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Libri di Giorgio Agamben

Horkos. Il sacramento del linguaggio Archeologia del giuramento

Horkos. Il sacramento del linguaggio Archeologia del giuramento

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2023

pagine: 102

Che cos'è il giuramento, qual è la sua origine e quale il suo scopo, se esso sembra mettere in questione l'uomo stesso come animale politico? L'«archeologia» del giuramento che questo libro propone cerca di rispondere a queste domande, in una prospettiva in cui il problema del giuramento e il problema del linguaggio appaiono inseparabili. Attraverso un'indagine di prima mano sulle fonti greche e romane, che ne mette in luce il nesso con la legislazione arcaica, la maledizione, i nomi degli dei e la bestemmia, Agamben situa, infatti, l'origine del giuramento in una dimensione nuova, in cui esso appare come l'evento decisivo nell'antropogenesi, nel diventar umano dell'uomo. Il giuramento ha potuto costituirsi come «sacramento del potere» perché esso è innanzitutto il «sacramento del linguaggio», in cui l'uomo, che si è scoperto parlante, decide di legarsi alla sua parola e di mettere in gioco in essa la sua vita e il suo destino.
14,00

La lingua che resta. Il tempo, la storia, il linguaggio

La lingua che resta. Il tempo, la storia, il linguaggio

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2024

pagine: 160

Tempo, lingua, storia: gli studi che compongono questo libro cercano, ciascuno nella sua prospettiva particolare, di indagare come, nella cultura dell'Occidente, questi tre concetti fondamentali si siano andati progressivamente stringendo in un nodo di cui non riusciamo più a venire a capo. È in questa prospettiva che il libro indaga di volta in volta l'importanza decisiva della cronologia, che non è una convenzione neutrale, ma il varco attraverso il quale la teologia è penetrata nella storia; il nesso fra storia ed escatologia nella dottrina dell'Anticristo e la vertiginosa abbreviazione in cui i morenti vedono sfilare davanti ai loro occhi tutta la loro vita; il mundus che nelle città romane nominava l'apertura che metteva in comunicazione il passato e il presente, il mondo dei vivi e quello dei morti e la differenza fra Chronos, il tempo che divora i suoi figli, e Kairos, l'istante dell'occasione afferrata una volta per tutte. E se, nelle parole di Hannah Arendt, quando tutto sembra aver perduto il suo senso, quello che alla fine resta e portiamo con noi è la lingua, che cos'è una lingua come resto?
18,50

Amicizie

Amicizie

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 136

«È piú semplice definire l'amore che l'amicizia, più facile dire «ti amo» sembrando sinceri, che dire «ti sono amico» senza che il sospetto dell'impostura adombri le nostre parole. Per questo, la sola definizione dell'amicizia che mi pare accettabile è quella antica, che vede nell'amico un “alter ego”, un altro io - cioè qualcuno che rende amabile e grata la cosa più odiosa: il nostro io [...] E proprio perché - come la vita - è in qualche modo sempre insieme esaustiva e incompiuta, puntuale e manchevole, l'amicizia esige la nostra testimonianza». Attraverso diciassette brevi, folgoranti ritratti, Giorgio Agamben evoca il ricordo degli amici che hanno lasciato un segno indelebile sulla sua vita e sulla sua persona.
15,00

Quaderni. Volume Vol. 2

Quaderni. Volume Vol. 2

Giorgio Agamben

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Quodlibet

anno edizione: 2025

pagine: 404

Continua con questo secondo volume l’edizione integrale dei quaderni di Giorgio Agamben. Di questi quaderni, che contengono appunti di pensiero, note di studio e di lettura e annotazioni su persone, incontri ed eventi particolari, l’autore ha scritto che sono forse la parte più viva e preziosa della sua opera. Gli appunti che compongono il volume si situano cronologicamente immediatamente a ridosso della pubblicazione de Il linguaggio e la morte (1982) e fanno da principale laboratorio di ricerca alla preparazione di Idea della prosa (1985). Oltre a temi e motivi inediti, si riconoscono i materiali che hanno accompagnato la stesura di alcuni saggi fondamentali di quegli anni, dai testi sul linguaggio a quelli sulla lingua della poesia, sulla storia, su Kafka, fino alle ricerche e alle scoperte relative all’opera di Walter Benjamin. Le annotazioni di studio si affiancano a quelle, più personali, sugli incontri con, tra gli altri, Elsa Morante, Giorgio Caproni, Carlo Betocchi, Ruggero Savinio e José Bergamín.
34,00

Alla foce

Giorgio Agamben

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 272

Come avviene nel delta di certi fiumi, il pensiero, quando raggiunge la foce, si allarga e disperde in rivoli e piccoli stagni, ciascuno dei quali contrae in sé in qualche modo l’intero corso. È quanto avviene in questo libro, in cui l’autore ha raccolto i testi degli ultimi anni, nei quali il pensiero sembra raggiungere i suoi esiti estremi, simili all’ultima mano che il vecchio pittore dà alla tela che era andato dipingendo. Non sorprende, allora, che i temi essenziali della sua ricerca acquistino qui un nuovo slancio e, insieme, motivi che erano rimasti non detti giungano per la prima volta alla parola, quasi che solo avvicinandosi alla foce il pensiero trovasse il suo vero inizio. «Tutta l'opera di Kafka non è che il tentativo di trovare un alibi che gli permetta di sfuggire all'accusa che egli stesso ha mosso contro di sé. Per questo, al di là della sua abilità di scrittore, egli ci appare esemplare, come se ogni sua parola ci riguardasse da vicino e mettesse in questione la nostra stessa esistenza. Ognuno, infatti, deve trovare un alibi credibile per sfuggire all'autoaccusa - o all'autocalunnia - che si è fatto non ricorda né come né quando e della quale non riesce più a venire a capo. È quanto Kafka intende scrivendo che ciascun uomo costruisce la sua vita sulle proprie giustificazioni. Ma un alibi è qualcosa di più ingarbugliato e complesso di una semplice giustificazione. Non può consistere soltanto in un enunciato linguistico o in una dottrina, è piuttosto qualcosa cui diamo forma vivendo. E poiché siamo noi stessi ad accusarci e la querela proviene dalla nostra stessa vita, l'alibi dovrà insistere sugli stessi fatti allegati dal delatore, ma senza confondersi con essi. Le cose che ci non-sono si manifestano solo nella misura in cui le cose che ci sono appaiono in una nuova luce. Esse non sono forse altro che questa luce - così reale e prezioso è il loro non esserci».
24,00

Studiolo

Studiolo

Giorgio Agamben

Libro

editore: Einaudi

anno edizione: 2019

pagine: X-136

«Studiolo» si chiamava nei palazzi rinascimentali la piccola stanza in cui il principe si ritirava per meditare o leggere, circondato dai quadri che amava in modo speciale. Questo libro è, per l'autore, una specie di studiolo. Ma non si comprende che cosa significhino per lui le immagini che cerca ogni volta di leggere e di commentare, se non si comprende che in questione non è uno spazio privato, ma innanzitutto un'altra esperienza del tempo, che concerne ciascuno di noi. Benjamin diceva che fra ogni istante del passato e il presente vi è un appuntamento segreto e che se si manca a quest'appuntamento, se non si comprende che le immagini che il passato ci trasmette erano dirette proprio a noi, qui e ora, è la nostra stessa consapevolezza storica che si spezza. La scommessa che tiene insieme le opere raccolte nello studiolo è, infatti, che esse, benché siano state composte in un arco di tempo che va dal 5000 a.C. ad oggi, giungano alla loro leggibilità soltanto ora. Per questo, malgrado l'attenzione ai dettagli e le cautele critiche che caratterizzano il metodo dell'autore, esse ci provocano con una forza e quasi con una violenza a cui non è possibile sottrarsi. Quando comprendiamo perché Dostoevskij teme di perdere la fede davanti al 'Cristo morto' di Holbein, quando la 'Lepre' di Chardin si rivela di colpo ai nostri occhi come una crocifissione o la scultura di Twombly ci mostra che la bellezza non possa in ultimo che cadere, l'opera d'arte è allora strappata dal suo contesto museografico e restituita alla sua quasi preistorica sorgività. E questo e non altro, suggerisce l'autore, è il compito del pensiero.
20,00

Mezzi senza fine. Note sulla politica

Mezzi senza fine. Note sulla politica

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 1996

pagine: 112

L'eclissi della politica è cominciata da quando essa ha omesso di confrontarsi con le trasformazioni che ne hanno svuotato categorie e concetti. Accade così che paradigmi genuinamente politici vadano ora cercati in esperienze e fenomeni che di solito non sono considerati politici: la vita naturale degli uomini, restituita, secondo la diagnosi foucaultiana, al centro della "polis"; il campo di concentramento, dove quanto si ha di più privato, il sangue, diviene criterio politico decisivo, delimitando uno spazio di indistinguibilità tra vita biologica e sfera politica; il rifugiato, che, spezzando il nesso fra uomo e cittadino, passa da figura marginale a fattore decisivo della crisi dello Stato-nazione; il linguaggio come luogo politico per eccellenza, oggetto di una contesa e di una manipolazione senza precedenti; la sfera dei mezzi puri o dei gesti, ossia dei mezzi che, pur restando tali, si emancipano dalla loro relazione a un fine. Dedicato alla memoria di Guy Debord, il libro cerca di ripensare le categorie della politica in una nuova realtà, in cui i popoli della terra sembranoaver esaurito i loro compiti storici, e potere e nuda vita stanno ormai l'uno di fronte all'altra senza intermediari.
14,00

Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone

Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 1998

pagine: 166

Se il problema delle circostanze storiche (materiali, tecniche, burocratiche, giuridiche) in cui è avvenuto lo sterminio degli ebrei può considerarsi oggi sufficientemente chiarito, ben diversa è la situazione per quanto concerne il significato etico e politico dello sterminio o anche soltanto la comprensione umana di ciò che è avvenuto - cioè, in ultima analisi, la sua attualità. Non soltanto manca qui qualcosa come un tentativo di comprensione globale, ma anche il senso e le ragioni del comportamento dei carnefici e delle vittime e, molto spesso, le loro stesse parole continuano ad apparirci come un enigma. Tra il voler capire troppo e troppo presto di coloro che hanno spiegazioni per tutto e il rifiuto di capire dei sacralizzatori a buon mercato, questo libro sceglie una terza via: prova ad ascoltare non tanto la voce dei testimoni, quanto la lacuna intestimoniabile, la "presenza senza volto" che ogni testimonianza necessariamente contiene (cioè, nelle parole di Primo Levi, coloro che hanno "toccato il fondo" - i "musulmani"). In questa prospettiva, Auschwitz non si presenta più soltanto come il campo della morte, ma come il luogo di un esperimento ancora impensato, in cui i confini fra l'umano e l'inumano si cancellano; e, messa alla prova di Auschwitz, l'intera riflessione morale del nostro tempo mostra la sua insufficienza per lasciar apparire fra le sue rovine il profilo incerto di una nuova terra etica: quella della testimonianza.
15,00

Il tempo che resta. Un commento alla «Lettera ai Romani»

Il tempo che resta. Un commento alla «Lettera ai Romani»

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2000

pagine: 192

Se è vero che ogni opera del passato giunge alla piena leggibilità solo in determinati momenti della sua storia, per le Lettere di Paolo l'ora sembra venuta. A uno dei testi più commentati della tradizione occidentale Agamben restituisce quel rango messianico che solo può riorientare la prospettiva di una interpretazione ormai bimillenaria. Paolo non fonda una religio dell'universale, non annuncia una nuova identità e una nuova vocazione, ma revoca ogni identità e ogni vocazione; non abolisce la Legge, ma la dispone a un uso che si colloca al di là di ogni diritto. Cuore del messianismo – dall'evangelo paolino fino alle tesi Sul concetto della storia di Benjamin, che talora ne nascondono gli splendidi calchi – è una esperienza del tempo affidata all'inversione del rapporto tra passato e futuro, tra memoria e speranza. Come tempo di ora, segmento di tempo profano teso fra la resurrezione di Gesù e l'eschaton apocalittico, il tempo messianico si costituisce in figura stessa del tempo presente, di ogni presente. Sul canone di «ricapitolazione vertiginosa» che appartiene al messianico è modellato anche l'andamento del libro di Agamben: una sapienza esegetica da biblista si trasfonde nelle illuminazioni del filosofo che interroga Paolo a partire da Schmitt, Kafka e Scholem, e che sa cogliere nella parola paolina, attraverso Lutero, le ascendenze concettuali della dialettica hegeliana.
24,00

Infanzia e storia. Distruzione dell'esperienza e origine della storia
17,00

L'aperto. L'uomo e l'animale

L'aperto. L'uomo e l'animale

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2002

pagine: 99

«Il conflitto politico decisivo, che governa ogni altro conflitto è, nella nostra cultura, quello fra l'animalità e l'umanità dell'uomo», così che «chiedersi in che modo – nell'uomo – l'uomo è stato separato dal nonuomo e l'animale dall'umano, è più urgente che prendere posizione sulle grandi questioni, sui cosiddetti valori e diritti umani». Un'urgenza che è sempre apparsa tale, almeno da quando la metafisica aristotelica definì il principio del vivente, ma che si manifesta con una crucialità nuova, indifferibile, proprio oggi, nel momento in cui è necessario mettere fuori gioco la potente «macchina antropologica» che nella tradizione occidentale ha articolato per secoli, con diversi dispositivi congiuntivi, il corpo e l'anima, la vita animale e il logos, il naturale e il soprannaturale, la tenebra e la luce. Sulla scorta di Heidegger, Agamben continua, da un altro punto di vista, la riflessione condotta nei libri precedenti intorno al concetto di vita, e si interroga sulla soglia critica che produce l'umano, che distingue e insieme approssima umanità e animalità dell'uomo, decidendo «ogni volta e in ogni individuo dell'umano e dell'animale, della natura e della storia, della vita e della morte».
14,00

Lo stato di eccezione. Homo sacer. Volume Vol. II/1

Lo stato di eccezione. Homo sacer. Volume Vol. II/1

Giorgio Agamben

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2003

pagine: 120

Lo stato di eccezione, ossia quella sospensione dell'ordine giuridico che siamo abituati a considerare una misura provvisoria e straordinaria, sta oggi diventando sotto i nostri occhi un paradigma normale di governo, che determina in misura crescente la politica sia estera sia interna degli stati. Il libro di Agamben è il primo tentativo di fornirne una sommaria ricostruzione storica e, insieme, di analizzare le ragioni e il senso della sua evoluzione attuale, da Hitler a Guantanamo. Quando lo stato di eccezione tende a confondersi con la regola, le istituzioni e gli equilibri delle costituzioni democratiche non possono più funzionare e lo stesso confine fra democrazia e assolutismo sembra cancellarsi. Muovendosi nella terra di nessuno fra la politica e il diritto, fra l'ordine giuridico e la vita, dove i ricercatori non amano avventurarsi, Agamben smonta a una a una le teorizzazioni giuridiche dello stato di eccezione e getta una luce nuova sulla relazione nascosta che lega violenza e diritto.
16,00

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