Libri di Cristina Quattrini
Girolamo Genga. La pala di Cesena e il suo restauro nel laboratorio della Pinacoteca di Brera
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 192
Databile tra il 1513 e il 1518, la pala per l’altare maggiore di Sant’Agostino a Cesena è il dipinto più ambizioso e spettacolare di Girolamo Genga (Urbino, 1476-1551). Attraverso i saggi di Cristina Quattrini, Matteo Ceriana e Corinna Tania Gallori, questo volume riccamente illustrato ne approfondisce la storia, gli aspetti formali e iconografici e la tecnica esecutiva. Un’intera sezione è inoltre dedicata al restauro dell’opera, realizzato fra il 2021 e il 2024 nel laboratorio della Pinacoteca di Brera: l’operazione, preceduta da un’accurata campagna diagnostica e resa visibile al pubblico durante tutta la durata dei lavori, è documentata dai contributi di Paola Borghese, Roberto Buda, Andrea Carini, Sofia Incarbone, Ilaria Negri (restauro); Stefano Caronni, Margo Gargano, Emanuela Grifoni, Nicola Ludwig (imaging multibanda); Letizia Bonizzoni, Michele Caccia, Simone Caglio, Anna Galli, Nicola Ludwig, Marco Martini, Jacopo Orsilli (indagini spettroscopiche); Fabio Frezzato, Elena Monni, Chiara Sotgia (analisi microstratigrafiche). Arricchisce la pubblicazione un apparato documentale curato da Corinna Tania Gallori. Per Girolamo Genga, la pala di Cesena segnò il punto d’approdo di una serie di viaggi che lo videro spostarsi da Urbino a Cortona, dove frequentò la bottega di Luca Signorelli ed ebbe incarichi che lo portarono anche a Siena, Firenze e Roma. Nel corso della sua attività fu a contatto con i principali pittori dell’Italia centrale, tra cui Fra Bartolomeo, Raffaello, Perugino, Michelangelo, Lorenzo Lotto: incontri molteplici e ben visibili nelle sue opere, in particolare nella pala di Cesena, in cui l’artista reinterpretò i suoi contemporanei in chiave originale e anticlassica. Nella pala, i riferimenti espliciti a opere celebri sono molti, e giustificano la definizione di «album di studi della maniera moderna» attribuita da Alessandro Morandotti. Il linguaggio peculiare dell’arte di Genga riserva tuttora a questo artista un posto di rilievo tra i pittori più eccentrici e anticlassici del primo Cinquecento.
Bernardino Luini. Catalogo generale alle opere
Cristina Quattrini
Libro: Libro rilegato
editore: Allemandi
anno edizione: 2020
pagine: 528
Bernardino Luini (Dumenza? circa 1482 - Milano 1532) fu fra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento uno dei maggiori pittori di Milano, con Zenale e Bramantino, suoi principali referenti, Andrea Solario e Giovanni Agostino da Lodi. A importanti commissioni di affreschi (i cicli di San Maurizio al Monastero Maggiore a Milano, di Santa Maria dei Miracoli a Saronno e di Santa Maria degli Angeli a Lugano) e di pale d'altare, Bernardino affiancò un'ingente produzione di opere di destinazione privata, che talvolta rielaborano temi di Leonardo e della sua cerchia.Ambitissimo dai collezionisti lombardi fra Cinque e Seicento, promosso a campione della pittura devota dal cardinale Federico Borromeo, molte sue opere già attribuite a Leonardo si trovano nelle più importanti raccolte d'Europa fino a che, alla fine del Settecento, Luigi Lanzi non gli restituisce un ruolo proprio di primo piano nella storia della pittura italiana.
Due momenti di Gerolamo Giovenone
Cristina Quattrini
Libro
editore: Skira
anno edizione: 2011
pagine: 56
Il libro d'ore dei musei civici di Como. Le miniature
Cristina Quattrini, M. Letizia Casati, Chiara Milani
Libro
editore: Comune di Como
anno edizione: 2002
pagine: 113
Brera mai vista. Volume Vol. 19
Cristina Quattrini
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2006
pagine: 55
Bernardino Luini (Bernardino Scapi, documentato a Milano dal 1501 - Milano 1532) fu uno degli pittori più importanti e affermati nella Milano dei primi decenni del Cinquecento, all'epoca del dominio francese e al tempo della restaurazione di Francesco II Sforza. Fra gli anni Dieci e gli anni Venti lavorò per chiese di pressoché tutti gli ordini religiosi, per confraternite e luoghi pii e per committenti aristocratici Lo Scherno di Cam è una delle sue opere meno note. A lungo rimasto nei depositi della Pinacoteca, esso ha acquistato una nuova leggibilità grazie al restauro di Carlotta Beccaria, che è stato offerto dal Centro Studi Andrea Palladio di Vicenza per la mostra Andrea Palladio e la villa veneta nel 2005. Il soggetto è tratto dalla Genesi e si svolge dopo il diluvio universale.