Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Francesca Tasso

Scolpire nel Rinascimento: un'arte per (com)muovere-Sculpter à la Renaissance. Un art pour (é)mouvoir. Ediz. italiana, inglese e francese

Scolpire nel Rinascimento: un'arte per (com)muovere-Sculpter à la Renaissance. Un art pour (é)mouvoir. Ediz. italiana, inglese e francese

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 168

Nella mostra e nel catalogo "Il Corpo e l'anima" si era cercato di sintetizzare la complessa storia della scultura in Italia a cavallo del Cinquecento, raccontata attraverso l’alternanza proposta da Aby Warburg tra l’ethos «apollineo» e il pathos «dionisiaco». Le giornate di studio che l’hanno accompagnata, tenutesi a Parigi e a Milano, hanno offerto l’opportunità a numerosi storici dell’arte e studiosi di approfondire alcuni argomenti e hanno dato vita a questo libro. Philippe Toussaint, prendendo spunto dalle interpretazioni warburghiane sull’antica figura del centauro, analizza il rito funebre nel rilievo della tomba di Francesco Sassetti in Santa Trinita a Firenze, evidenziandone il sincretismo tra mondo pagano e cristiano che ha dato origine a una «immortalità scolpita». Ulrich Pfisterer esplora la scultura come veicolo di piacere, sensualità ed emozione negli studioli, i luoghi in cui gli umanisti e i letterati si dedicavano allo studio, mentre Philippe Morel mostra come la figura della menade, in preda all’antica trance dionisiaca, sintetizzi dolore ed erotismo nell’opera di Agostino di Duccio e Bertoldo di Giovanni. Patricia Lee Rubin si concentra sulla scultura come espressione della malinconia associata alla morte a Roma, sia negli Schiavi per la tomba di Giulio II di Michelangelo sia nella tomba Tornabuoni di Andrea del Verrocchio. La rappresentazione del pathos e il tema dell’obbedienza a Dio e dell’atteggiamento nei confronti della morte sono i temi al centro dello studio di Gabriela Mazzon sul sacrificio di Isacco. Ludmila Acone, dal canto suo, mostra la natura virtuosa della danza nell’Italia del Quattrocento, dove l’immaginazione del movimento coreutico permetteva di dar forma a un mondo ideale. Nel suo studio sul teatro sacro nella Firenze del Quattrocento, Paola Ventrone dimostra come le innovazioni spaziali di Brunelleschi abbiano reso possibile una nuova efficacia espressiva del messaggio visivo per gli spettatori/credenti. Infine, Anne Lepoittevin mette in luce i legami tra il teatro sacro e i gruppi scultorei del Sacro Monte di Varallo.
24,00

Il corpo e l'anima. Da Donatello a Michelangelo scultura italiana del Rinascimento

Il corpo e l'anima. Da Donatello a Michelangelo scultura italiana del Rinascimento

Libro: Libro rilegato

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2021

pagine: 512

Il catalogo della mostra parigina (Louvre) e milanese, incentrato sulla scultura, ma in continuo raffronto con la pittura e le arti grafiche, illustra i temi cardine dei maggiori capolavori realizzati in Italia dalla seconda metà del Quattrocento all’inizio del Cinquecento. Il volume si configura come naturale prosecuzione della Primavera del Rinascimento, l’esposizione tenuta al Louvre e al Museo del Bargello (2013-14), dedicata alla scultura fiorentina nel primo Rinascimento, dal 1400 al 1460. Dalla metà del Quattrocento, il panorama artistico italiano si fa più complesso: le coordinate geografiche sono più ampie e, oltre al focus sulla scultura fiorentina (con Donatello), viene presa in esame gran parte dell’Italia settentrionale (Venezia, Milano, Pavia, Padova e Bologna), ma anche Roma. La scultura fiorentina infatti, che si era dapprima imposta come punto di riferimento, in questa fase vede cambiare il proprio ruolo poiché alcuni dei maggiori scultori iniziano a viaggiare e il loro stile e le loro idee finiscono per influenzare le preesistenti tradizioni locali dando origine a nuove scuole scultoree. I nuovi linguaggi artistici hanno alcune caratteristiche comuni: il rapporto con l’antichità greco-romana, soprattutto nella rappresentazione della grazia e della passione, l’espressione del pathos, le qualità teatrali delle opere religiose e la ricchezza simbolica delle opere profane. L’interesse degli scultori si concentra sull’essere umano, tanto dal punto di vista estetico, del corpo e dei suoi movimenti, quanto dal punto di vista dei sentimenti più intimi, indagati con profondità e delicatezza. Il catalogo comprende, tra le altre, opere di Donatello, Antonio Pollaiolo, Bertoldo di Giovanni, Giovanfrancesco Rustici, Francesco di Giorgio Martini, Guido Mazzoni, Bartolomeo Bellano, Cristoforo Solari, Tullio Lombardo, Andrea Riccio, Bambaia, Sansovino e infine Michelangelo, la cui scultura è la massima espressione dello sviluppo del nuovo stile che si configurerà nel classicismo romano.
45,00

Dizionario delle arti minori

Dizionario delle arti minori

Libro: Libro in brossura

editore: Jaca Book

anno edizione: 2020

pagine: 474

Il volume si propone come uno strumento aggiornato su un tema quanto mai complesso e articolato quale il campo delle arti convenzionalmente definite «minori». Come orientamento per il lettore, il dizionario – suddiviso per voci che analizzano i materiali e le tecniche di produzione – è introdotto da due prolusioni. Quella di Liana Castelfranchi, “Il ruolo delle arti minori nel Medioevo”, dedica ampio spazio al dibattito teorico relativo alla terminologia e alla fortuna critica delle arti minori. La seconda prolusione di Cinzia Piglione, “Centri di produzione in Italia tra Rinascimento e Manierismo”, propone invece un diverso approccio al tema delle arti minori, avvalendosi in particolare degli studi confluiti nei cataloghi delle esposizioni di miniatura e oggetti d’arte degli ultimi decenni. Il testo presenta una modalità d’indagine volta a cogliere i fitti scambi che intercorrono tra le differenti tecniche artistiche scegliendo come osservatori privilegiati i più significativi centri di produzione del panorama italiano tra Quattro e Cinquecento. Le tecniche e i materiali analizzati nelle voci del dizionario sono frutto di una scelta che ha previsto la trattazione il più possibile esaustiva di un campione di arti minori, piuttosto che la definizione necessariamente sintetica di tutte le categorie di oggetti. In particolare, grazie alla disponibilità di esperti qualificati, è stato dato ampio spazio ai tessili (arazzi, ricami, tessuti) che non potevano a tutt’oggi contare su uno studio complessivo che tenesse conto sia del loro percorso storico dal Medioevo all’Età moderna, sia dell’analisi delle tecniche e del collezionismo. I restanti settori riguardano la miniatura (con particolare attenzione ai procedimenti esecutivi e alle tipologie librarie e decorative), la lavorazione dei metalli e delle pietre dure (oreficeria, smalto, incisione, sigillo, glittica e commesso), la lavorazione della ceramica (ceramica graffita, maiolica, porcellana e terraglia), la lavorazione del vetro (vetrata, vetri dorati e graffiti), l’avorio, il cuoio e la tarsia. Le voci del dizionario seguono il percorso compiuto dalle arti minori a partire dal Medioevo, attraverso la fioritura rinascimentale, fino alla grande stagione sei e settecentesca. A seconda dei campi d’indagine affrontati e del radicale mutamento o abbandono dei procedimenti esecutivi, è stata una scelta significativa degli autori includere od omettere un paragrafo dedicato ai secoli XIX e XX. Per una comprensione complessiva della trasformazione dell’oggetto d’arte in prodotto industriale, il dizionario è preceduto da una scheda “Arte e industria: la nascita del design” di Anna Menichella. Per favorire un’agile consultazione del testo, alla fine del volume è presente un Elenco dei lemmi con i rispettivi paragrafi. Prolusioni di Liana Castelfranchi, Cinzia Piglione.
50,00

Gli avori Trivulzio. Arte, studio e collezionismo antiquario a Milano fra XVIII e XX secolo

Gli avori Trivulzio. Arte, studio e collezionismo antiquario a Milano fra XVIII e XX secolo

Alessandra Squizzato, Francesca Tasso

Libro: Copertina morbida

editore: Il Poligrafo

anno edizione: 2017

pagine: 320

La ricostruzione del nucleo collezionistico degli avori appartenuti alla casata milanese dei marchesi Trivulzio è occasione per un'attenta disamina dei diversi contesti culturali che ne hanno favorito la tesaurizzazione, la conoscenza e la successiva valorizzazione. Conservati in importanti sedi museali in Europa e America, questi manufatti di grande valore estetico e storico formano un gruppo assai variegato per tipologia e per collocazione cronologica, dalla tarda antichità al periodo rinascimentale. I membri della famiglia Trivulzio, a partire dai decenni centrali del XVIII secolo, hanno dimostrato una continuità di interessi sempre maggiore verso il collezionismo di avori, intessendo una rete di relazioni con altri centri di elaborazione culturale della penisola. L'indagine condotta sulle vicende della famiglia Trivulzio con l'occhio sempre rivolto ai retroscena culturali, l'esame attento di fonti e documenti d'archivio privati e la schedatura del cospicuo corpus degli avori portano a una piena rivalutazione e valorizzazione della raccolta, facendone un caso esemplare nell'ambito della storia degli studi sul collezionismo erudito.
35,00

Leonardo da Vinci. La sala delle Asse del Castello Sforzesco. Ediz. italiana e inglese. Volume Vol. 1

Leonardo da Vinci. La sala delle Asse del Castello Sforzesco. Ediz. italiana e inglese. Volume Vol. 1

Libro: Libro in brossura

editore: Silvana

anno edizione: 2017

pagine: 289

Il cosiddetto "Monocromo" della sala delle Asse è una porzione di decorazione lasciata a livello di disegno che rappresenta le radici di uno dei sedici alberi di gelso che scandiscono l’ambiente, i cui rami si intrecciano in alto creando sulla volta un pergolato arboreo policromo. La decorazione della sala, rimasta incompiuta, è storicamente legata al nome di Leonardo da Vinci poiché nell’aprile del 1498 Gualtiero da Bascapé, segretario di Ludovico il Moro, scrive in una lettera indirizzata al duca di Milano che “Lunedì si desarmarà la camera grande da le Asse c(i)oè da la tore. Magistro Leonardo promete finirla per tuto septembre”. L’intera sala subì gravi vicissitudini nei secoli e fu poi oggetto di due complessi interventi condotti tra il 1893 e il 1902 sotto la guida di Luca Beltrami e dal 1955 al 1956 sotto la direzione di Costantino Baroni. Il volume dà conto dei risultati dell’intervento di restauro, delle articolate indagini diagnostiche e delle valutazioni tecniche elaborate anche al fine dell’avvio del più ampio intervento conservativo sulla parte pittorica.
34,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.