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Libri di Marco De Marinis

Capire il teatro. Lineamenti di una nuova teatrologia

Capire il teatro. Lineamenti di una nuova teatrologia

Marco De Marinis

Libro: Libro in brossura

editore: Bulzoni

anno edizione: 2008

pagine: 405

25,00

La danza alla rovescia di Artaud

La danza alla rovescia di Artaud

Marco De Marinis

Libro: Libro in brossura

editore: I Quaderni del Battello Ebbro

anno edizione: 1999

pagine: 246

18,08

Visioni della scena. Teatro e scrittura

Visioni della scena. Teatro e scrittura

Marco De Marinis

Libro: Copertina morbida

editore: Laterza

anno edizione: 2004

pagine: 185

Il Novecento ha permesso di superare una visione rigida e ristretta dei rapporti fra teatro e letteratura, riassumibile in buona sostanza nella formula: il teatro consiste (esclusivamente) nella rappresentazione di testi drammatici. La vera e propria "esplosione" a cui la contemporaneità ha sottoposto questi rapporti ha permesso di svelare la ricchezza delle relazioni esistenti fra questi due campi dell'arte e dell'immaginario, agendo retroattivamente anche sulla loro comprensione storica. Il presente volume si situa nello spazio letterario del teatro, o meglio, è dentro quello spazio che abitano gli "oggetti" di cui parla: testi drammatici ma anche, e soprattutto, trattati, saggi critici, teorie, racconti e romanzi, memorie e autobiografie.
22,00

Danza alla rovescia di Artaud. Il secondo teatro della crudeltà (1945-1948)

Danza alla rovescia di Artaud. Il secondo teatro della crudeltà (1945-1948)

Marco De Marinis

Libro: Copertina morbida

editore: Bulzoni

anno edizione: 2006

pagine: 300

20,00

In cerca dell'attore. Un bilancio del Novecento teatrale
22,00

Il teatro dell'altro. Interculturalismo e transculturalismo nella scena contemporanea

Il teatro dell'altro. Interculturalismo e transculturalismo nella scena contemporanea

Marco De Marinis

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2012

pagine: 231

In questo libro vengono prese in esame le questioni dell'identità e dell'alterità, così come esse sono state portate all'attenzione generale dai maestri contemporanei, cioè dai protagonisti delle due fasi della riforma teatrale nel XX secolo, e così come si pongono oggi nei settori più avanzati della scena. Tre, in particolare, sono le esperienze teorico-pratiche che fungono da riferimenti guida. La prima è quella di Artaud e del suo viaggio in Messico, esempio precoce ed estremo di osservazione partecipante. Artaud parte per il Messico in cerca di una cultura organica e del vero teatro. La partecipazione ai riti del peyotl presso i Tarahumara lascia sul visionario francese un segno indelebile, e il tentativo ininterrotto di renderne conto attraverso la scrittura costituisce uno degli sforzi grandiosi della sua ultima stagione creativa. La seconda esperienza teorico-pratica è quella dell'antropologia teatrale di Eugenio Barba e dell'ISTA, l'International School of Theatre Anthropology. Il terzo esempio è quello di Jerzy Grotowski, che in qualche modo funge da filo rosso, legando i diversi capitoli del volume. In effetti, un libro come il presente, consacrato alle questioni dell'altro e dell'alterità nella scena contemporanea, non poteva non trovare nel regista e teorico polacco la figura eponima.
26,00

Culture teatrali. Volume Vol. 31-32

Culture teatrali. Volume Vol. 31-32

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni di Pagina

anno edizione: 2025

pagine: 472

La rivista Culture Teatrali. Studi, interventi e scritture sullo spettacolo nasce nel 1999 per impulso di Marco De Marinis (Università di Bologna) e dell'editore Giacomo Martini, oggi è pubblicata da Edizioni di Pagina e dal 2022 è co-diretta da Silvia Mei (Università di Foggia). Inizialmente distribuita come semestrale, a partire dal n. 20/2010 inaugura una nuova serie diventando annuale.
20,00

Il teatro dopo l'età d'oro. Novecento e oltre

Il teatro dopo l'età d'oro. Novecento e oltre

Marco De Marinis

Libro: Copertina morbida

editore: Bulzoni

anno edizione: 2016

pagine: 420

È il caso di chiarire subito in che senso il Novecento lo possiamo considerare un'età d'oro del teatro. È evidente che può esserlo innanzitutto per il fatto di aver costituito un culmine nella vicenda plurisecolare della scena occidentale. Basterebbe pensare all'avvento della Regia, modalità produttivo-creativa del tutto inedita ed essenzialmente novecentesca comunque la si pensi sui suoi precorrimenti nel XIX secolo -, alla tradizione dei registi-pedogoghi, a figure come Craig, Appia, Stanislavskij, Mejerchol'd, Copeau, Artaud, Brecht, giù giù fino a Grotowski, Kantor, Brook, Mnouchkine, Barba - per non citare che alcuni dei più celebri. Tuttavia la stessa immagine può essere utilizzata per mettere in rilievo un altro carattere del Novecento teatrale, che è almeno altrettanto importante di quello riguardante l'eccellenza e l'originalità artistiche appena ricordate: e cioè il carattere della crisi. Mentre da un lato ha rappresentato indubbiamente un apogeo nella storia del teatro, dall'altro e per le stesse ragioni il Novecento è stato anche un'epoca che ha messo in crisi profondamente il teatro, di più, che ha reso possibile pensare la crisi del teatro. Infatti, nel cercare di restituire a questo mezzo espressivo-comunicativo, ormai a rischio di obsolescenza, un senso, un valore, una necessità, i protagonisti della scena novecentesca (e, oggi, quelli postnovecenteschi) hanno tutti imboccato, sia pure in modi differenti e con diversa radicalità...
29,00

Al limite del teatro. Utopie, progetti e aporie nella ricerca teatrale degli anni Sessanta e Settanta

Al limite del teatro. Utopie, progetti e aporie nella ricerca teatrale degli anni Sessanta e Settanta

Marco De Marinis

Libro: Libro in brossura

editore: Cue Press

anno edizione: 2016

pagine: 271

Questo libro, riproposto a distanza di oltre trent’anni dalla sua prima edizione (1983), racconta di un teatro che «non c’è più» e che tuttavia non smette di riguardarci da vicino e di interrogarci ancora oggi. Riferendosi a eventi e tematiche teatrali che vanno, all’incirca, dal 1968 al 1977 (tanto per scegliere due date tutt’altro che casuali), è un libro di «storia», che parla di «fatti storici». O meglio, si tratta di una cronica, di una raccolta di mémoires pour servir alla storia del teatro di ricerca e sperimentazione nel secondo dopoguerra. In particolare, è tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta che il Nuovo Teatro gioca con utopico fervore tutte le sue carte (ritrovandosele, spesso, bruciate in mano o trasformate in vuote parole d’ordine): ricerca collettiva, laboratorio, decentramento, teatro politico, partecipazione, lavoro di base, animazione, festa. In questi saggi – scritti in un arco di tempo che va dal 1973 al 1982 – l’attenzione di De Marinis si rivolge appunto, fra l’altro, alle esperienze più avanzate (più «al limite») e significative al riguardo (quelle di Grotowski e del suo Teatr Laboratorium, dell’Odin Teatret di Eugenio Barba, di Giuliano Scabia – cui è dedicato un intero capitolo –, di Peter Brook, del Living Theatre, del Movimento del Settantasette e altre ancora), con lo scopo di restituire – «a caldo» – alcuni momenti e di discuterne criticamente presupposti e implicazioni, precedenti e risonanze. Ricordando con rabbia, costringendoci (al di là di ogni facile atteggiamento liquidatorio ma anche al di fuori di qualsiasi intento agiografico o, peggio, furbescamente revivalistico) a rifare i conti con questi ormai lontani «dieci anni che (non) hanno cambiato il teatro». Per non ripetere il passato, e i suoi errori, bisogna conoscerlo. Questo si dice di solito per giustificare gli studi storici. E ciò dovrebbe essere vero a maggior ragione per un periodo tumultuoso e controverso, ma indiscutibilmente creativo anche e soprattutto in teatro, come gli anni Sessanta-Settanta, di cui questo libro ci parla con appassionata ma non arbitraria tendenziosità. Un suggestivo intervento di Moni Ovadia introduce il volume.
32,99

Mimo e maschera. Teoria, tecnica e pedagogia teatrale tra mimo corporeo e commedia dell'arte

Mimo e maschera. Teoria, tecnica e pedagogia teatrale tra mimo corporeo e commedia dell'arte

Michela Monetta, Giuseppe Rocca

Libro: Libro in brossura

editore: Audino

anno edizione: 2016

pagine: 191

Questo è un libro di formazione sul mimo. Ma il mimo di cui tratta non è quello imitativo-narrativo della pantomima, ma quello che Etienne Decroux chiamava "corporeo", soprattutto perché contempla nell'azione tutta la figura e principalmente il tronco (che, per Decroux, è costituito da testa-collo-petto-cintura-bacino ed è la parte pesante e più difficile da articolare), mettendo in secondo piano le mani, le braccia e la mimica facciale, parti adatte al descrittivo (e, infatti, Decroux definiva il volto e le mani "strumenti della menzogna"). È, insomma, l'arte dell'espressività e della libertà della persona. E persona qui è non solo l'individuo fisico, ma anche quello che dice la sua etimologia e cioè maschera. Maschera di Commedia dell'arte, ma anche maschera come attitudine, postura, modo di configurare la colonna vertebrale. La pedagogia teatrale di Michele Monetta attua una minuziosa analisi delle posture, delle articolazioni, dei passi e di quasi tutti i movimenti fondamentali del nostro corpo. Queste, tecniche di scomposizione e di riattivazione consapevole sono qui esposte in una sorta di grammatica e di sintassi, facilitate dai numerosi disegni e schemi inseriti nel testo. Quanti di noi (uomini comuni o anche attori) si chiedono come si sta in piedi o come si trasla il peso da una gamba all'altra? Sono quasi degli assiomi: delle cose che si sanno senza bisogno di dimostrazione. E, invece, questo libro ci conduce per mano a considerare e - attraverso l'esperienza - a essere consapevoli della macchina, fisica ed espressiva, del nostro corpo.
22,00

Pensare il teatro. Nuova teatrologia e performance studies. Culture teatrali 2017

Pensare il teatro. Nuova teatrologia e performance studies. Culture teatrali 2017

Libro: Libro in brossura

editore: La Casa Usher

anno edizione: 2017

pagine: 291

Esistono molte differenze fra la nuova teatrologia, ossia gli studi teatrali contemporanei di matrice europea-continentale, e in particolare italiana, e quelli anglosassoni-nordamericani arruolabili sotto le insegne dei "performance studies". Tuttavia si rintracciano anche numerosi punti di contatto, sui quali è interessante approfondire un dialogo che si è già timidamente avviato sulle due sponde dell'atlantico: uno di questi consiste sicuramente nel privilegiare in entrambi i casi i processi rispetto ai prodotti, da un lato, e ai sistemi astratti, dall'altro. Potremmo dire, per essere più precisi, che la nuova teatrologia considera le opere, siano esse testi o spettacoli, soprattutto dal punto di vista processuale e delle pratiche che le fondano, ovvero dal punto di vista performativo. Il che la porta a mettere l'accento, come fanno appunto anche i performance studies, sugli aspetti performativi dei fenomeni teatrali. Il presente numero di "Culture teatrali" è dedicato in gran parte alla documentazione del convegno "Thinking the theatre - New theatrology and performance studies", promosso proprio intorno a questi temi dalla CUT - Consulta Universitaria del Teatro e svoltosi presso l'Università di Torino nel maggio 2015. La sezione monografica ospita i contributi presentati al convegno da alcuni studiosi internazionali e una serie di rapporti sulle diverse sessioni di lavoro, a firma dei rispettivi curatori. Completa il volume una sezione di saggi, alcuni dei quali si pongono anch'essi nell'orizzonte dell'indagine sui metodi e le teorie caratterizzanti gli studi internazionali di teatro e performance: fra questi, una riflessione sulla nuova centralità dello spettatore, all'insegna del primato dei processi e delle pratiche; un'indagine sulla importanza decisiva delle abilità mimetiche nell'evoluzione della mente umana, a partire dalle teorie del neuroscienziato Merlin Donald; un excursus sulla storia della disciplina in Argentina; una ricognizione della teatrologia canadese dal punto di vista dell'intermedialità e dell'interdisciplinarità. Infine, vengono pubblicati uno studio sulle modalità d'approccio espresse dalla critica rispetto al fenomeno del teatro sociale d'arte e una indagine sulla persistenza dei processi narrativi all'interno della scena post-drammatica.
15,50

Parole sul mimo. Il grande classico del teatro gestuale contemporaneo

Parole sul mimo. Il grande classico del teatro gestuale contemporaneo

Étienne Decroux

Libro: Libro in brossura

editore: Audino

anno edizione: 2018

pagine: 159

"Parole sul mimo" è il primo grande classico del teatro gestuale contemporaneo nonché il primo libro scritto da un mimo sulla sua arte. Étienne Decroux, punto di riferimento imprescindibile nel teatro del Novecento, raccoglie in questo libro riflessioni, articoli, testi di conferenze, note per i suoi corsi di formazione svoltisi a Parigi, Milano e NeVv York, dando forma organica a quella esperienza di lavoro che lo ha portato a definire le basi teoriche e pratiche dell'arte del mimo come noi oggi la conosciamo. Con esse, ha scritto Strehler, Decroux arriva «a disegnare alla base il profilo di un teatro, la forma di un teatro del domani, che partendo dal corpo, e da esso solo, nello spazio dell'universo, nel vuoto, nella nudità, nel silenzio (o nella musica delle sfere), ritrovi il senso e la forma originaria della teatralità umana più essenziale».
19,00

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