Libri di Filippo Focardi
Domenikon 1943. Quando ad ammazzare sono gli italiani
Vincenzo Sinapi
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2021
pagine: 256
Il 16 febbraio 1943 tutti gli «uomini validi» di Domenikon, piccolo villaggio della Tessaglia, in Grecia, furono uccisi come (illegittima) reazione a un'imboscata partigiana in cui morirono nove camicie nere. Fu una delle peggiori stragi compiute dai militari italiani nei Balcani. Per i morti di Domenikon nessuno ha mai pagato. È un caso di giustizia negata che, come spiega Vincenzo Sinapi anche attraverso documenti inediti, è legato a quello dell'impunità assicurata ai criminali di guerra nazisti responsabili delle stragi commesse in Italia... Una storia che aiuta ad aprire gli occhi su una pagina buia, e ancora poco esplorata, della storia del nostro Paese. Prefazione di Filippo Focardi e Lutz Klinkhammer.
L'Italia del 1943. La stagione dell’incertezza
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2025
pagine: 260
1943: solo un anno, ma cruciale nella Storia d’Italia. Un tempo apparentemente “sospeso”, snodo fra dinamiche diverse nel contesto della guerra totale nazista e fascista. Un Paese in macerie, illuso dalla propaganda del regime, sgomento di fronte ai suoi fallimenti, assiste ed è parte di fatti “straordinari”: dall’invasione alleata all’occupazione nazista, dalla “caduta” di Mussolini all’armistizio, alla Resistenza. I saggi del volume approfondiscono, con contributi originali, alcuni dei principali punti di vista dei soggetti istituzionali, sociali, culturali che – in Italia e all’estero, negli apparati dello Stato e nella società – vivono in modi diversi quegli eventi, fra paure, progetti, aspettative, interessi e ideali, così da restituire il complesso mosaico di quei 12 mesi.
Quale storia per il pubblico? Fascismo e nazismo tra storiografia e mass-media
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2025
pagine: 292
Che ruolo hanno avuto e hanno oggi i mezzi di comunicazione di massa in Italia e Germania nel formare una conoscenza storica su fascismo e nazionalsocialismo? In quale grado la storiografia cosiddetta “scientifica” influenza una memoria collettiva sulle esperienze dittatoriali nei due paesi? In che forma essa riesce a interagire con il condizionamento dei mass-media nella formazione di un immaginario collettivo sul passato fascista e nazista? Storici e protagonisti del mondo della comunicazione s’interrogano sulle complesse dinamiche che in Italia e Germania, spesso in modalità assai diverse, legano nel XXI secolo l’elaborazione storiografica e le rappresentazioni pubbliche veicolate da stampa, pubblicistica, televisione, cinema, letteratura e web su fascismo e nazismo. Centrale è la riflessione se e come siano cambiate nel nuovo millennio, a distanza di più di mezzo secolo, la percezione e la raffigurazione di Mussolini e Hitler e dei loro regimi da parte di italiani e tedeschi.
Lottare per la libertà, resistere a Padova: Egidio Meneghetti, l’Università, la città
Libro: Libro in brossura
editore: Padova University Press
anno edizione: 2025
Il catalogo ripropone il percorso espositivo e i materiali fotografico-documentali della mostra “Lottare per la libertà, resistere a Padova: Egidio Meneghetti, l’Università, la città”, promossa dal Centro per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università di Padova (Casrec). La prima sezione del percorso espositivo è incentrata sulla figura di Egidio Meneghetti, docente dell’Università di Padova, antifascista e animatore della Resistenza a Padova e nel Veneto. Attraverso la sua biografia viene ricostruito il ruolo dell’Ateneo di Padova durante le due guerre mondiali e nel fascismo, con particolare attenzione al periodo della Resistenza (settembre 1943 - aprile 1945), e con un approfondimento sul dopoguerra, quando Meneghetti, in quanto aderente al partito socialista, continua ad essere tenuto sotto osservazione dalle forze di polizia, fino alla sua morte nel 1961. La seconda sezione presenta una selezione di profili biografici di protagonisti della Resistenza padovana e veneta, biografie di donne e uomini – fra cui docenti e studenti dell’Università - che hanno svolto un ruolo di primo piano nella lotta di liberazione contro il nazifascismo.
Resistenza. La guerra partigiana in Italia (1943-1945)
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 428
Senza guerra partigiana, senza un esercito di volontari disposti ad assumere su di sé l'arduo compito di combattere, uccidere e farsi uccidere, non si sarebbe realizzata la più importante cesura della storia italiana, ma essa è stata via via edulcorata e di fatto sostituita da una narrazione più rassicurante, sul modello della Resistenza come “secondo Risorgimento”. Una raffigurazione che ondeggia tra un esaltante paradigma vittimario e un'illusoria inclusività, in una visione corale che associa la resistenza in armi dei militari e dei partigiani alla resistenza senz'armi dei civili, di uomini, donne e sacerdoti prodighi di aiuto verso i partigiani, i prigionieri di guerra alleati e gli ebrei braccati dai persecutori. Con questa lettura, però, la concreta esperienza storica della guerra partigiana, inevitabilmente sanguinosa e divisiva, rischia di disciogliersi in un astratto pantheon di eroi, a discapito della possibilità di fare i conti, come afferma Nuto Revelli, con «il partigianato così com'era, non come vorremmo fosse stato». I sedici saggi raccolti nel volume mettono a frutto il meglio di quanto una consolidata storiografia, nuove sensibilità e innovativi approcci disciplinari offrono a chi voglia comprendere e approfondire la vicenda, breve quanto intensissima, della guerra partigiana.
Nel cantiere della memoria. Fascismo, resistenza, Shoah, foibe
Filippo Focardi
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2020
pagine: 330
Da decenni ormai, con la fine della guerra fredda e i mutamenti dello scenario internazionale, i processi di ridefinizione delle memorie pubbliche nazionali hanno innescato in tutta Europa delle vere e proprie “guerre di memoria”. In Italia, in particolare, i conflitti tra memorie contrapposte si affiancano a reiterati tentativi di ridefinizione dell’identità nazionale all’insegna della costruzione di presunte memorie condivise, alimentati da un intenso uso politico del passato. Si assiste così all’istituzione di nuove date del calendario civile, come la Giornata della Memoria per le vittime della Shoah e il Giorno del Ricordo per quelle delle foibe; al confronto fra revisionismo e anti-revisionismo su fascismo e Resistenza; a un dibattito sui crimini di guerra italiani nelle colonie e nei territori occupati durante il secondo conflitto mondiale; e all’impegno in prima persona dei presidenti della Repubblica (Ciampi, Napolitano, Mattarella) nel costruire una memoria pubblica nazionale lungo l’asse Risorgimento, Grande guerra, Resistenza, Unione Europea.
La guerra della memoria. La Resistenza nel dibattito politico italiano dal 1945 a oggi
Filippo Focardi
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2020
pagine: 380
In Italia l'esperienza della seconda guerra mondiale, dell'occupazione tedesca e della lotta partigiana contro la Repubblica sociale ha inciso sulle memorie individuali e collettive producendo numerose fratture. Al di sopra di un universo di memorie frammentate è esistita però anche una memoria pubblica della guerra di liberazione, impostasi come narrazione dominante. Contestata fin dall'immediato dopoguerra, questa memoria si è trovata negli ultimi anni al centro di un confronto sempre più acceso che ha toccato temi nevralgici: la resa dei conti con i fascisti dopo il 25 aprile, la riconciliazione fra 'ragazzi di Salò' e partigiani, la giornata della memoria in ricordo della Shoah, le foibe, Cefalonia. "La guerra della memoria" analizza le caratteristiche del dibattito politico italiano sulla memoria della Resistenza. Un libro che affronta, in maniera rigorosa e documentata, il tema 'caldo' della Resistenza, dalle prime celebrazioni della Liberazione al dibattito storico-politico italiano degli ultimi anni.
Italia e Germania dopo la caduta del muro. Politica, cultura, economia
Libro
editore: Viella
anno edizione: 2019
pagine: 236
Negli incontri ufficiali le autorità politiche italiane e tedesche sono solite descrivere i rapporti bilaterali come eccellenti. Eppure, attenti osservatori hanno richiamato l’attenzione sul progressivo allontanamento tra Italia e Germania iniziato dopo la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca. Si è parlato infatti di un processo di ‘estraniazione strisciante’ fra i due paesi, uno, l’Italia, alle prese con una profonda crisi del sistema politico ed economico, l’altro, la Germania, capace invece di ritagliarsi un ruolo da protagonista sulla scena europea e internazionale nell’età della globalizzazione. Non sono mancati inoltre momenti di frizione politica che hanno riattivato vecchi pregiudizi reciproci e questioni legate al retaggio della Seconda guerra mondiale. Siamo dunque in presenza di un distacco temporaneo e poco incisivo tra i due paesi fondatori della Comunità europea oppure di un processo più profondo, sintomo di una nuova fase segnata dalla crisi del progetto dell’Unione europea?
Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale
Filippo Focardi
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2016
pagine: XIX-288
Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell'occupante. Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d'ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall'Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l'8 settembre dal re e da Badoglio e da tutte le forze dell'antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l'oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un'immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell'Asse, non senza l'interessato beneplacito e l'impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.
L'Europa e le sue memorie. Politiche e culture del ricordo dopo il 1989
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2013
pagine: 313
La fine della Guerra fredda e il riassetto dell'ordine europeo dopo il 1989 si sono tradotti in una lotta per la ridefinizione delle coordinate della memoria pubblica e istituzionale che ha investito tutta l'Europa. Nuovi paradigmi di memoria sono subentrati a quelli elaborati dopo la fine della Seconda guerra mondiale: quello antifascista ha subito un costante processo di critica e di erosione, radicale nei paesi ex-comunisti, e al suo posto si è andato affermando un paradigma fondato sull'antitotalitarismo. Al centro delle nuove master narratives si trova la figura della vittima, che ha sostituito progressivamente quella dell'eroe partigiano. Si ricordano soprattutto le vittime dello sterminio nazista degli ebrei e le vittime dei regimi comunisti. Ma la memoria della Shoah e il modello antitotalitario possono costituire la base di una memoria comune europea? Non dovrebbe tale memoria includere anche altre esperienze che ne hanno segnato il passato, come ad esempio il colonialismo? Dove conduce poi quest'ossessione del passato, che spesso assume i contorni di una competizione fra vittime che sfociano in vere e proprie "guerre della memoria"? I saggi contenuti nel volume affrontano questo complesso di questioni esaminando sia gli sviluppi intervenuti nelle memorie nazionali di singoli paesi sia la configurazione transnazionale delle memorie europee e il ruolo svolto dalla stessa Unione europea.
Criminali di guerra in libertà. Un accordo segreto tra Italia e Germania federale, 1949-1955
Filippo Focardi, Lutz Klinkhammer
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 170
Nel 1950 un accordo segreto tra Italia e Germania federale permise la scarcerazione dei criminali di guerra tedeschi in Italia. Attraverso il ricorso ad una documentazione quasi del tutto inedita, il volume ricostruisce le modalità di questo accordo, ma anche le responsabilità del Vaticano e del governo americano. Si mostra così come i processi "negati" e la liberazione di personaggi con alle spalle gravi responsabilità non siano stati il prodotto della "negligenza" di magistrati militari italiani, ma il risultato di una scelta politica che ha precise responsabilità.
Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale
Filippo Focardi
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2013
pagine: 288
Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell'occupante. Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d'ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall'Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l'8 settembre dal re e da Badoglio e da tutte le forze dell'antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l'oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un'immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell'Asse, non senza l'interessato beneplacito e l'impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.

