Libri di Marco Tullio Cicerone
La vecchiaia. Testo latino a fronte
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2013
pagine: 176
Tutta la saggezza e la dignità che la vecchiaia può portare, in uno dei testi cardine della latinità. Antidoto a un'epoca che non sa più invecchiare. Cicerone scrive "La vecchiaia" all'inizio del 44 a.C., appena prima dell'uccisione di Cesare, in un periodo per lui pieno di amarezze familiari e politiche, dedicandola ad Attico. Sceglie a portavoce Catone, ottantaquattrenne protagonista del dialogo, figura di intatta autorevolezza e di forte prestigio politico. "La vecchiaia" allestisce una ricca rassegna di exempla scelti tra i grandi personaggi del mondo greco e, soprattutto, dell'eroico passato romano, andando così oltre il "semplice" trattato teorico sulla vecchiaia, arrivando a essere un concreto strumento di propaganda politica.
In difesa di Marco Celio (Pro Caelio)
Marco Tullio Cicerone
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1996
pagine: 184
Marco Celio Rufo comparve in tribunale nell'aprile del 56 a.C. sotto il peso di un'accusa gravissima: violenza politica, congiura contro lo stato. Sua principale accusatrice Clodia, donna di spicco nell'ambito dell'alta società romana. Suo difensore Cicerone, allora all'apice della carriera e della fama. In questa orazione, celebre tra le celebri arringhe del grande oratore, Cicerone procede senza curarsi di dimostrare l'innocenza del suo difeso, impegnandosi invece a confutare e distorcere i capi d'accusa e a demolire la figura morale della teste a carico, Clodia. È un'arringa in cui vengono sfruttati tutti i mezzi, astuti falsi capziosi che siano, per ottenere un'assoluzione. E Celio fu assolto; Clodia scomparve dalla scena pubblica di Roma, bollata per sempre dall'impietoso ritratto tracciato da Cicerone. La parola dell'oratore fu, ancora una volta, più forte della verità.
Academica. L'arte del dubbio. Testo latino a fronte
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2022
pagine: 276
Il dolore per le proprie perdite e la constatazione di trovarsi di fronte a una politica fatta di maneggi, dalla quale egli è escluso, sono i sentimenti che spingono Cicerone al ritiro e alla composizione di opere filosofiche, tra cui gli Academica, dedicati alle principali teorie gnoseologiche tra le scuole del tempo. Servendosi della formula del dialogo, Cicerone si interroga, con intellettuali come l’erudito Varrone e il generale Lucullo, sull’importanza del dubbio da esercitare contro il dogmatismo, sul concetto di vero e di falso, sulla definizione di saggio e sulle influenze dello scetticismo nell’Accademia platonica. Una fonte documentaria imprescindibile per la ricostruzione della storia del platonismo dal III al I secolo a.C. e per le notizie sulle altre principali scuole filosofiche, da quella scettica alla stoica. La storia travagliata dell’opera – composta e poi riscritta in breve tempo – non ci impedisce di apprezzare l’erudizione di Cicerone nel citare personaggi, dottrine e filosofi a lui contemporanei, di cui l’apparato di commento riporta approfondimenti del contesto storico-culturale in grado di soddisfare la curiosità del lettore moderno.
Ad familiares. Lettere ai familiari. Volume Vol. 1
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2023
pagine: 848
«La patria ormai l’ho pianta più dolorosamente e più a lungo di quanto una madre abbia mai pianto la perdita dell’unico figlio», scrive Cicerone in una lettera all’amico Papirio Peto. Intimo affetto e impegno civile, questi i due fili che legano insieme il corpus di epistole che il celebre oratore scrisse tra il 63 e il 43 a.C., durante gli anni più tumultuosi della res publica. E tra privato e politica si dividono anche i numerosi destinatari delle lettere: da un lato si ritrovano i grandi protagonisti della scena pubblica, tra cui lo stesso Cesare, che Cicerone appella con un benevolo «mi Caesar», consapevole di quanto la retorica sia influente nei giochi di potere. Dall’altro invece gli affetti più intimi, tra cui la moglie Terenzia e l’adorata figlia Tullia, ma anche il fedele liberto Tirone, legato a Cicerone da un affetto sincero, capace di superare le differenze di status. Ciò che emerge dalle epistole non è solo il racconto perspicace e lucido della “rivoluzione romana”, quando il sangue fratricida bagnava le strade di Roma al culmine della guerra civile, ma anche il ritratto umano di uno dei più grandi protagonisti dell’età repubblicana, emblema di giustizia e di libertà, che non nasconde le sue preoccupazioni e fragilità nelle parole riservate ai confidenti più stretti. Se infatti grande è il timore dinnanzi all’avanzata dell’impavido Cesare, altrettanto grande è il dolore che prova avendo lasciato moglie e figlia da sole nell’Urbe teatro di guerriglia, un dolore accentuato dalla mancanza di notizie di quel figlio che ha deciso di salire sul carro di Cesare, voltandogli le spalle. Questo primo volume raccoglie le lettere scritte tra il gennaio 62 e il luglio 46 a.C., ovvero il periodo successivo al consolato di Cicerone. Sono anni cruciali per l’ascesa e poi l’assalto al potere di Cesare con la guerra civile, che in parte Cicerone è costretto a trascorrere lontano da Roma, prima con l’esilio a Brindisi poi con il proconsolato in Cilicia, senza però che venga mai intaccata la lucidità del suo sguardo sulle vicende politiche in corso. Le epistole ad familiares restano certamente una fonte storiografica di eccellenza, ma rimangono anche la più grande testimonianza della personalità umanissima di Cicerone, fondata su saldi ideali e principi, quelli di un uomo pronto a sacrificare la vita nel momento in cui Roma perdeva la sua libertà.
Il valore dell'amicizia
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: ROI edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 120
Il De amicitia (Il valore dell’amicizia) è una lettura preziosa in un’epoca in cui la quotidianità frenetica ci sottrae sempre più tempo per coltivare amicizie profonde. Il modo di intendere i rapporti sociali è cambiato, ma il dolore della solitudine rimane lo stesso lungo i millenni. Perché un amico è quella persona con cui desideriamo condividere la gioia di un successo così come la ferita di una delusione, e sarà proprio lui a renderci più lieve quest’ultima: parola di Cicerone, che non a caso ha scritto questo dialogo proprio nell’anno peggiore della sua vita.
De amicitia-Sull'amicizia. Testo latino a fronte e note linguistiche
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: Demetra
anno edizione: 2025
pagine: 160
Un elogio dell'amicizia scritto da Cicerone negli anni della maturità e composto in forma di dialogo fra Gaio Lelio e i suoi generi Gaio Fannio Strabone e Quinto Mucio Scevola.
L'amicizia. Testo latino a fronte
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: Foschi (Santarcangelo)
anno edizione: 2017
pagine: CXII-94
Il "Lelius de amicitia", fortunatissimo dialogo ciceroniano risalente al 44 a.C. e dedicato ad Attico, s'immagina condotto da tre illustri interlocutori, Fannio, Scevola e Lelio, che disquisiscono sul tema dell'amicizia: cos'è, da cosa nasce e a quali fini tende. Mentre l'amicizia per i Romani è innanzitutto la creazione di legami personali a scopo di sostegno politico, la tesi di Cicerone espressa per bocca di Lelio e ispirata soprattutto a fonti di orientamento platonico e storico, è assai innovativa: la vera amicizia è un sentimento del tutto disinteressato, un rapporto insostituibile che, dopo la sapienza, rappresenta il massimo bene cui l'uomo possa aspirare. Sforzandosi di allargare la base sociale dell'amicizia al di là della ristretta cerchia della nobilitas, ponendo come sue fondamenta valori come virtus e probitas, l'amicizia viene sdoganata dall'ambito esclusivamente politico per diventare una sorta di spinta al miglioramento individuale. Introduzione di Isabella Vilardi, premessa di Anna Giordano Rampioni.
L'amicizia. Testo latino a fronte
Marco Tullio Cicerone
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 1985
pagine: 169
A Roma, in una società agitata da una lotta continua e spesso subdola che non faceva alcun conto dei sentimenti "l' amicitia" era anche un'arma politica, non solo un sentimento basato sulla simpatia reciproca. Nato insieme alle altre grandi opere filosofiche durante il periodo di forzato ritiro dalla vita politica, il "De amicitia" è il tentativo di Cicerone di superare questo concetto utilitaristico per riscoprire un'amicizia fine a se stessa, fondata sulla "virtus" e quindi ancorata a valori etici e personali. Emanuele Narducci esplora nel saggio introduttivo il concetto di "amicitia" a Roma e il significato profondo di quest'opera nell'insieme della produzione ciceroniana.