Libri di Giuseppe Strappa
Patrimoni Heritages. Ediz. italiana e inglese. Volume Vol. 22-23
Giuseppe Strappa
Libro: Libro in brossura
editore: Tab edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 288
Il numero doppio 22 e 23 della rivista si apre con l'editoriale del direttore, il professor Giuseppe Strappa, che presenta il modo con il quale il fascicolo riflette sul tema dei patrimoni culturali. A seguire 46 contributi, divisi nelle sezioni “Riflessioni”, “Saggi”, “Punti di vista” e “Recensioni e Notizie”.
Le belle poste. Palazzi storici di Poste Italiane
Antonella Riccardi, Bruno Principe, Giorgio Di Giorgio, Giuseppe Strappa, Manuela Del Bufalo, Maria Grazia Flaccomio
Libro
editore: Franco Maria Ricci
anno edizione: 2022
pagine: 192
Il libro presenta i più bei palazzi delle poste mediante un ricco repertorio di immagini e schede dedicate a ciascun edificio e traccia un itinerario tra architettura, storia dell'arte e storia italiana.
Observations on urban growth
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 216
La forma tangibile. La nozione di organismo nell'opera di Louis I. Kahn dalla svolta di Roma al progetto di Venezia
Elisabetta Barizza
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 258
Questo testo propone un’interpretazione originale dell’opera di Louis I. Kahn in uno dei suoi periodi più fecondi e problematici, durante il quale viene elaborato un particolare metodo progettuale basato su un inedito rapporto con la storia. Il tema non è certo nuovo, ma nuovissimo è l’approccio dell’autrice basato su riflessioni che entrano nel vivo del problema progettuale visto con gli occhi dell’architetto: come progettava Kahn, a quali principi si riferiva in concreto, perché è ancora attuale la sua lezione. Al contrario di molta letteratura sull’opera di Kahn, ormai ampiamente consolidata, che prende in esame gli archetipi posti alla base dell’invenzione delle forme (archetipi riconosciuti in un passato idealizzato ed astratto, quindi metastorici), La forma tangibile propone come fondamento dell’invenzione kahniana l’apparizione di una nozione di organismo costruttivo spaziale che spiega come l’architetto abbia prodotto forme legate indissolubilmente alla storia senza mai imitare, citare o semplicemente evocare una sola architettura antica. La comparsa di questa nozione è certamente propiziata dall’insegnamento ricevuto da Kahn nell’ambiente culturale di Philadelphia, a partire dai metodi didattici praticati da Paul Cret, professore di formazione Beaux Arts la cui profonda influenza sul maestro estone è stata intuita da alcuni critici, ma che qui viene indagata nel corpo vivo delle sue lezioni, dei documenti di archivio, delle sue opere che sembrano contenere a volte, dietro la rigidità accademica, il sostrato metodologico delle costruzioni kahniane. A partire da un lavoro rigoroso di documentazione e di studio sull’esperienza kahniana nel ventennio tra il 1930 e il 1950, il testo getta anche nuova luce sul rapporto tra l’opera di Kahn e il movimento moderno. Le tesi sostenute sono verificate attraverso alcuni casi studio tra i quali quello del Palazzo dei Congressi per Venezia, opera sulla quale l’autrice propone una lettura a scala urbana basata su materiali in gran parte inediti. Supportato dalla convinzione profonda che il più primitivo tra gli istinti dell’uomo sia quello alla bellezza, Kahn era solito affermare che “dalla bellezza viene la meraviglia e dalla meraviglia la realizzazione che la forma è costituita da elementi inscindibili, da parti che non si possono separare”.
Morfologia urbana e tessuti storici-Urban morphology and historical fabrics
Giuseppe Strappa, Paolo Carlotti, Alessandro Camiz
Libro: Copertina morbida
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2016
pagine: 207
Il progetto contemporaneo dei centri minori del Lazio. Questo volume indaga sul problema di come i piccoli centri storici possano non solo sopravvivere quali testimonianze di una straordinaria civiltà architettonica ma, soprattutto, avere un loro sviluppo alternativo alla metropoli. Propone di rivolgersi allo spazio antico per rivisitarlo con occhi nuovi, come fertile occasione di riflessione imposta dalla crisi e preludio ad un nuovo equilibrio tra territorio e città. Contro la tendenza ad indicare, per questi, un uso soprattutto abitativo, propone di restituire alle aree centrali la capacità di accogliere nuove strutture che nascano dalla specializzazione del tessuto, così come è sempre accaduto nella formazione della città italiana attraverso processi di "annodamento" edilizio e urbano.
Studi sulla periferia est di Roma
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 160
Questi studi costituiscono un primo tentativo di interpretazione della periferia est di Roma come sede di un pur contraddittorio processo organico di formazione: intendono mostrare come sia possibile leggere il territorio di margine della città con occhi nuovi, individuando strumenti di progetto che si pongano, piuttosto che nelle condizioni di una presunta assenza di struttura generale, in critica continuità con la forma ereditata. Il generoso intervento del Casilino 23 ha, peraltro, dimostrato i limiti del progetto che contiene all'interno la spiegazione della propria forma. Il progetto delle future periferie dovrebbe coincidere con la lettura di una lettura. La forma stessa del territorio che noi interpretiamo, interpreta a sua volta, infatti, i luoghi nel loro individuarsi storicamente: i crinali appena rilevati sui quali vengono tracciati i primi percorsi nella fase iniziale di strutturazione del suolo, i fondovalle e i compluvi entro i quali si raccolgono e scorrono fossi e marrane, e poi le tracce della viabilità antica che costituiscono il sostrato che ancora informa il territorio, danno tutti il proprio contributo alla struttura vitale che oggi conosciamo. Ogni modificazione costituisce anche una lettura della realtà costruita ed ha senso se inserita nel contesto che, insieme, genera e dal quale è modificato. Nell'oggetto di questi studi, come sempre in architettura, ogni azione singola è destinata a ripercuotersi sulla totalità delle cose.
Sapere saper fare
Giuseppe Strappa
Libro: Copertina morbida
editore: Kappa
anno edizione: 2008
pagine: 132
La città come organismo. Lettura di Trani alle diverse scale
Giuseppe Strappa, Matteo Ieva, M. Antonietta Dimatteo
Libro
editore: Adda
anno edizione: 2003
pagine: 212
L'architettura come processo. Il mondo plastico murario in divenire
Giuseppe Strappa
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 300
Questo volume intende proporre una strada diversa dalla deriva estetizzante che coinvolge, quasi per intero, la produzione contemporanea e indicare che i caratteri di un'architettura possono oggi essere riassunti nella nozione di "processo" che individua la sequenza vitale di trasformazioni che genera e modifica nel tempo la realtà costruita. Una proposta che si oppone all'attuale culto dell'espressione individualistica ed eccezionale, dell'immagine spettacolare e mediatica. Si è andata consolidando, in tempi recenti, un'idea di architettura nella quale rivoluzioni superficiali e trasformazioni improvvise provocano un interesse molto maggiore dei fenomeni profondi e persistenti che costituiscono il dato più concreto e utile al progetto. Un'ansia di diversità che produce, paradossalmente, l'omologazione delle forme, l'appiattimento dei risultati su consumati slogan, la marginalità degli aspetti più vitali dell'architettura intesa nel suo significato civile. La storia della formazione degli organismi edilizi è iscritta con solare evidenza nella concretezza del costruito. Sta a noi continuarla. L'architettura non è l'arte del virtuale né semplice comunicazione: è la vita reale. Per questo occorre riconsiderare il ruolo dell'architettura all'interno delle inedite istanze poste dalle attuali condizioni di crisi le cui contraddizioni l'architettura contemporanea sembra accettare come condizione inevitabile, come dato del problema.
Unità dell'organismo architettonico. Note sulla formazione e trasformazione dei caratteri degli edifici
Giuseppe Strappa
Libro
editore: edizioni Dedalo
anno edizione: 1995
pagine: 272
Ogni atto costruttivo ha senso se partecipa di un processo vitale ed operante, se riassume le proprie matrici fondative attraverso il riconoscimento dei gesti iniziali che generano i caratteri degli edifici. Nata dalla ricerca e dalla didattica sui temi della continuità e dell'innovazione nell'architettura contemporanea, l'opera propone la lettura del senso collettivo della formazione degli edifici e della sequenza delle loro trasformazioni come strumento di orientamento nella condizione di crisi nella quale versano oggi le discipline del progetto, nella convinzione che, senza la coscienza dei fenomeni in atto, ogni innovazione è prodotto rivolto al mercato dell'immagine e si esaurisce all'interno dei circuiti del gusto e delle mode.