda sul malgoverno esercitato dalla parte peggiore del popolo.
Costituzione degli ateniesi. Testo greco a fronte
Pseudo Senofonte
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 224
«Quanto alla costituzione degli Ateniesi, che essi abbiano scelto questo tipo di costituzione, io non approvo, perché, scegliendo così, hanno scelto che i cattivi stiano meglio dei buoni: per questo non approvo. Ma poiché hanno deciso così, dimostrerò come in tutto e nel modo dovuto essi conservino la loro costituzione e facciano tutte quelle altre cose che agli altri Greci sembrano sbagliate.» Sono le parole di esordio di questa Costituzione degli Ateniesi, giuntaci tra le opere dello storico Senofonte, ma a lui negata con decisione dalla critica filologica sin dall'inizio dell'Ottocento. Con esse l'autore dichiara la sua posizione politica e il suo intento: è un oligarchico (uno dei «buoni»), che detesta il popolo (i «cattivi») e la forma di governo democratica, ma che con sorprendente paradosso si propone di mostrare come il funzionamento della democrazia ateniese sia efficace nell'assicurarle successo e continuità. Della grande democrazia periclea quale presentata da Tucidide e amata dai moderni non sono predicati e descritti, in questo pamphlet, gli elevati principi miranti ad assicurare ai cittadini libertà e benessere; al contrario, essa è vista come una sorta di egoistica e animosa rivalsa dei poveri sui ricchi: resa possibile solo dal fatto che il popolo ateniese ha acquisito potere per mezzo della flotta, la quale ha assicurato ad Atene la supremazia tra tutte le città della Grecia. È infatti il popolo, dice il nostro testo, «che fa andare le navi e conferisce la potenza alla città». La Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte, così diversa dall'omonima opera aristotelica, non ha paralleli nella produzione greca di carattere politico. È uno scritto animato da forti passioni, espresse con il linguaggio in uso nella pubblicistica ateniese del V e del IV secolo. Ma quali ne erano i concreti destinatari e quali le reali finalità? Un invito all'eversione? Un ammonimento ai compagni di consorteria più inflessibili perché accettino una situazione in cui l'avversario è più forte? Oppure, e proprio per il fatto che l'autore assume con disinvoltura il presunto o inconfessato punto di vista dei suoi dichiarati avversari, l'opuscolo è un esempio del discorso teorico di IV secolo sulle costituzioni? Sono alcuni tra gli enigmi di quest'opera affascinante sulla quale gli studiosi continuano a interrogarsi. Con un saggio di Luciano Canfora.
Contro la democrazia. La Costituzione degli ateniesi
Pseudo Senofonte
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 100
Al di là degli interessi critico-letterari e filologici legati alla mancata attribuzione del testo, uno dei primi e più puliti esempi di prosa attica, il pamphlet dello Pseudo Senofonte, rimane uno dei cardini e quasi il punto di partenza ineludibile di ogni percorso critico della democrazia. La lucida analisi dello sviluppo della vita politica in Atene consente all'anonimo autore di avviare una seria riflessione intorno a quali possano essere i mali interni alla democrazia e le sue pericolose forme degenerative: con lui comincia ad affermarsi così l'idea che la democrazia non debba essere considerata un bene in sé. Ai suoi occhi, anzi, affermazione dell'istituto democratico e dell'imperialismo ateniese sono strettamente collegati: ma sarà proprio la politica imperialista di Atene a condurre la polis, alla sconfitta finale! Inoltre, è proprio a partire da questo scritto che nasce la filosofia politica, la riflessione, cioè, intorno a quale debba essere (in questo caso non debba essere) la struttura della polis , a quale organizzazione possa in ultimo garantire il buon governo.
La costituzione degli ateniesi. Ovvero la democrazia sotto accusa. Testo greco a fronte
Pseudo Senofonte
Libro
editore: Qualecultura
anno edizione: 2008
pagine: 72
La lettura dell'Athenaion politeia può spingere a riflessioni sullo statuto difficile e complesso della democrazia, che ne costituisce anche il fascino e ne segna il destino. La democrazia vive nella perpetua tensione tra un sistema di norme procedurali e il metodo della partecipazione e della ricerca del consenso da una parte e un contenuto ideale che, per la sua straordinaria e inesauribile profondità, confina con l'utopia dell'altra...