Libri di Claudia Zonghetti
Isotta
Irina Odoevceva
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 224
Quando apparve a Parigi nel 1929, "Isotta" suscitò critiche e indignazione negli ambienti dell’emigrazione russa: troppo moderna, troppo «europea» la scrittura, tersa e senza fronzoli; troppo esplicite le allusioni alla sessualità degli adolescenti – da una prospettiva femminile, per di più; troppo fosca l’atmosfera che si respirava, e che gettava pesanti ombre su tutta la gioventù émigrée. Irina Odoevceva narra la storia di una quattordicenne, Liza, e della sua piccola cerchia: Nikolaj, il mefistofelico fratello che ne tiene le redini; Andrej, legato alla ragazza da un amore inquieto e autodistruttivo; e l’inglese Cromwell, rampollo di buona famiglia a sua volta perdutamente innamorato di Liza. Assediata da una profonda disgregazione sociale e familiare, la jeunesse dorée ritratta da Odoevceva oscilla tra una noia asfissiante e l’illusorio richiamo di una vita «folle, divertente e spudorata», fatta di alcol e notti senza fine nell’incanto avvelenato di Biarritz. Finché «il presagio di qualcosa di inevitabile e tremendo» che grava su queste burrascose esistenze non si materializza, quasi fosse già inscritto nel nome fittizio della protagonista. Rivisitazione modernista del mito arturiano, "Isotta" ci rivela una figura dimenticata della diaspora russa e quasi estranea alla sua letteratura, capace di raccontare con ineguagliabile acutezza, in queste pagine a un tempo morbose e delicate, il trauma lacerante dell’esilio, di ogni esilio.
Anna Karenina
Lev Tolstoj
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: XI-897
Una storia travolgente di grande passione e trasgressione, di sguardi incrociati, voti traditi, drammi coniugali, slanci romantici, ideali infranti, verità ultime. A oltre settant'anni dalla storica edizione di Leone Ginzburg, che ha fatto conoscere “Anna Karenina” a generazioni di lettori, il capolavoro di Tolstoj viene ora pubblicato nella traduzione di Claudia Zonghetti.
Notti bianche
Fëdor Dostoevskij
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 128
San Pietroburgo, con la sua luce incantevole, i suoi palazzi eleganti e i viali maestosi, fa da sfondo a questo celebre romanzo senza tempo. In una di quelle "notti bianche" che segnano la vita della città russa nei giorni del solstizio d'estate, in «una notte prodigiosa» in cui sembra di essere sospesi tra luce e buio, un giovane solitario e sognatore conosce per caso una ragazza lungo la riva del fiume Neva. Nei tre incontri successivi, la fanciulla gli confida la sua triste storia, dando voce, in un dialogo profondo e personale, ai grandi moti dell'animo umano: amore, illusione, speranza, delusione e dolore. Con questo capolavoro giovanile, pubblicato nel 1848 e qui presentato nella nuova e brillante traduzione di Claudia Zonghetti, Dostoevskij riflette sulle disillusioni dell'esistenza e dell'amore, sulla solitudine e sulle speranze infrante, ed esplora i turbamenti più intimi dei suoi personaggi anticipando quella acuta analisi introspettiva che caratterizzerà le sue opere più note.
Tra le bestie la più feroce è l’uomo
Varlam Salamov
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 468
«Ho molti dubbi, troppi. E una domanda che chiunque scriva memorie, qualunque scrittore grande o piccolo, conosce: servirà a qualcuno questo mio mesto racconto?». È l’interrogativo che Varlam Salamov si pone nell’introdurci ai suoi ricordi della Kolyma, «racconto di uno spirito che non trionfa, ma che piuttosto viene calpestato». In queste pagine – nucleo centrale degli scritti autobiografici qui radunati – Salamov rivive e ci fa vivere l’inferno del lager: l’implacabile freddo siberiano, la fame assillante, l’umiliazione continua dei lavori forzati e delle violenze, e le efferate tecniche messe in atto dal potere sovietico per ridurre i detenuti a «relitti umani» – termine ultimo di un processo di decadimento del corpo e dello spirito perseguito con caparbia brutalità. Un resoconto secco, aspro, intransigente, giacché quel che preme a Salamov è scandagliare un’«esperienza sottoterra» che, riducendo l’uomo a istinto e spirito di conservazione, ne mette a nudo la natura profonda. Ma le sue rievocazioni ci riportano anche alla Vologda dell’infanzia, dove precoci si manifestano l’amore per la poesia e l’insaziabile sete di libri; alla Mosca degli anni Venti, dove rifulgono le stelle di Sklovskij, Majakovskij e Bulgakov – un «sottobosco luminosissimo» presto «spazzato via dalla scopa di ferro dello Stato»; e da ultimo al tempo della riabilitazione ufficiale, del ritorno a Mosca e dell’inattesa amicizia con Pasternak. Il percorso di un’intera vita, insomma, che trova il suo fil rouge nell’anelito costante, quasi viscerale alla letteratura: «Scrivo perché leggendo la mia prosa lontanissima dalla menzogna qualcuno possa fare nella sua vita qualcosa di buono anche in minima parte. Perché qualcosa bisogna fare».
Il popolo è immortale
Vasilij Grossman
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 285
«Che cosa me ne faccio, ora, della mia vecchia vita, del mio lavoro ostinato e prezioso, di gioie e delusioni, dei miei pensieri, delle pagine che ho scritto?» si chiede Sergej Bogarëv mentre percorre il fronte nell’agosto del 1941, i tedeschi avanzano e le truppe sovietiche inesorabilmente retrocedono. È «una guerra mai vista prima», quella che si è abbattuta sul suo paese; una guerra che l’ha strappato all’insegnamento del marxismo e trasformato in commissario politico di un battaglione che, nel tentativo disperato di rallentare l’offensiva nazista, si ritroverà isolato oltre le linee nemiche; una guerra che per lui – come per tutti gli altri protagonisti del romanzo – segna una cesura netta e irreparabile. «Il popolo è immortale, la sua causa è immortale. Ma non si può risarcire la perdita di un uomo!» scriverà Grossman poco dopo la fine della guerra. E così, pur desideroso di infondere in chi combatteva ottimismo e coraggio, ci racconta i primi mesi dell’invasione tedesca – antefatto di "Stalingrado" e "Vita e destino" – attraverso pagine dure, che dipingono la distruzione e le disfatte, i pensieri dei soldati, la marcia dei contadini nella notte, sotto le "scie rosse dei proiettili traccianti che strisciavano lente verso le stelle», i campi e i boschi sottratti a chi ne conosceva da sempre ogni segreto e il vano eroismo di uomini semplici mandati a fronteggiare «l’esercito più forte d’Europa». Pagine di un ‘romanzo sovietico’, ma così audaci da abdicare a ogni ligia ortodossia. E, come sempre in Grossman, attraversate da un soffio epico che le trasforma in grande letteratura.
L'orecchio di Kiev
Andrei Kurkov
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2023
pagine: 288
È il 1919 e Kiev è invasa dalla cacofonia della rivoluzione. Dopo l’arrivo dell’Armata rossa, in città imperano il caos e l’anarchia. Il vecchio ordine è in pezzi e il paese è alla ricerca di una propria identità: russi bianchi da un lato, nazionalisti dall’altro, e nel mezzo i delinquenti comuni, ladri e balordi. Sono tutti fianco a fianco e tutti contro tutti. In questo tumultuoso e vacillante mondo pre-sovietico, dominato dalla totale assenza di regole, il giovane studente Samson Kolečko si ritrova da un giorno all’altro a dover badare a se stesso, dopo aver perso in un’imboscata il padre (e l’orecchio destro) sotto la spada di un cosacco. Da quel momento, la sua vita prende una piega inaspettata. Arruolato in modo del tutto fortuito nel neonato corpo di polizia, Samson si butta a capofitto nella prima indagine: una serie di traffici loschi che coinvolgono due soldati, sgraditi occupanti del suo appartamento. Oltre all’inaspettata assistenza che riceve – ebbene sì – dall’orecchio perduto, Samson può contare sulla bella Nadežda, una ragazza con la speranza nel nome, impiegata dell’Ufficio statistiche e bolscevica convinta, che in breve conquista il suo cuore. Denso dei colori e del fervore polifonico della grande letteratura dell’Est Europa, L’orecchio di Kiev è il primo episodio di una nuova serie firmata da Andrei Kurkov, un romanzo picaresco che ridà vita al passato del suo paese, confermandolo come uno dei migliori autori viventi di lingua russa. Un poliziesco di grande ritmo e, per di più, un libro divertente. E in tempi bui, abbiamo tutti bisogno di storie che, oltre ad aiutarci a capire, siano anche capaci di farci ridere.
Vita e destino
Vasilij Grossman
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 982
«In quest'epoca tremenda, un'epoca di follie commesse nel nome della gloria di Stati e nazioni o del bene universale, e in cui gli uomini non sembrano più uomini ma fremono come rami d'albero e sono come la pietra che frana e trascina con sé le altre pietre riempiendo fosse e burroni, in quest'epoca di terrore e di follia insensata, la bontà spicciola, granello radioattivo sbriciolato nella vita, non è scomparsa» (Vasilij Grossman)
I fratelli Karamazov
Fëdor Dostoevskij
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 1064
«Nessun termine di confronto è troppo grande per l'opera di Dostoevskij, che può essere confrontata con ciò che vi è di eterno e di eccelso nella letteratura mondiale. Per me la tragedia dei Karamazov non è inferiore alle vicende di Oreste, all'epica di Omero, alla linea sublime dell'opera di Goethe. Anzi, queste opere sono tutte più semplici, più piane, meno ricche di conoscenze, meno gravide di avvenire di quelle di Dostoevskij» (Stefan Zweig). A un secolo e mezzo dalla sua comparsa la potenza letteraria de I fratelli Karamazov non si è affievolita. Ancora oggi, mentre assistiamo al parricidio più famoso delle lettere moderne e ne seguiamo l'esaltante iter giudiziario, siamo costretti a scendere nelle profondità più scomode dell'animo umano, a interrogarci sugli istinti peggiori dell'individuo e della società, a incidere come un patologo le cancrene della nostra coscienza, in un percorso in cui realtà e incubo non sempre hanno contorni netti, in cui la tragedia si accompagna alla farsa, e la disperazione si danna per alimentare una pur esile fiammella di speranza. Con un saggio introduttivo di Vladimir Lakšin e il saggio di Sigmund Freud Dostoevskij e il parricidio.
Diario russo 2003-2005
Anna Politkovskaja
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 499
«Mi dicono spesso che sono pessimista, che non credo nella forza della gente, che ce l'ho con Putin e non vedo altro. Vedo tutto, io. È questo, il mio problema. Vedo le cose belle e vedo le brutte. Vedo che le persone vogliono cambiare la propria vita per il meglio ma che non sono in grado di farlo, e che per darsi un contegno continuano a mentire a se stesse per prime, concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano. Per il mio sistema di valori, è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia. Lo troveranno comunque, è praticamente certo, lo raccoglieranno e se lo mangeranno. Per questo, se si è nati uomini non bisogna fare i funghi. Non riesco a rassegnarmi nemmeno alle previsioni demografiche – ufficiali, tra l'altro, del Comitato centrale di statistica – fino a tutto il 2016. Nel 2016 io potrei anche non esserci, come molti altri della mia generazione, ma ci saranno i nostri figli e i nostri nipoti. E davvero non ci vogliamo curare di come e dove vivranno? Se saranno o non saranno vivi?».
Per questo. Alle radici di una morte annunciata. Articoli 1999-2006
Anna Politkovskaja
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 516
Di tutti i libri di Anna Politkovskaja, questo è il più tragico e potente: un documento straordinario dove i suoi articoli apparsi sulla «Novaja gazeta», testi ancora inediti, promemoria personali e testimonianze confluiscono in una sorta di ininterrotto reportage sulla Russia che preparò e seguì l'ascesa al potere di Vladimir Putin – dall'ottobre 1999 a fine settembre 2006, pochi giorni prima della morte avvenuta il 7 ottobre nell'androne di casa per mano di un killer. Per Anna Politkovskaja l'unico giornalismo possibile era un giornalismo «sanitario» – così lei lo definiva –, teso a proclamare una verità che si imprime nella memoria anche grazie al vigore dello stile, al senso dello humour, all'alta percettività nello scandagliare l'anima di vincitori e vinti.
Stalingrado
Vasilij Grossman
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 883
Quando Pëtr Vavilov, un giorno del 1942, vede la giovane postina attraversare la strada con un foglio in mano, puntando dritto verso casa sua, sente una stretta al cuore. Sa che l’esercito sta richiamando i riservisti. Il 29 aprile, a Salisburgo, nel loro ennesimo incontro Hitler e Mussolini lo hanno stabilito: il colpo da infliggere alla Russia dev’essere "immane, tremendo e definitivo». Vavilov guarda già con rimpianto alla sua isba e alla sua vita, pur durissima, e con angoscia al distacco dalla moglie e dai figli: «...sentì, non con la mente né col pensiero, ma con gli occhi, la pelle e le ossa, tutta la forza malvagia di un gorgo crudele cui nulla importava di lui, di ciò che amava e voleva. Provò l’orrore che deve provare un pezzo di legno quando di colpo capisce che non sta scivolando lungo rive più o meno alte e frondose per sua volontà, ma perché spinto dalla forza impetuosa e inarginabile dell’acqua». È il fiume della Storia, che sta per esondare e che travolgerà tutto e tutti: lui, Vavilov, la sua famiglia, e la famiglia degli Šapošnikov – raccolta in un appartamento a Stalingrado per quella che potrebbe essere la loro «ultima riunione» –, e gli altri indimenticabili personaggi di questo romanzo sconfinato, dove si respira l’aria delle grandi epopee... E se Grossman è stato definito «il Tolstoj dell’Unione Sovietica», ora possiamo finalmente aggiungere che Stalingrado, insieme a Vita e destino, è il suo Guerra e pace.
La Russia di Putin
Anna Politkovskaja
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 384
«Siamo solo un mezzo, per lui. Un mezzo per raggiungere il potere personale. Per questo dispone di noi come vuole. Può giocare con noi, se ne ha voglia. Può distruggerci, se lo desidera. Noi non siamo niente. Lui, finito dov'è per puro caso, è il dio e il re che dobbiamo temere e venerare. La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo. Per questo ce l'ho con un tipico cekista sovietico che ascende al trono di Russia incedendo tronfio sul tappeto rosso del Cremlino» (l'autrice)

