Libri di Franco Russoli
Senza utopia non si fa la realtà. Scritti sul museo (1952-1977)
Franco Russoli
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2017
pagine: 262
"Un museo non è soltanto luogo sacrale, cassaforte o archivio per gli addetti ai lavori: anzi deve essere soprattutto scuola e laboratorio, cioè recinto in cui la contemplazione e la meditazione si facciano attività vitale, nella presa di coscienza del proprio stato presente attraverso l'esame della continuità storica, e il confronto con le testimonianze poetiche della condizione umana di altri luoghi e tempi. Quando l'opera d'arte non sarà più considerata un miracolo o un feticcio, ma quel prodotto dell'uomo che giunge a testimoniare la vita del proprio tempo nella dimensione assoluta dell'eterno, quando sarà intesa come un interlocutore sempre attuale, allora si comprenderà che il dovere di difenderla e ben conservarla non è noiosa pretesa di anime pie e di anacronistici eruditi, ma è impegno di ogni individuo che voglia essere politicamente cosciente del suo ruolo nella società in cui vive." (Franco Russoli) A quarantanni dalla prematura scomparsa di Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera dal 1957 e tra i più attivi promotori del rinnovamento della museologia italiana, il volume ripropone i suoi testi, di impressionante attualità, incentrati sul museo e le sue problematiche. Sono accompagnati da un'introduzione di James Bradburne e da un saggio di Erica Bernardi, alla quale è stato affidato l'archivio di Franco Russoli dalla figlia Sandra nel 2012.
Gino Marotta. Amore amore. Catalogo della mostra (Milano, 21 aprile-24 luglio 2009)
Ada Masoero, Franco Russoli
Libro: Copertina rigida
editore: Silvana
anno edizione: 2009
pagine: 70
Sul finire degli anni sessanta, Gino Maretta affianca al lavoro sulla "natura artificiale" una nuova riflessione sulla storia dell'arte antica. Lo fa nel ciclo "Amore mio", per il quale sceglie solo figure femminili, che ricava guardando ora a Cranach, ora a Ingres, ora ad Hayez o a Tiziano, e che traduce in immagini inedite, "plastificate" e virate da una cromia artificiosa, in cui le figure entrano in cortocircuito con i materiali a cui via via vengono abbinate: ne è prova la sequenza delle Bagnanti di Ingres, delle Carlotta Chaber - la ballerina callipigia ritratta da Hayez sotto le sembianze di una Venere che gioca con le colombe -, delle Veneri di Lucas Cranach. Sono dipinti dalle forme fantasmatiche con smalti serigrafici dai colori acidi che si servono per di più come supporto di lastre ossidate di ferro, di zinco o di metacrilato: apparizioni, di cui si indovinano con difficoltà i contorni ma che restano tuttavia ben riconoscibili e che Maretta spesso qualifica, nel titolo stesso, con l'attributo di "artificiale". Accanto a queste immagini tratte dalla storia dell'arte figurano alcune provocanti Pin Up in guêpière e reggicalze, di schietto gusto anni sessanta, tratte dall'universo dei rotocalchi popolari o delle pubblicità pruriginose del tempo, eseguite anch'esse su metacrilato, ferro o zinco o addirittura su pelliccia, giocando sull'eloquente interferenza tra immagine e supporto. Infine, alcuni esempi suggestivi di "natura artificiale".